tag:blogger.com,1999:blog-39504770471872643782024-03-21T14:18:07.279+01:00Astronomia da balconeDiario di un astrofisico, ma soprattutto di un astrofiloGiovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.comBlogger257125tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-63219010050568979882021-01-01T23:18:00.001+01:002021-01-02T00:16:33.849+01:00La stella di Betlemme, la congiunzione e la distanza di Giove e Saturno<p><span style="font-family: verdana;">Il 21 dicembre 2020 si è raggiunta la minima distanza angolare in cielo tra Giove e Saturno dal 1623, in una delle congiunzioni più spettacolari che abbia visto fin'ora. Vedere entrambi i pianeti così vicini nello stesso oculare è stata una grande emozione, così come impressionarli sul mio piccolo sensore CMOS ottenendo questa immagine:</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikLqe4J6M2qcN3VYpUL-TmsHlJxLBiRBj3Lol7FobdwdPRCX3rrs6hXflieh-_m7vKZrBXUT5IB9yOvH_U-gqd3mqOwc1BVddNA40f8kZJZWVddH1pLT-Yien17B3bDt4jNKp6v5sGHuMu/s1698/sat_jup_congiunzione_SCRITTE.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="1131" data-original-width="1698" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikLqe4J6M2qcN3VYpUL-TmsHlJxLBiRBj3Lol7FobdwdPRCX3rrs6hXflieh-_m7vKZrBXUT5IB9yOvH_U-gqd3mqOwc1BVddNA40f8kZJZWVddH1pLT-Yien17B3bDt4jNKp6v5sGHuMu/w443-h295/sat_jup_congiunzione_SCRITTE.png" width="443" /></span></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Andiamo per gradi, dato che ho molte cose in testa che voglio raccontarvi. Partiamo dal titolo: che c'entra la <b>stella di Betlemme</b>? Si avvicina il Natale e con esso tornano in mente tutti i racconti della tradizione cristiana, compreso quello di questa stella che con la sua luce ha guidato i Magi verso il luogo in cui nacque Gesù. Cosa poteva mai essere questa luce prodigiosa visibile per lungo tempo nel cielo? Nel corso dei secoli si susseguirono diverse interpretazioni. Una convinzione ancora molto radicata nel pensiero comune è che si trattasse di una cometa apparsa improvvisamente in cielo in quel periodo. Probabilmente non fu così, ma almeno sappiamo il perché la "cometa di Natale" sia così gettonata: tutta colpa di Giotto. Nella scena di natività che dipinse nella cappella degli Scrovegni si vede chiaramente un astro chiomato sorvolare la stalla che ospita Gesù. Il motivo per cui Giotto inserì una cometa nella natività è probabilmente dovuto al fatto che in quegli anni passò vicino alla Terra la 1/P Halley, e lo lasciò sicuramente sbalordito, tanto da immortalarla nella sua opera. </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjatA2sxjq3ZWT1O3QTTiKEJlb42f7trO2K3Ev6dMRwvTuN6RsPhJ5Uo_CJm0A5uk7E9T3YD-mrUaCd1WJeNvBtIt_rE7BYjvureyyESD_k3MRyNNkmYn20Z3_5CIy4aB0Ma5ygODAJLegv/s617/adorazione-dei-magi-di-giotto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="617" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjatA2sxjq3ZWT1O3QTTiKEJlb42f7trO2K3Ev6dMRwvTuN6RsPhJ5Uo_CJm0A5uk7E9T3YD-mrUaCd1WJeNvBtIt_rE7BYjvureyyESD_k3MRyNNkmYn20Z3_5CIy4aB0Ma5ygODAJLegv/s320/adorazione-dei-magi-di-giotto.jpg" /></a></div><p></p><p><span style="font-family: verdana;">La rappresentazione della cometa come stella di betlemme non ha molti riscontri storici: gli astronomi cinesi o arabi hanno sempre tenuto traccia di eventi come comete, nove o supernove, ma non hanno visto niente negli anni vicini all'anno 0. Il primo a formulare un'ipotesi diversa fu Keplero in persona: osservò con stupore la congiunzione tra Giove e Saturno del 1623 e calcolando a ritroso la posizione dei due pianeti scoprì che una simile congiunzione era avvenuta nel 7 avanti cristo. Per la verità, un raro gioco di meccanica celeste fece sì che tale congiunzione avvenisse ben tre volte, dato che si sovrapposero i moti retrogradi di entrambi i giganti gassosi, mantenendoli vicini in cielo per molti mesi. Ciò non è abbastanza per risolvere il mistero, ma ci fornisce sicuramente un'idea diversa dalla "stella cometa" tanto menzionata.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Torniamo adesso all'anno 2020 e osserviamo meglio l'immagine che avete visto poco sopra. Per scattarla ho realizzato quattro video nei filtri IR742, R, G e B. Il primo video ha fornito le informazioni di luminanza, gli ultimi tre i colori. Ho ripreso tutti i video utilizzando l'intero sensore della telecamera, perché l'idea di avere entrambi i pianeti nello stesso campo mi piaceva molto. Tuttavia non avevo considerato un piccolo dettaglio: si muovono. Per questa ragione succedevano due cose: i software di stacking impazzivano non sapendo su quale allineare le immagini e la sovrapposizione dei canali trasformava i pianeti in graziosi arlecchini colorati. Per ottenere i colori quindi ho elaborato due volte tutti e tre i filmati allineando una volta su Giove e una su Saturno, allineando poi manualmente il tutto. Un discreto lavoraccio.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Infine arriviamo ad una parte un po' più tecnica, che conterrà anche della terrificante matematica al suo interno. Non mi offendo se saltate direttamente all'ultimo paragrafo, ovviamente! Prendiamo questa immagine che ho scattato la sera del 20 (giusto per variare, tra l'altro il cielo era pure meno velato rispetto al 21):</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnsR6-Slbhc9QkxeliHCxnG_5VzYVwM-zC36QSO7XvIBq-AjQZ5gr6n2zgIzKz_9q61UAnpcXBlTrzltqFoew777bhpMjH8X7Z-Mpm4zA4zwS_Wl7iky40p_-2CGiQb0XPO-TNjN1hePml/s2048/17_36_23__100r_T72_1000_reg.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1376" data-original-width="2048" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnsR6-Slbhc9QkxeliHCxnG_5VzYVwM-zC36QSO7XvIBq-AjQZ5gr6n2zgIzKz_9q61UAnpcXBlTrzltqFoew777bhpMjH8X7Z-Mpm4zA4zwS_Wl7iky40p_-2CGiQb0XPO-TNjN1hePml/w452-h304/17_36_23__100r_T72_1000_reg.png" width="452" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Appare evidente come Saturno sia nettamente più debole rispetto a Giove, cosa facilmente verificabile anche ad occhio nudo tra l'altro. Appena ho visto questa immagine mi è balenata un'idea in testa: si potrà sfruttare questa informazione per <b>calcolare la distanza tra Giove e Saturno</b>? Risposta breve: no. Si può però calcolare il rapporto tra le loro distanze dalla Terra, che è comunque </span><span style="font-family: verdana;">un'informazione interessante. In tutte le rappresentazioni dell'universo tolemaico, per esempio, Saturno non si trova affatto al doppio della distanza da noi!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Per fare questa misura dobbiamo però fare un'assunzione: supporremo che Giove e Saturno riflettano la luce solare allo stesso modo e nella stessa quantità, ovvero hanno lo <b>stesso albedo</b>. Un'assunzione piuttosto forte, ma forse persino un terrapiattaro potrebbe ipotizzare che due oggetti che appaiono simili in cielo siano fisicamente molto simili tra loro.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Tramite una paginetta di calcoli (che i più esigenti possono trovare qui sotto) è possibile dimostrare che<i> il rapporto tra le brillanze superficiali dei pianeti è uguale al rapporto dei quadrati delle distanze tra Sole e pianeta</i>. </span></p><p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSRPL9GWsVxtfERDef3DH1rc6enoBEJIcYLNFFa0rz3PCBUqkoXA56SIGDCdK4hm-UYjdeM0mqMStodFj0UL9KGkZkcyiXVWfuZIrZiox9S6Cqo4yjj_xO6z5wpktQWKGNJ25c2B7ye5Pr/s863/calcoli.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="863" data-original-width="788" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSRPL9GWsVxtfERDef3DH1rc6enoBEJIcYLNFFa0rz3PCBUqkoXA56SIGDCdK4hm-UYjdeM0mqMStodFj0UL9KGkZkcyiXVWfuZIrZiox9S6Cqo4yjj_xO6z5wpktQWKGNJ25c2B7ye5Pr/s320/calcoli.PNG" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ma quale blogger vi ricopia i conti su LaTeX?<br />(Grazie a Francesco per aver riguardato i conti!)</td></tr></tbody></table><span style="font-family: verdana;"></span></p><p>La <b>brillanza superficiale</b> è un numeretto che ci dice, in sostanza, quanta luce emette ogni pezzettino di pianeta. Tale numeretto è molto interessante perché non dipende dalla distanza a cui si trova un pianeta e si può calcolare in un colpo solo avendo solamente una foto come quella di sopra. Possiamo infatti misurare il flusso sommando tutti i pixel che compongono il disco del pianeta (sottraendo il valore del fondo cielo, misurato con un "anello" attorno all'apertura fotometrica) e stimare il diametro angolare misurando quanti pixel sono larghi. A questo punto la brillanza è semplicemente il rapporto tra il flusso del pianeta e il suo angolo solido (praticamente un'area angolare). Nell'immagine qui sotto potete trovare il flusso misurato, il diametro angolare e le aperture fotometriche usate.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxpjZpGlBtbXCdAvV_iB969JFxIuOBwwVror61nuot7F7ZpEZ1iATu15Px2gJlmxHNAGUZwBQ9oP0wrQBlHlec4uvIXtrirw8uuVIMQlJcX3yaWytGhoe1HnYpozJpV8rSMfK_XkVQuPqu/s1050/sat_jup_apertures.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="557" data-original-width="1050" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxpjZpGlBtbXCdAvV_iB969JFxIuOBwwVror61nuot7F7ZpEZ1iATu15Px2gJlmxHNAGUZwBQ9oP0wrQBlHlec4uvIXtrirw8uuVIMQlJcX3yaWytGhoe1HnYpozJpV8rSMfK_XkVQuPqu/s320/sat_jup_apertures.png" width="320" /></a></div><span> </span><span> </span><span> </span><span> </span><div><span style="font-family: verdana;">Per assicurarmi di raccogliere tutto il segnale del disco di Giove ho un po' "abbondato" con il raggio dell'apertura fotometrica. Con Saturno invece è stato più complicato, perché un'apertura troppo grande prendeva anche il segnale degli anelli, falsando la misura. </span></div><div><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div><span style="font-family: verdana;">Per quanto riguarda il raggio dei pianeti, invece, ho dovuto trovare un modo per misurarlo con la migliore precisione possibile: per farlo ho utilizzato AstroImageJ. Ho estratto un profilo di luminosità su entrambi gli assi principali dei pianeti (essendo questi ellissoidali e non perfettamente sferici) e ho preso come raggio il punto in cui il segnale del pianeta diventava inferiore a quello del fondo cielo. Per rendere più evidente questa transizione ho applicato dei wavelet come si fa solitamente in fotografia planetaria. </span></div><div><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo_orOe6TGsPblTQ90pw7NbyoxC4wHlF2OCT6oipg3nrv0lGNzpXJahpFwzgeOWVVoID6Fw_LNbLAjf8jogIETyuiOsdulHPQcQrcVL3EIBqZKmhKO9rEQYEGJ8kEp5_jgoohDbaAKLPuI/s621/jup_radius.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="441" data-original-width="621" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo_orOe6TGsPblTQ90pw7NbyoxC4wHlF2OCT6oipg3nrv0lGNzpXJahpFwzgeOWVVoID6Fw_LNbLAjf8jogIETyuiOsdulHPQcQrcVL3EIBqZKmhKO9rEQYEGJ8kEp5_jgoohDbaAKLPuI/w354-h251/jup_radius.png" width="354" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: left;">I "solchi" a destra e a sinistra del disco sono dovuti al</div><div style="text-align: left;">tipico bordino nero lasciato dal processing con i wavelet.</div></td></tr></tbody></table></div><div><br /></div><div><span style="font-family: verdana;">Presi questi valori posso fare i conti e ottenere il rapporto tra la distanza di Giove e la distanza di Saturno:</span></div><div><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFONX0cj2Z7-U0RgOCw_tftPs6OnuIUkvU-4hHqauhr1i1tlxKpyhiXDy3tHX9ZGbc7R1Hz0rViN2GvhfNYYbaPXrttbYqRLX2YG6APtV2gzySGpS0Aa6flXsxeFaM1oXGyRHqmFkSWZs9/s389/result.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="51" data-original-width="389" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFONX0cj2Z7-U0RgOCw_tftPs6OnuIUkvU-4hHqauhr1i1tlxKpyhiXDy3tHX9ZGbc7R1Hz0rViN2GvhfNYYbaPXrttbYqRLX2YG6APtV2gzySGpS0Aa6flXsxeFaM1oXGyRHqmFkSWZs9/s320/result.PNG" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Così parlò Python</td></tr></tbody></table><div><br /><span style="font-family: verdana;">Non male, Il risultato ottenuto si discosta da quello reale dell'2.4%! Noterete però che l'errore relativo sul rapporto misurato è inferiore a questo 2.4%, vale infatti circa 0.7%. In altre parole, gli errori su flusso e raggio del pianeta, che sono le grandezze da noi misurate, non sono sufficientemente grandi da giustificare un tale discostamento rispetto al valore vero. Questo perché abbiamo fatto tante semplificazioni nei nostri conti: abbiamo considerato i due pianeti con lo stesso albedo (e non è vero), oltre al fatto che nella misura di flusso di Saturno abbiamo incluso anche un pezzo di anello, che ha sicuramente inquinato la misura, avendo un albedo molto diverso dal pianeta. <br /><br />A questo punto avrei potuto prendere una tabella degli albedo di Giove e Saturno online e ripetere il procedimento senza considerarli uguali... più facile a dirsi che a farsi. L'albedo dipende fortemente da molti fattori: la stagione in corso sul pianeta, la situazione atmosferica, la fase, oltre a fattori strumentali come il range di frequenze in cui li sto riprendendo e l'efficienza del sensore. Per uno scarto così piccolo, forse, non vale la pena rovinarsi il capodanno. Teniamoci per buona questa misura precisa, ma non troppo, di quanto è profondo il nostro Sistema Solare.</span></div><div><p><span style="font-family: verdana;">Mi rendo conto di essere stato un po' tecnico in que</span><span style="font-family: verdana;">st'ultima parte, ma volevo dimostrare, almeno agli astrofili più smanettoni, come tramite una semplice foto con un telescopio amatoriale fosse possibile ottenere interessanti informazioni astronomiche. Un po' di sana <i>astrofisica da balcone</i>, se preferite chiamarla così. Con questo articolo lasciamo alle spalle un 2020 terribile sotto molti aspetti, ma che dal punto di vista astronomico è stato molto ricco. Vediamo cosa succederà nel 2021: io ovviamente non lo so. So solo che il cielo e l'astronomia non si fermano mai. </span></p><p><br /></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><br /></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p></div>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-80081893707210178712020-05-05T13:28:00.002+02:002020-05-05T13:28:33.349+02:00Ma quindi come si fotografano i pianeti?<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Immaginate di aver appena comprato un telescopio, per esempio un 20 cm, e che vogliate scattare una foto a Venere. Siccome siete delle persone previdenti avete comprato l'anello T2 necessario a connettere la vostra reflex al telescopio. Ciò che ottenete, però, è un piccolo budino tremolante e sfocato, senza dettagli. Come si fa quindi a ottenere quella bella falcetta definita che si vede su Stellarium?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il problema principale è il seeing. La luce proveniente dallo spazio deve attraversare l'atmosfera terrestre prima di essere raccolta dai nostri sensori fotografici o dai nostri occhi. Se questa fosse statica ed omogenea non avremmo grossi problemi, ma ovviamente non è questo il caso reale. L'atmosfera è un continuo divenire di bolle d'aria calde e fredde, moti convettivi, venti, turbolenze e quant'altro. Tutti questi fenomeni modificano il cosiddetto <b>indice di rifrazione </b>dell'atmosfera: esattamente come nelle lenti, una variazione di indice di rifrazione provoca una deviazione del raggio luminoso. Ciò produce una deformazione nelle immagini, che può essere più o meno disastrosa per le osservazioni. Ci sono due modi per eliminare questo disturbo, entrambi molto al di fuori della portata di un astrofilo. il primo è andare nello spazio, come il telescopio Hubble, fuggendo dall'atmosfera. Il secondo metodo è detto <b>ottica adattiva</b>, che consiste nel deformare gli specchi migliaia di volte al secondo in modo da compensare la deformazione indotta dall'atmosfera.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqRzQeC7VHYoSZ8jf8oOLhfiilMYvFqMw3AoO0vEjTsNph0d-K7ZnTSgXGU-VhSlDK3BV4LzIrt2TBSUuc0FR7_n3PFqfolA8SsVeuuIQoKwNOnhfLgfYIvrK5rHW04vxJPw2AyIqcDVKE/s1600/23_50_47_pipp.gif" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="448" data-original-width="448" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqRzQeC7VHYoSZ8jf8oOLhfiilMYvFqMw3AoO0vEjTsNph0d-K7ZnTSgXGU-VhSlDK3BV4LzIrt2TBSUuc0FR7_n3PFqfolA8SsVeuuIQoKwNOnhfLgfYIvrK5rHW04vxJPw2AyIqcDVKE/s320/23_50_47_pipp.gif" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 12.8px;">Effetti del seeing su una mia ripresa lunare. Le oscillazioni più</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 12.8px;">ampie sono causate da folate di vento che muovono il </span><span style="font-size: 12.8px;">telescopio.</span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siccome non disponiamo di milioni di euro dobbiamo arrangiarci in un altro modo. L'idea è molto semplice: se l'atmosfera varia casualmente dovrà pur esserci un momento di calma in cui l'immagine non è molto disturbata! Riprendendo moltissimi fotogrammi al secondo si sfruttano questi brevi momenti di calma per ottenere delle immagini nitide, in una tecnica chiamata <b>lucky imaging</b>, che tra l'altro è sfruttata anche nei grandi osservatori non ancora dotati di ottiche adattive. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il segreto per riprendere ottime immagini planetarie è quindi riprendere molti fotogrammi al secondo, con pose sufficientemente brevi (pochi millisecondi) in modo da "congelare" il seeing e riuscire a filtrare dei frame in cui l'atmosfera è immobile. La differenza tra un buon frame e un pessimo frame è enorme! Quando ci si trova al telescopio, quindi, usando software come SharpCap o Firecapture (il primo ha la versione di prova gratuita, il secondo è totalmente gratuito) si deve riprendere un video della durata di qualche minuto in modo da catturare più immagini possibile.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK2I757zZH7mXqY2gEQGCUdcT8zpgz053jvpZhXbjsiZqrPklbowwNU6-SCbKJmtjpWBWITZMn3aBGFCBG5Tdzdwl01svMsHkpRZ-zYBYuMOmW_RNrLIvzayFdubdGsBVBcMiu5JHFBy0X/s1600/seeing.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1551" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK2I757zZH7mXqY2gEQGCUdcT8zpgz053jvpZhXbjsiZqrPklbowwNU6-SCbKJmtjpWBWITZMn3aBGFCBG5Tdzdwl01svMsHkpRZ-zYBYuMOmW_RNrLIvzayFdubdGsBVBcMiu5JHFBy0X/s400/seeing.png" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Fare un video e selezionare una singola immagine buona, però, non è il miglior metodo per ottenere una foto planetaria. E' necessaria molta più elaborazione. Il primo passo è mediare molti fotogrammi, chiamato in gergo <b>stacking</b>, per ridurre il rumore della telecamera. Per fare ciò è necessario automatizzare la scrematura dei fotogrammi: un video tipico contiene infatti migliaia o decine di migliaia di frames! Ispezionarli a mano è un grosso attentato alla sanità mentale </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">(anche se ci sono persone che lo fanno)</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Vengono in nostro soccorso i programmi dedicati. Software come </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><b>Registax</b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><b>AutoStakkert3</b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><b>PIPP</b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, </span><b><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Astrosurface </span></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">(tutti gratuiti) vengono in nostro soccorso utilizzando degli algoritmi che valutano in maniera affidabile la qualità dei frames. Nel software AutoStakkert3, per esempio, basta inserire il proprio filmato e cliccare sul tasto "analyse", dopo avergli specificato se stiamo riprendendo un pianeta (quindi un oggetto piccolo su sfondo nero) o un dettaglio superficiale del Sole o della Luna. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad analisi completata salterà fuori un grafico che ci permette di valutare la qualità dei frames ripresi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP3SY_YhQKD3jWn2z_bbHVHO-C0w-kDbD7sZzqV3FwAIzCwavgFXjGb2TsPbhAhGiG0GWS1tJzsWBPG4ExvpxRuAk18dwyU6mkcpeoJcn-7EM3zPW4kLd0JOBFrj4QsvDKPeB7zSk5KVMJ/s1600/as3_graph.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="441" data-original-width="887" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP3SY_YhQKD3jWn2z_bbHVHO-C0w-kDbD7sZzqV3FwAIzCwavgFXjGb2TsPbhAhGiG0GWS1tJzsWBPG4ExvpxRuAk18dwyU6mkcpeoJcn-7EM3zPW4kLd0JOBFrj4QsvDKPeB7zSk5KVMJ/s320/as3_graph.PNG" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La curva grigia ci mostra come varia la qualità dei frames durante il video, quindi possiamo vedere i momenti di calma e i momenti di atmosfera turbolenta. La curva verde invece ci fa vedere quanti sono i frames buoni. Più la curva verde si trova nella parte superiore del grafico, migliore è la qualità della ripresa e maggiore sarà la quantità di frames "buoni" che varrà la pena mediare. Di norma è raro mediare più del 10% dei frames catturati, a meno che la serata non sia proprio perfetta. Solitamente tronco i frames da processare nel momento in cui la qualità scende sotto il 60-70%, corrispondente al 10% dei frames circa. In Autostakkert si può impostare il numero o la percentuale di frames da mediare nei rettangolini rossi/verdi in alto a destra. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUUdSJAaFTXoPWZ_UHvpHq1J3hgw3bY8WnvidemLVUR6fvfAK3nsXsb99EYJ2QChLMBSL6Lwd-5hwlftXf2Q7J-Iry-8QjuKrdUqEBynFZMkIJLrIgd-IDTm7R98weU5EhI0iSDgkhPcnm/s1600/AS3_stack.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="534" data-original-width="625" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUUdSJAaFTXoPWZ_UHvpHq1J3hgw3bY8WnvidemLVUR6fvfAK3nsXsb99EYJ2QChLMBSL6Lwd-5hwlftXf2Q7J-Iry-8QjuKrdUqEBynFZMkIJLrIgd-IDTm7R98weU5EhI0iSDgkhPcnm/s320/AS3_stack.PNG" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La scritta "stack", però, è ancora grigia! Manca ancora un passaggio importante: il posizionamento degli <b>align points</b>. Il seeing può avere una componente a frequenza più bassa che anziché sfocare l'immagine tende a deformarla, pur lasciando visibili i dettagli fini. Ciò che fanno diversi software è dividere l'immagine in tanti tasselli che di frame in frame vengono allineati come in un puzzle, in modo da ottenere un'immagine finale in cui ogni singolo dettaglio è correttamente allineato. </span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV657Wb1gBUU91ANQRsJraTfE7N8UKVYZfyAANnaGb-AJx_VHhf7E_anHHdPwhhAgTs74s-N4j_k9DdR-lVSYXXdjKEN19G9Su7EbRyqxJqnZ_G7QRfu-lk1A9M8nqM_UigGrYbTXS9xvZ/s1600/venus_gif.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="282" data-original-width="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV657Wb1gBUU91ANQRsJraTfE7N8UKVYZfyAANnaGb-AJx_VHhf7E_anHHdPwhhAgTs74s-N4j_k9DdR-lVSYXXdjKEN19G9Su7EbRyqxJqnZ_G7QRfu-lk1A9M8nqM_UigGrYbTXS9xvZ/s1600/venus_gif.gif" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.8px;">Un esempio di come Venere viene deformato dal</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.8px;">seeing pur restando relativamente "a fuoco"</span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Gli align points vanno posizionati in punti "strategici" dell'immagine, per permettere al software di orientarsi ed essere in grado di completare il puzzle di cui sopra frame dopo frame. Autostakkert permette di scegliere le dimensioni degli align points. Questi non vanno impostati né troppo piccoli, né troppo grandi. Se fossero troppo piccoli Autostakkert non riuscirebbe a capire a quale parte dell'immagine appartengono, mentre se fossero troppo grandi l'immagine si deformerebbe all'interno dello stesso align point, rendendo inutile questo procedimento. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI6Hzml_AegFJn9xrYCjJWpM2BSzLHd3Vo-rOxCcuP7xL6ylKTa427NKpEYASl7iVjANCaEbvZbPw59G3p40Iq3XWrSQo8b1DJhRZ5aXiXmeLLrlHFyqkhp29PoUexJiG2FhUJCpTGYxcE/s1600/venus_gif_2.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="282" data-original-width="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI6Hzml_AegFJn9xrYCjJWpM2BSzLHd3Vo-rOxCcuP7xL6ylKTa427NKpEYASl7iVjANCaEbvZbPw59G3p40Iq3XWrSQo8b1DJhRZ5aXiXmeLLrlHFyqkhp29PoUexJiG2FhUJCpTGYxcE/s1600/venus_gif_2.gif" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stesso venere di prima, ma con gli Align Points</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Impostate le giuste dimensioni di align points è possibile posizionarli manualmente oppure automaticamente cliccando su "Place AP grid". Funziona quasi sempre, ma in alcune mie riprese ho ottenuto risultati migliori posizionandoli manualmente, quindi vale la pena fare un po' di tentativi. AS3 permette anche di posizionare align points di dimensioni variabili, cosa che ho trovato molto utile nelle riprese lunari. Posizionata la griglia di align points, finalmente, possiamo premere su <b>stack</b>!</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Ci vorrà qualche minuto, e questo tempo dipenderà ovviamente dal numero di frames sommati e la risoluzione del video.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHyTpfC7RXFt8YEpsFA2pFz28svjgqCs2hBldc5sOyIIBexvsnitetSXhjdt-uzIxMZJSmB4pUIvaOUOarW1tuORgMCupmQC8fPwbaTPY-OK1xNkeM3tjDOaCanHx1JEgq5DONZuCguYvt/s1600/wavelet_1%252B6.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHyTpfC7RXFt8YEpsFA2pFz28svjgqCs2hBldc5sOyIIBexvsnitetSXhjdt-uzIxMZJSmB4pUIvaOUOarW1tuORgMCupmQC8fPwbaTPY-OK1xNkeM3tjDOaCanHx1JEgq5DONZuCguYvt/s320/wavelet_1%252B6.png" width="160" /></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'immagine in formato .tiff ottenuta sarà, almeno a prima vista, un po' sfocata. </span><span style="font-family: verdana, sans-serif;">Per estrarre i dettagli presenti nell'immagine bisogna infatti usare </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Registax 6</b><span style="font-family: verdana, sans-serif;">, in particolare la funzione </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Wavelets</b><span style="font-family: verdana, sans-serif;">. I wavelet sono un arcano concetto matematico applicato all'elaborazione delle immagini. L'idea è "affettare" l'immagine in diversi livelli, divisi in base a quanto sono grandi i dettagli. Dopodiché si aumenta il contrasto (ovvero schiarisco le luci e scurisco le ombre) solo sul livello di dettagli che ci interessa. Nella schermata di Registax infatti si può vedere ogni wavelet (da 1 a 6, solitamente) che scala di dettagli va a modificare. Non c'è una regola scritta su come usare i wavelets: dipende molto dall'oggetto che si sta fotografando e dalla qualità dell'immagine. Solo una cosa è certa: i wavelets non fanno miracoli! La ripresa di partenza deve essere a fuoco e il seeing decente per ottenere buoni risultati. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNp2LusAdNEgh-hDEKNXbAWSm5H6UISoxGMbNXdoAYz0w8uD2qUir-WuiAj6w9Lm6_dnhkkaHyxltpJJ0QFN3HmP7ft6KeiVM4wmM53kBBNzH6DYswbXEHbb78gZYZDE-4srhVAQk8UCmp/s1600/registax6_wavelets.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNp2LusAdNEgh-hDEKNXbAWSm5H6UISoxGMbNXdoAYz0w8uD2qUir-WuiAj6w9Lm6_dnhkkaHyxltpJJ0QFN3HmP7ft6KeiVM4wmM53kBBNzH6DYswbXEHbb78gZYZDE-4srhVAQk8UCmp/s400/registax6_wavelets.PNG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 12.8px;">La schermata dei wavelet di Registax. Spostando lo slider si può decidere</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: 12.8px;">quanto aumentare la nitidezza su un certo livello di dettaglio. </span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif; text-align: justify;">Di seguito ecco gli effetti dei wavelets sui crateri Plato e Tycho. Il miglioramento è enorme!</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvVViG2OQ4m8u0UgcIOeMfaegBxCFjXjnshPSkSJivYGtmnMDGovQwbbOT0XuLZt0Kk2fejEuL_gWalL76SK3jB2ewW1VvzVyia1dTCsTTTizIgfFs1JWH02Mxf6BZeg_sB84luV_GIDZd/s1600/plato_wavelets.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvVViG2OQ4m8u0UgcIOeMfaegBxCFjXjnshPSkSJivYGtmnMDGovQwbbOT0XuLZt0Kk2fejEuL_gWalL76SK3jB2ewW1VvzVyia1dTCsTTTizIgfFs1JWH02Mxf6BZeg_sB84luV_GIDZd/s320/plato_wavelets.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Plato (wavelet applicati sulla parte destra)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzxxTIeDmFkIBdCZ9GDcH3Mhw3itgiY6LMBjSd0Nz8yjV6sgbOQkxKj_n-AshNCRFOt6QfoDrbfI3vS-Nf6WlDwbhWBdAxLRp5jIU9w7wwWLvMZlmkvasqKMpAIlhXoT48xSIqnwRTuynn/s1600/tycho_wavelets.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzxxTIeDmFkIBdCZ9GDcH3Mhw3itgiY6LMBjSd0Nz8yjV6sgbOQkxKj_n-AshNCRFOt6QfoDrbfI3vS-Nf6WlDwbhWBdAxLRp5jIU9w7wwWLvMZlmkvasqKMpAIlhXoT48xSIqnwRTuynn/s320/tycho_wavelets.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tycho (wavelet applicati sulla parte destra)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Naturalmente è necessaria un po' di pratica per ottenere buoni risultati: negli ultimi due mesi, dall'inizio del lock-down, ho accumulato circa 20 serate di riprese lunari. Ho quindi avuto modo di giocare parecchio con le impostazioni sia in fase di ripresa che di elaborazione. Prima o poi vi dirò qualche trucchetto, ma quelli sono più specifici a seconda dell'oggetto ripreso, quindi stonano un po' su un post introduttivo come questo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ammetto di essere stato un po' tecnico, ma spero di avervi dato almeno un'idea di come funziona il mondo delle riprese planetarie ad alta risoluzione. Non sono il massimo esperto mondiale in questo campo, dato che lo sto approfondendo seriamente da nemmeno due mesi, ma spero vivamente di poter incuriosire qualcuno e spingerlo a comprare una telecamerina planetaria! </span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-74552507420312522212020-04-18T21:53:00.000+02:002020-04-18T21:58:24.507+02:00Guida di sopravvivenza ai satelliti Starlink<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho osservato proprio ieri sera un passaggio dell'ultimo "trenino" di satelliti Starlink. Per quanto rappresentino uno spettacolo suggestivo, gli astrofili di tutto il mondo tremano al pensiero di un futuro non troppo remoto in cui il cielo sarà riempito da migliaia di satelliti, che rovineranno inesorabilmente le nostre immagini astronomiche. Ho sperimentato un po' sui metodi di elaborazione delle immagini per cercare di ridurre al minimo questo problema, e mi è sembrato il caso di scrivere una breve guida di sopravvivenza. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando noi facciamo una foto astronomica stiamo in realtà facendo una misura della luminosità del cielo: ogni pixel, quindi, è una misura della luminosità di quel quadratino di cielo che sta inquadrando. Esattamente come in laboratorio di fisica, quindi, possiamo migliorare la precisione della nostra misura (ovvero ridurre il rumore) effettuando delle misure ripetute. Questo è il motivo per cui, normalmente, scattiamo molte foto per poi eseguire uno "stacking". Utilizzando un dubbio parallelismo tra la fotografia astronomica e la misura di un tavolino, quindi, cerchiamo di capire come funzionano i vari algoritmi di stacking e di trovare quello migliore per le nostre esigenze. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima cosa che viene in mente, che è anche l'algoritmo di stacking più utilizzato, è fare la media delle misure. Questo sistema funziona bene finché tutte le misure sono più o meno simili tra loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le cose si complicano, però, in presenza di misure molto diverse dalle altre, come nel caso degli Starlink. I satelliti sono infatti decine o centinaia di volte più luminosi del fondo cielo. E' come misurare la lunghezza di un tavolo utilizzando un metro e ottenere le seguenti misure: </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
74.2 cm, 74.3 cm, 73.9 cm, 74.0 cm, 74.1 cm, 81938.16 cm. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fare la media non è una buona idea, perché il nostro tavolo sarebbe lungo 164 metri! Traducendo questo in fotografia astronomica, il satellite lascia una strisciata ben visibile. In questo caso abbiamo una misura molto più grande del valore medio e cinque misure molto più piccole del valore medio. Provando a fare lo stack medio di 7 immagini, infatti, si ottiene questo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxGMMwQqXAzAT-Icjb7XYxdIPGbSuJZiheds-v1jGPQxf-rCSRxrFv8VnMGV50pQiNGsK_eTp99AVZoJpAkGFtL-1XmJSIXMwJjIgqt4vanYBMh0wpQrzfPtU3DhAuHm-Z_cl0G2utR-rP/s1600/mean.png"><img border="0" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxGMMwQqXAzAT-Icjb7XYxdIPGbSuJZiheds-v1jGPQxf-rCSRxrFv8VnMGV50pQiNGsK_eTp99AVZoJpAkGFtL-1XmJSIXMwJjIgqt4vanYBMh0wpQrzfPtU3DhAuHm-Z_cl0G2utR-rP/s400/mean.png" width="400" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un modo più intelligente di trattare queste misure è considerare la mediana. Se prima avevamo cinque misure molto più piccole della media e una misura molto più grande, adesso scegliamo un valore posizionato in modo da avere lo stesso numero di misure più grandi e più piccole: tre da una parte, tre dall'altra. Il risultato, sempre applicato al nostro tavolo, è 74.2 cm. E' leggermente sbilanciato verso verso le misure più grandi che abbiamo ottenuto, ma non è disastroso come prima. Applicando lo stesso ragionamento alle foto di cui sopra otteniamo un risultato nettamente migliore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimuJ45gVHMGoI8hKhfsI1400DLY3DK3d77m9su2Du7ZUGCqx7wXAg71iIp4PMPRm0d-JVQpGx5HuZZIKAtPFTTNEoXL4AciDqGBwGWYGgfmaDLsx769Sley5fEmOLJ9s598qC_WvG24jS8/s1600/median.png"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimuJ45gVHMGoI8hKhfsI1400DLY3DK3d77m9su2Du7ZUGCqx7wXAg71iIp4PMPRm0d-JVQpGx5HuZZIKAtPFTTNEoXL4AciDqGBwGWYGgfmaDLsx769Sley5fEmOLJ9s598qC_WvG24jS8/s400/median.png" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le tracce sono quasi scomparse! Siamo sulla buona strada, ma si può fare di più. Se fossimo stati in laboratorio di fisica a misurare il tavolo e avessimo ottenuto una lunghezza di 819 metri avremmo sicuramente buttato la misura, considerandola evidentemente sballata. Nel caso delle immagini astronomiche, però, non sempre conviene buttare uno scatto, specialmente quando si lavora con pose lunghe, perché possono comunque contenere molto segnale utile. Ciò che facciamo, quindi, è escludere soltanto i pixel interessati dal passaggio del satellite, trasferendo in un algoritmo il processo mentale che ci ha fatto dire "ok questa misura è decisamente sbagliata, eliminiamola". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ultimo metodo si chiama kappa-sigma clipping. Ciò che fa è eliminare i dati troppo lontani dalla media, utilizzando come "distanza massima" la deviazione standard dei dati, un numeretto che misura quanto i dati sono distribuiti intorno alla media. Sempre considerando le nostre misure del tavolo, la deviazione standard sarebbe circa 300 m, a causa della presenza della misura sballata. Se riprendiamo la media di prima (164 metri) notiamo che le misure "giuste" sono distanti meno di 300 m dalla media (si dice entro "un sigma"), mentre la misura sballata è ampiamente più distante. Ciò vuol dire che se impostiamo kappa = 1, ovvero eliminiamo tutte le misure che si trovano al di fuori di 1-sigma, restiamo soltanto con le misure giuste! Effettuando la media non su tutte le misure, ma solo su quelle buone, otteniamo un valore attendibile. Il risultato, infatti, è ancora migliore. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTJLVuJ7hfCI3f6L6SKBAiUeSlmG8AvmojZBQjd7gNaZFIfhKCeK3HefBm3W_ju8i2XyrA79DhBBQPJxA-nnn-CfPl5c_NRPJE0YgMP-bulpZwf88ufnZSxfsHSMelfz-da8VYxOViUm3-/s1600/sigma-clip.png"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTJLVuJ7hfCI3f6L6SKBAiUeSlmG8AvmojZBQjd7gNaZFIfhKCeK3HefBm3W_ju8i2XyrA79DhBBQPJxA-nnn-CfPl5c_NRPJE0YgMP-bulpZwf88ufnZSxfsHSMelfz-da8VYxOViUm3-/s400/sigma-clip.png" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Salvare le nostre fotografie amatoriali, però, non elimina il problema Starlink. Avere così tanti puntini luminosi in cielo potrebbe rendere difficili le misure da Terra nel visibile, specialmente per gli strumenti a largo campo come il Large Synoptic Survey Telescope. Il danno maggiore, però, si avrà in radioastronomia: se la luminosità dei satelliti può essere abbassata utilizzando vernici assorbenti, non c'è molto da fare sulla loro emissione radio, dato che sono satelliti per telecomunicazioni. Purtroppo le leggi attuali sono piuttosto vaghe su chi ha diritto di autorizzare o meno privati a lanciare megacostellazioni di satelliti. Per esempio SpaceX è stata autorizzata dagli stati uniti, ma gli starlink sono e saranno sulla testa di tutto il mondo...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-21389287988377025732020-04-09T12:00:00.001+02:002024-01-09T00:55:26.284+01:00Alla scoperta dell'astrofotografia venusiana<div style="text-align: justify;">
<span face=""verdana" , sans-serif">In questo periodo singolare quanto difficile di quarantena non ho potuto far altro che riabbracciare l'astronomia balconara, per un paio di ragioni: in primo luogo, per ovvi motivi sanitari, non posso andare all'osservatorio astronomico. In secondo luogo, dopo anni passati a parassitare le telecamere dell'osservatorio, ho investito qualche soldo in una camera CMOS ASI 178 MM con annessi filtri colorati RGB, per inziare ad approfondire la fotografia planetaria ad alta risoluzione. Ovviamente in questi giorni ho avuto molto, molto tempo da dedicare a riprese ed elaborazione dei dati potendo quindi, tramite un po' di sano "trial and error", giungere a delle prime conclusioni riguardo il modo migliore (almeno a mio parere) di riprendere ed elaborare Venere.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif">Le nubi di Venere sono visibili nell'Ultravioletto vicino o nell'infrarosso, quindi per sperare di riprenderle è necessario un filtro che trasmetta queste zone dello spettro elettromagnetico. Un filtro passa-UV costa parecchio ed è un po' difficile procurarselo di questi tempi, quindi mi sono dovuto inventare qualcosa di diverso. Da un kit di filtri per l'osservazione visuale ho rimediato un filtro Wratten #47, che trasmette più o meno tra i 250 e i 450 nanometri, quindi a cavallo del vicino ultravioletto. Il problema di un filtro a vetro colorato come questo è che trasmette anche l'infrarosso. Per evitare di "sporcare" i dati in ultravioletto, quindi, l'ho affiancato ad un filtro IR-UV cut della baader che blocca l'infrarosso, pur lasciando passare la luce ultravioletta oltre i 300nm. </span></div><div style="text-align: justify;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div>
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<span face=""verdana" , sans-serif">Partiamo dal principio: il 15 marzo, felice come un bambino, apro la valigetta contenente la fiammante ASI 178. Catapulto il fidato C8 in balcone e inizio a riprendere. Facendo infatti un video nel canale Rosso e un video nel canale W47+IR-UV cut, fondendoli poi come canali in Photoshop, sono riuscito ad ottenere un discreto primo risultato, con forse qualche accenno di nuvolosità del pianeta. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQnZ-Wzx_qAeT24hBFw7bf2vMMWxyoD9_Nci_j-Y-p3EIN8ft-RQrpzAEd4Gy0kQjqwS7UgU8NzdvMbHAZB3zNxH_WyvS8bwIVKCWR41ElI-ns5JoGrYXm-7C0P9Pv3aus8rqEaYzZp_Ob/s1600/venere_20200215.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQnZ-Wzx_qAeT24hBFw7bf2vMMWxyoD9_Nci_j-Y-p3EIN8ft-RQrpzAEd4Gy0kQjqwS7UgU8NzdvMbHAZB3zNxH_WyvS8bwIVKCWR41ElI-ns5JoGrYXm-7C0P9Pv3aus8rqEaYzZp_Ob/w320-h320/venere_20200215.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span face=""verdana" , sans-serif"></span></div>
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<span face=""verdana" , sans-serif"><div style="text-align: justify;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></div>Il 28 febbraio tento un approccio leggermente diverso: provo a riprendere Venere con il Sole sopra l'orizzonte. Così facendo riprendo Venere ad un'altezza sull'orizzonte sensibilmente maggiore rispetto alle solite riprese al tramonto. L'unico problema è... Come puntarlo? Per fortuna viene in mio soccorso il GoTo della montatura Celestron SE: faccio l'allineamento Solar System sul Sole, puntandolo con il telescopio chiuso (non ho ancora acquistato un filtro solare per il C8), per poi fargli puntare automaticamente Venere. Con mia grande sorpresa, sapendo in che direzione guardare, Venere è visibile molto facilmente ad occhio nudo anche in pieno giorno! Riprendendo i due canali Rosso e W47+IR-UV cut come la sessione precedente ottengo un risultato nettamente migliore, con un po' di nuvolosità sparsa qua e là. </span></div>
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<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1W_MvuQ6pVM9LSQvRDaDum8QtJWlZsRT2z14lWFjzFvZ4a0TqXnaTEKFG4jNOAVSYiLloX7e-N3AvLEPOq8CPQX9iPHfSv63QvdTn3vhs36O4AvlsxMVsT-o_FM4Phqzw2BFUxTUYgA80/s1600/venere_dajeforte.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1W_MvuQ6pVM9LSQvRDaDum8QtJWlZsRT2z14lWFjzFvZ4a0TqXnaTEKFG4jNOAVSYiLloX7e-N3AvLEPOq8CPQX9iPHfSv63QvdTn3vhs36O4AvlsxMVsT-o_FM4Phqzw2BFUxTUYgA80/s320/venere_dajeforte.png" width="320" /></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif"><div style="text-align: justify;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></div>Nel giro di una settimana cambia tutto: il numero di contagi da coronavirus aumentano esponenzialmente, chiudono tutte le università, e mi ritrovo intrappolato a casa a Frosinone. Siccome la cosa migliore che posso fare è restare a casa e proteggere la mia sanità mentale dedicandomi ad attività che mi rilassano, il 16 marzo tento una nuova ripresa, ma utilizzando una barlow 3X. Non avevo provato prima perché ingrandire troppo con un cattivo seeing non è mai una buona idea, ma riprendendo di giorno durante questo periodo di alta pressione sono riuscito ad ottenere immagini molto più stabili. Il risultato, finalmente, ha superato le mie aspettative. Anche le giornate del 18, 19 e 20 marzo sono state buone e sono riuscito ad accumulare molti dati di buona qualità. Ho elaborato e rielaborato tutti i video diverse volte, provando tecniche e programmi diversi.</span></div><div style="text-align: justify;">
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<span face=""verdana" , sans-serif">Per ora il risultato migliore l'ho ottenuto selezionando i frames migliori con PIPP (Planetary Image Pre Processor), con successivo stacking e sharpening con il software Astrosurface. Astrosurface, un po' come Registax, permette di estrarre i dettagli dalle immagini utilizzando i Wavelets (forse un giorno vi spiegherò come funzionano, per ora fate finta che si tratti di magia). Un po' meno intuitivo da usare, ma sembra funzionare meglio! </span><br />
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<span face=""verdana" , sans-serif">Queste sono le immagini nel solo canale W47. Il 18 marzo c'è stato il seeing peggiore, il 19 quello migliore, come si può notare dalla quantità di dettagli visibili. </span><br />
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<span face=""verdana" , sans-serif"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzRI7fysXMt24KBk8lGYCS0KAdBYGA-R9EPwWAXUM91Prm5mME0BBbTl_ehmN6ZRJMaBL0H7ERkCQcT34Owb-iPnOubrhfpOa-wjB96FibK2q6wRzl0UxpOhO8j8HIHbFAs-fo7iTrgy5j/s1600/venus_astrosurface.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="529" data-original-width="1000" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzRI7fysXMt24KBk8lGYCS0KAdBYGA-R9EPwWAXUM91Prm5mME0BBbTl_ehmN6ZRJMaBL0H7ERkCQcT34Owb-iPnOubrhfpOa-wjB96FibK2q6wRzl0UxpOhO8j8HIHbFAs-fo7iTrgy5j/s400/venus_astrosurface.png" width="400" /></a></span></div>
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<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Fondendo opportunamente i canali in UV e R ho ottenuto un'immagine a colori "naturali" del pianeta. La fusione è R=R, G = 50% R + 50% W47, B = W47. Successivamente ho sovrapposto con filtro "luce soffusa" un'immagine in bianco e nero in filtro W47, elaborata in maniera più aggressiva per mostrare le nubi.</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOdk_PwdGNSU_GlnrUsuqAWevn9Bv5rwLr3s5CXw3rANNzc9FxYEp_6gk6N1pvhPhHDPby-GWqOzemITo3B-A4ii_vgfYFm32SdVVGLuj_dvszPMFCBoeGsRNLvFTXYH8AqdAS29EUckSh/s1600/Venere-20200319_astrosurface_2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="989" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOdk_PwdGNSU_GlnrUsuqAWevn9Bv5rwLr3s5CXw3rANNzc9FxYEp_6gk6N1pvhPhHDPby-GWqOzemITo3B-A4ii_vgfYFm32SdVVGLuj_dvszPMFCBoeGsRNLvFTXYH8AqdAS29EUckSh/s400/Venere-20200319_astrosurface_2.png" width="400" /></a></div>
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<span face=""verdana" , sans-serif">Davvero un bel risultato, considerato che si tratta di un 20cm. Ho visto immagini peggiori fatte con telescopi con il doppio del diametro! Ovviamente non è tutto merito mio, ma del seeing che è stato davvero molto favorevole. </span><br />
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<span face=""verdana" , sans-serif">La mia più grande limitazione, per ora, è il diametro dello strumento. 20 cm sono sufficienti per ottenere dettagli interessanti, ma naturalmente non vedo l'ora di poter effettuare delle riprese da Campo Catino!</span><br />
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Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-31900191933050103362020-04-08T21:14:00.000+02:002020-04-08T21:14:22.113+02:00Appello ai giornalisti<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Guardate cosa avete fatto. Guardate quest'immagine.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmeoP0d-fls8DMzvgcT1c4mAHviECYuHMMtAqrCpYYKNbQlafvP7BDmcLxTkJtsNNPsYSPf9AMwPKxbFEqNNp5jcvYwH8FAXe3tM4mLbTtS7LivybNsDHCRtfpxJ9EHn7icronIAmtIFuA/s1600/c2fc151c-ec4c-4e28-9255-d182e092265a.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmeoP0d-fls8DMzvgcT1c4mAHviECYuHMMtAqrCpYYKNbQlafvP7BDmcLxTkJtsNNPsYSPf9AMwPKxbFEqNNp5jcvYwH8FAXe3tM4mLbTtS7LivybNsDHCRtfpxJ9EHn7icronIAmtIFuA/s400/c2fc151c-ec4c-4e28-9255-d182e092265a.jpg" width="400" /></a></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La riconoscete? E' la cometa C/2019 Atlas, quella sulla quale avete scritto articoli dicendo che sarebbe diventata luminosa quanto la Luna o che sarebbe diventata visibile di giorno.</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ogni volta che scrivete articoli sensazionalistici su una cometa, questa si disintegra divorata dall'ansia di non soddisfare le aspettative dei terrestri. E' ora di mettere fine a questo massacro.</span></div>
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<br />Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-38795175449529993512020-04-06T11:28:00.001+02:002020-04-06T11:28:59.250+02:00Venere e Pleiadi: otto anni dopo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il Sistema Solare è pieno di moti periodici: il giorno terrestre, il mese lunare, l'anno terrestre... sono tutti periodi a cui siamo ben abituati. Esistono però ricorrenze più lunghe alle quali facciamo meno caso, perché ovviamente scandiscono di meno la nostra vita. Basti pensare al ciclo di Saros, che regola le ricorrenze delle eclissi, che abbraccia un periodo di 18 anni, o addirittura al moto di precessione terrestre, con un periodo di ben 26000 anni. Il ciclo che ci interessa in questi giorni, però, è quello tra Terra e Venere. </span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Venere e Terra sono in risonanza orbitale, ovvero il rapporto tra i periodi di Terra e Venere è un numero frazionario. In particolare ogni 8 rivoluzioni terrestri Venere compie 13 rivoluzioni. Ciò vuol dire che ogni 8 anni il ciclo si ripete, e Venere si trova sempre nella stessa posizione relativamente alla Terra.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlVX0wHVn51HTLwR-3ABadBC8DtQgFov3YNo28XeE129RnhEXJlREZQ-xzfRd7QHqn5Q5b5rJsiiJy6mfyPbFqw5CwwA4eY4foZw1Ua6k9nB_8v0mzqUsoPRjwb641Fo7lw6I6Kl_Y6W1K/s1600/venerepleiadi_02_03_04aprile.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlVX0wHVn51HTLwR-3ABadBC8DtQgFov3YNo28XeE129RnhEXJlREZQ-xzfRd7QHqn5Q5b5rJsiiJy6mfyPbFqw5CwwA4eY4foZw1Ua6k9nB_8v0mzqUsoPRjwb641Fo7lw6I6Kl_Y6W1K/s400/venerepleiadi_02_03_04aprile.jpg" width="265" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel caso nostro, ogni 8 anni si verifica la bellissima congiunzione tra Venere e le Pleiadi. La osservai l'ultima volta nel 2012, scrissi anche un <a href="https://astronomiadabalcone.blogspot.com/2012/04/venere-e-le-pleiadi.html">articoletto</a> su questo stesso blog con annesso disegno. Stavolta anziché disegnarla ho deciso di fotografarla. Montando la mia reflex sulla montatura altazimutale del Celestron C8 SE ho realizzato un gran numero di esposizioni da 20'' a f/16. Il rapporto focale così spinto è servito per formare gli spikes attorno a Venere, penalizzando però la ripresa delle parti più deboli dell'ammasso. Le tenui nebulose a riflessione che permeano l'ammasso, in ogni caso, non sarebbero mai state visibili dal cielo di Frosinone con la Luna in fase avanzata e Venere così vicino. La foto finale è una media delle immagini realizzate il 2, 3 e 4 aprile, allieate sulle stelle in modo da mostrare il movimento del pianeta. Si intuisce anche la differenza di colore tra Venere, giallo, e le calde stelle delle pleiadi, che sono invece azzurre. </span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci vorrà un po' di pazienza prima di vedere un'altra congiunzione del genere, dato che avverrà nel 2028. Ciò non deve intristirci, perché ci saranno tanti altri eventi astronomici interessanti nel frattempo! Verso fine 2020, per esempio, potremo osservare una congiunzione strettissima tra Giove e Saturno, che li renderà osservabili in un colpo solo all'interno di un oculare a basso-medio ingrandimento. </span></div>
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Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-55626470591295032492019-07-31T17:20:00.000+02:002019-08-01T18:28:46.155+02:00Una Super-Terra e due Sub-Nettuni scoperti da TESS! <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un esopianeta che ho contribuito a scoprire è stato pubblicato su Nature Astronomy! Per la prima volta ho provato il brivido di essere <i>intervistato </i>riguardo una scoperta scientifica<i>, </i>potendo finalmente mostrare a molteplici persone che vedono ExtraTV (Una tv locale del frusinate) quanto io sia incapace ad osservare una telecamera senza sentirmi a disagio fisicamente e psicologicamente. Non solo, mi hanno fatto delle domande per un articolo su Media-INAF e mi hanno commissionato un articolo per Nuovo Orione! Ma terminando queste due righe di finta modestia, parliamo un po' di cosa è stato scoperto.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il sistema TOI 270, dove TOI sta per <i>Tess Object of Interest</i>, è un sistema di tre pianeti che orbitano attorno ad una nana rossa di tipo M. Le nane di tipo M sono stelle con una massa pari a circa la metà di quella del Sole, ma nonostante le dimensioni sono incredibilmente longeve: il Sole (una stella di tipo G) vive una decina di miliardi di anni, mentre le nane rosse possono arrivare a centinaia o <i>migliaia di miliardi</i> di anni. Queste stelle sono anche le più diffuse di tutto l'universo! Se si vuole cercare vita fuori dalla Terra, quindi, queste piccole stelle rappresentano un ottima pista. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il sistema TOI 270 è molto, molto piccolo: il pianeta più esterno orbita a sole 0.07 AU dalla sua stella, a una distanza otto volte inferiore alla distanza Sole-Mercurio. E' talmente piccolo che, se la stella si trovasse al posto di Giove, entrerebbe comodamente nelle orbite dei satelliti più esterni del nostro pianeta gigante. I tre pianeti sono rispettivamente una Super-Terra, 1.2 volte più grande del nostro pianeta e due Sub-Nettuniani, grandi circa la metà di Nettuno e gassosi. La Super-Terra è molto vicina alla stella, e per questa ragione è un deserto rovente a 250°C, decisamente inospitale per la vita. Il terzo pianeta, invece, si trova ad una temperatura di circa 67°C: pur non trovandosi dentro la fascia abitabile della stella, è comunque molto interessante dal punto di vista dello studio della sua atmosfera.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un altro fatto interessante è che questi tipi di pianeti non sono presenti nel nostro Sistema Solare, pur essendo i più diffusi nella nostra galassia, stando almeno alle statistiche redatte utilizzando i dati di Kepler. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS3aceIG67_BUAh61usKP40OB9JUtuVvsdqPvwkU96MJVETG3cUigHaNFgBB28r7zO4mQnSzEeb5ecG7bGh0CWISJ1pTNqvZM-v2DlZ_my_51zWxZSXmtXjcGSAudv3jiXzJaz_-p0QUcM/s1600/sistemaTriplo_TESS+%255Bcredit+nasa.gov%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS3aceIG67_BUAh61usKP40OB9JUtuVvsdqPvwkU96MJVETG3cUigHaNFgBB28r7zO4mQnSzEeb5ecG7bGh0CWISJ1pTNqvZM-v2DlZ_my_51zWxZSXmtXjcGSAudv3jiXzJaz_-p0QUcM/s320/sistemaTriplo_TESS+%255Bcredit+nasa.gov%255D.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il sistema TOI 270</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il ruolo dell'osservatorio di Campo Catino in questa scoperta sta nell'aver fornito un'osservazione del terzo pianeta, "certificando" l'assenza di stelle variabili che potevano aver generato un falso segnale. Questa è la bruttissima foto (le foto scientifiche sono molto meno impressionanti delle fotografie estetiche) della stella che ospita i tre pianeti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7CcPnabZz3KGKCWKjLT7yaKqPFnBjvY4jrdr6fwB1DNaFNuIQbKksVve_v74Ia7qsrVJKUryOnak5nZFFBMFBZ9vDXJ1TaRJsugek_XBvPuDGX-2VzviP9WFDugJgjRrktJZY7ryDIaK5/s1600/TIC259377017.03_T17SSO_20181228_CLEAR_fov_crop.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="486" data-original-width="1291" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7CcPnabZz3KGKCWKjLT7yaKqPFnBjvY4jrdr6fwB1DNaFNuIQbKksVve_v74Ia7qsrVJKUryOnak5nZFFBMFBZ9vDXJ1TaRJsugek_XBvPuDGX-2VzviP9WFDugJgjRrktJZY7ryDIaK5/s320/TIC259377017.03_T17SSO_20181228_CLEAR_fov_crop.png" width="320" /></a></span></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Concludo lasciando dei link ai vari articoli e video sull'argomento: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://www.nasa.gov/feature/goddard/2019/nasa-s-tess-mission-scores-hat-trick-with-3-new-worlds/">Articolo sul sito della NASA</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://www.nature.com/articles/s41550-019-0845-5">Pubblicazione su Nature Astronomy</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<a href="https://www.media.inaf.it/2019/07/29/tess-tre-pianeti/"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Articoletto su Media-INAF</span></a><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://www.facebook.com/extratvitaly/videos/706873029736810/?__tn__=kCH-R&eid=ARDGp442PfU318p7BfAiWe1aWXT6MMMpb3NGw_Wo7nsSAT-cOB04Vxz2VrhT2s-hMjHwrXqQqxOtEwKh&hc_ref=ART2jvf69BtM105Od_fLLjnt8gug4t0F_rvYMM1jYXIibsYnklaMEpfzZvHWlQCQl3c&fref=nf&__xts__[0]=68.ARDuiZpWoFUtdHDdjBJFQdCGXbqamBYHXoFAJQXQpVF86slq5NirlJi6kfF0UJ_EQPF6KsUbYVCisPHxnzzzz02nKuU3RjngKcskeP0KJg8afvf77ECHWbJnlvWgxRrf1ngf_TLWciggwHfvIcERIIyJ8nr5F2Sg2Y5_i2xdp-BAarAa5DxpP_mWdaoMYIEVK7kGGzSI_xeJjbxv1JtqeT4B9skIDXsdbbgd56J2i6RD01jjPqm-vJjqFgtv-M-2nuwsn4T5xcTHbdmtERaF9a1FFJZ1j6H5F3jFT_A_-h9PsLk5OaKVrl5ZlE3lmxoLVLEhtCRS01oq-5SJp8WTlIqCELYHhKQUm6nP">Intervista a ExtraTV</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-81204223108006570122019-06-30T20:06:00.000+02:002019-06-30T20:06:29.536+02:00Sono su The Astronomical Journal!<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Forse negli ultimi giorni avrete letto una notizia riguardante TESS, il Transiting Exoplanets Survey Satellite, pubblicata sul sito della NASA. La sonda in questione ha infatti scoperto il 'suo' pianeta più piccolo, un mondo roccioso di dimensioni intermedie tra Terra e Marte, che fa parte di un sistema di tre pianeti chiamato L 98-59.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeIYzMgeMcflOSZrKkew_z5xQ-qGZ5906kcNMPtrU5HcYM-WP-FPKc0vVsRUSIytxvaXluywy0hHUmCH-kwTItB0Koke0KTodFVKVli4wo8KGoDy3e3VHqNYc17shAwZu2bM2XabPAB0Iv/s1600/l98-59_planets.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="985" height="127" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeIYzMgeMcflOSZrKkew_z5xQ-qGZ5906kcNMPtrU5HcYM-WP-FPKc0vVsRUSIytxvaXluywy0hHUmCH-kwTItB0Koke0KTodFVKVli4wo8KGoDy3e3VHqNYc17shAwZu2bM2XabPAB0Iv/s400/l98-59_planets.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rappresentazione artistica del sistema.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Perché la scoperta è interessante? Perché su Astronomical Journal e sulla relativa pubblicazione ho contribuito, insieme a Franco Mallia dell'osservatorio di Campo Catino, con una osservazione di follow-up di questo sistema planetario. Per aiutare la conferma degli esopianeti identificati da TESS è stato infatti istituito il Tess FollowUp Observing Project, che coordina gli osservatori terrestri (tra i quali quello di Campo Catino dove lavoro) in modo da ottenere informazioni aggiuntive sui sistemi scoperti. In particolare, il nostro contributo è stato fornire un'osservazione che ha escluso la presenza di falsi positivi per il secondo pianeta del sistema. Qui sotto il link all'articolo sul sito della NASA, dove trovate anche l'articolo pubblicato su Astronomical Journal:</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">https://www.nasa.gov/feature/goddard/2019/nasa-s-tess-mission-finds-its-smallest-planet-yet/</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo è solo una delle diverse pubblicazioni in cui l'osservatorio è coinvolto. A breve TESS inizierà a cercare candidati esopianeti nell'emisfero nord celeste, trovando quindi un sacco di target ben osservabili dalle nostre parti: restate sintonizzati per altre mirabolanti scoperte scientifiche!</span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/01415638259719673871noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-47122108652956719592019-04-12T19:38:00.001+02:002019-04-12T19:38:45.048+02:00Ma quindi, di questo buco nero, cosa abbiamo visto?<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I buchi neri sono neri: non si possono vedere, perché non emettono luce. Ma quindi cosa diavolo hanno fotografato con l'Event Horizon Telescope, e perché quella specie di ciambella è un'immagine di inestimabile valore scientifico?</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Partiamo dal principio, capendo un po' cosa sia un buco nero. È un oggetto estremamente denso, che come previsto dalla relatività generale curva lo spazio-tempo intorno a sé così tanto da impedire alla luce di fuoriuscirne. E se non riesce a sfuggire nemmeno la luce, significa che nulla può sfuggirne, nemmeno le informazioni. Ciò significa che di ciò che si trova all'interno dell'orizzonte degli eventi, ovvero la superficie matematica che delimita il 'buco', non si può sapere nulla. O quasi: le teorie attuali si rompono in campi gravitazionali così forti, e l'unico modo per spiegare ciò che avviene è accettare il fatto che nell'universo possano esistere dei punti con densità infinita, delle singolarità.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se le leggi fisiche si rompono all'interno del buco nero, possiamo sperare che ciò non avvenga negli immediati dintorni: la relatività generale di Einstein ha sempre funzionato alla perfezione modellizzando lenti ed onde gravitazionali, ma chi ci assicura che funzioni in un ambiente così estremo? Per testare questa teoria serve quindi un esperimento, ma fotografare un buco nero è impossibile. È però possibile fotografare gli immediati dintorni dell'orizzonte degli eventi, e confrontare il loro aspetto con le simulazioni fatte seguendo la teoria che si vuole testare. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ciò che è stato fatto dal team di Event Horizon Telescope è in effetti uno degli esperimenti più ambiziosi della storia della fisica: hanno messo insieme otto radiotelescopi in tutto il mondo osservando per quattro giorni due buchi neri, utilizzando la tecnica dell'interferometria per ottenere immagini con la risoluzione di un telescopio virtuale grande quanto la Terra. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima della conferenza tutti quanti ci aspettavamo una foto di Sagittarius A*, il buco nero centrale della Via Lattea: ci hanno mostrato invece l'immagine di Virgo A*, il buco nero supermassiccio al centro della galassia M87. Questo buco nero ha una massa di 6.5 miliardi di masse solari, è lontano 55 milioni di anni luce ed è più grande del nostro Sistema Solare. L'immagine mostra una specie di ciambella rossastra, nettamente più luminosa su un lato. Come si può interpretare?</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0G60in8fK1UYG_7QO043Gu5QCcmSZlSU_wN_qc-JXsMo79YfbZ410qILTrkjEfWJ7uwHg7Q_JI3IEwA6sFLyHpi518829Y4O5OCMDvBDu3rkOp_DPTJD0dTCZigyugJDpffBIaUm10Gjd/s1600/01-eso1907a-press.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0G60in8fK1UYG_7QO043Gu5QCcmSZlSU_wN_qc-JXsMo79YfbZ410qILTrkjEfWJ7uwHg7Q_JI3IEwA6sFLyHpi518829Y4O5OCMDvBDu3rkOp_DPTJD0dTCZigyugJDpffBIaUm10Gjd/s320/01-eso1907a-press.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per cominciare, cerchiamo di capire cosa sia il buco al centro. Non è in realtà l'orizzonte degli eventi! L'interno della ciambella corrisponde al raggio della più interna orbita circolare stabile: se valesse la gravità newtoniana, se dotati di una velocità sufficiente potremmo orbitare anche a un centimetro di distanza dall'orizzonte. Siccome però vale la relatività generale, esiste un raggio sotto il quale qualunque corpo cade all'interno dell'orizzonte degli eventi. È quindi questa l'ombra nera che osserviamo: il limite sotto il quale il gas vorticante attorno al buco nero smette di orbitare e cade.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il disco intorno, come appena detto, è composto da gas estremamente caldo che orbita attorno al buco nero in attesa di precipitare. La velocità orbitale è una frazione sensibile della velocità della luce, e la frizione lo scalda fino a un miliardo di gradi kelvin, facendogli emettere raggi X e onde Radio, quelle che sono state osservate. Un lato di questo disco è più chiaro per l'effetto di redshift relativistico, dovuto al fatto che si sta muovendo verso di noi, mentre il lato opposto è più scuro perché si sta allontanando da noi. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Stiamo vedendo questo buco nero di faccia: per questa ragione vediamo il disco di accrescimento per intero e non osserviamo eclatanti effetti di lensing gravitazionale, che si osserverebbero invece se lo vedessimo di taglio (come probabilmente succederà per Sagittarius A, quando rilasceranno la prima foto). </span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poco dopo la conferenza hanno spiegato perché non abbiamo visto una foto di Sagittarius A*: le nubi di gas si muovono troppo velocemente, e il processo di elaborazione è più difficile. Infatti per M87A* il tempo scala di variazione dell'immagine è di diversi giorni (basti vedere le quattro immagini riprese in quattro giorni) e sopratutto è molto più grande delle 8 ore di acquisizione dati per ogni osservazione. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> In SgrA* le nubi si muovono più velocemente delle 8 ore di acquisizione, e si ottiene l'equivalente di una foto mossa. C'è quindi ancora del lavoro da fare. </span><br />
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguDHDkpf8QSYre5oQIWbn3i71wtDB-vVeujoctHQgo2Y5KEnlI_lo_mhk2B8L-Vk7ZCtEJ1jGbM7GkQNnpUHRZDisOckSbJMxH3gK_FxWy7ivQRrtuKL7Xw45xH6PbW4fhzUse0Kp2Oyw5/s1600/fig1-6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="890" data-original-width="1600" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguDHDkpf8QSYre5oQIWbn3i71wtDB-vVeujoctHQgo2Y5KEnlI_lo_mhk2B8L-Vk7ZCtEJ1jGbM7GkQNnpUHRZDisOckSbJMxH3gK_FxWy7ivQRrtuKL7Xw45xH6PbW4fhzUse0Kp2Oyw5/s320/fig1-6.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La parte contemporaneamente bella e brutta è il fatto che sia perfettamente in accordo con la relatività generale: questa teoria non smette di funzionare da più di un secolo nei regimi gravitazionali più disparati, e questa foto è un'ulteriore conferma della sua solidità. C'è però un grosso problema, una sorta di vicolo cieco nella fisica moderna: la relatività generale è completamente incompatibile con la meccanica quantistica, e la ricerca di una nuova teoria quantistica della gravità poteva partire proprio da questa foto, se fosse stata diversa dalle aspettative. Quindi, più o meno segretamente, tutti i fisici si aspettavano che fosse totalmente diverso dalle aspettative! Non è stato così, quindi la strada della teoria del tutto è ancora lunga. In attesa del rilascio della foto di Sagittarius A* vi lascio una foto di M87, fotografata qualche mese fa da Campo Catino, dove si vede anche il getto relativistico emesso dal buco nero.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ8h_9Wbc8lIeSshsTOsDaFptUz843iK3HVAec0vyNmJXBlA6mMIkFduqmqXSdaFcLj7Yxig1VM969TnAmQF7j8_LlTQvJaUbet3WekZox78YiD9ryb_M9yIyOvDvpJSSZhVthZUXF8UtQ/s1600/M87_1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ8h_9Wbc8lIeSshsTOsDaFptUz843iK3HVAec0vyNmJXBlA6mMIkFduqmqXSdaFcLj7Yxig1VM969TnAmQF7j8_LlTQvJaUbet3WekZox78YiD9ryb_M9yIyOvDvpJSSZhVthZUXF8UtQ/s320/M87_1.png" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-88352453653238897482018-10-31T13:32:00.002+01:002018-10-31T13:32:50.824+01:00Le nuvole cattive fabbricate dagli elfi<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Negli ultimi giorni, su Facebook, sta spopolando un'immagine complottara in cui si svela la natura di un particolare tipo di nubi, che non sarebbero naturali, ma causate da terribili onde elettromagnetiche ELF. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjB9wuHaWCqN5Uymg-E14O8L2p6IcPdtpo96FM9OKbhxqj2jjGXurUyq33krTT3I7SWM0W1PfRbiCjMki6wZzxcuJKt-7j7QKyMilrhgui1z3aS_cBynJ-ZscJ4aq6ZG3Q5RAS09vEVHoV/s1600/gombloddo.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="344" data-original-width="417" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjB9wuHaWCqN5Uymg-E14O8L2p6IcPdtpo96FM9OKbhxqj2jjGXurUyq33krTT3I7SWM0W1PfRbiCjMki6wZzxcuJKt-7j7QKyMilrhgui1z3aS_cBynJ-ZscJ4aq6ZG3Q5RAS09vEVHoV/s320/gombloddo.PNG" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La descrizione è la seguente (ovviamente condita da una quantità eccessiva di emoji, da bravi cinquantenni buongiornissimokaffettari):</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span class="_5mfr" style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; margin: 0px 1px;"><span class="_6qdm" style="background-image: url("https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/f6e/1/16/1f534.png"); background-repeat: no-repeat; background-size: contain; color: transparent; display: inline-block; font-family: inherit; font-size: 16px; height: 16px; text-shadow: none; vertical-align: text-bottom; width: 16px;">🔴</span></span><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> QUANDO </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/osservate?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">OSSERVATE</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> QUESTO </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/tipo?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">TIPO</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> DI </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/cielo?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">CIELO</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> NN SONO LE COSIDDETTE </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/nuvole?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">NUVOLE</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> A PECORELLE</span><span class="_5mfr" style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; margin: 0px 1px;"><span class="_6qdm" style="background-image: url("https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/f77/1/16/203c.png"); background-repeat: no-repeat; background-size: contain; color: transparent; display: inline-block; font-family: inherit; font-size: 16px; height: 16px; text-shadow: none; vertical-align: text-bottom; width: 16px;">‼</span></span><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;">...</span><br style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;" /><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;">MA SI TRATTA DI </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/onde?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">ONDE</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/elf?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">ELF</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> ( ELF WAVES ) </span><br style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;" /><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/campi?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">CAMPI</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;"> </span><a class="_58cn" data-ft="{"type":104,"tn":"*N"}" href="https://www.facebook.com/hashtag/elettromagnetici?source=feed_text" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; text-decoration-line: none;"><span class="_5afx" style="direction: ltr; font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;"><span aria-label="hashtag" class="_58cl _5afz" style="font-family: inherit; unicode-bidi: isolate;">#</span><span class="_58cm" style="font-family: inherit;">ELETTROMAGNETICI</span></span></a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px;">... </span><span class="_5mfr" style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; margin: 0px 1px;"><span class="_6qdm" style="background-image: url("https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/fdc/1/16/26a0.png"); background-repeat: no-repeat; background-size: contain; color: transparent; display: inline-block; font-family: inherit; font-size: 16px; height: 16px; text-shadow: none; vertical-align: text-bottom; width: 16px;">⚠️</span></span><span class="_5mfr" style="background-color: white; color: #666666; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; margin: 0px 1px;"><span class="_6qdm" style="background-image: url("https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/fdc/1/16/26a0.png"); background-repeat: no-repeat; background-size: contain; color: transparent; display: inline-block; font-family: inherit; font-size: 16px; height: 16px; text-shadow: none; vertical-align: text-bottom; width: 16px;">⚠️</span></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le onde ELF, che in inglese significa Elfo, sono le cosiddette Extremely Low Frequency Waves, onde a frequenza estremamente bassa, compresa tra i 3 e i 30HZ . Traducendo questo in lunghezza d'onda </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">(lunghezza d'onda = velocità della luce diviso frequenza)</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">, si parla di onde lunghe migliaia di kilometri : decisamente non la lunghezza d'onda osservata in quelle innocenti nuvolette! A quale fenomeno è dovuto quindi quell'aspetto ondulatorio? Innanzitutto notiamo un dettaglio che ai complottari è sfuggito: tutte le nubi a onda si trovano principalmente oltre o in corrispondenza gli appennini, verso la costa adriatica, oppure in croazia, dove comunque ci sono delle catene montuose.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4G2II1nkS3Ttt6bqj2pW5vU42Z20iOiYagwM5ktpJTiOV3DLYiIdGzrUx09hY-acnFzWTyfhN2tYOjTzsfypiplJ9_jWVxhr5Ga8ACqPAySd2kgz26ibE8X8yxBd0OeFSJFFJ9f-hNNYI/s1600/45159265_10215078941301349_8644064567342661632_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="634" data-original-width="800" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4G2II1nkS3Ttt6bqj2pW5vU42Z20iOiYagwM5ktpJTiOV3DLYiIdGzrUx09hY-acnFzWTyfhN2tYOjTzsfypiplJ9_jWVxhr5Ga8ACqPAySd2kgz26ibE8X8yxBd0OeFSJFFJ9f-hNNYI/s320/45159265_10215078941301349_8644064567342661632_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le nubi si formano quando una massa d'aria si trova a precise condizioni di temperatura e pressione, alle quali il vapor d'acqua condensa in piccole goccioline visibili ad occhio nudo: in generale, se prendo una massa d'aria calda e la sollevo rapidamente, abbassandone la temperatura, questa condensa in una nube. E' esattamente ciò che succede quando in pianura il cielo è sereno, mentre le cime montuose sono immerse in nubi cumuliformi. Se una massa d'aria troppo calda per condensare (ad esempio proveniente dal mar Tirreno, cosa molto comune) incontra una montagna, questa tende a salire seguendo il pendio. Arrivata intorno alla cima la temperatura sarà abbastanza bassa da farla condensare. Superata la cima può succedere che anziché semplicemente scendere a valle e dissolversi, l'aria proveniente dal mare inizi a "galleggiare" sull'aria più densa sottostante, scendendo periodicamente sotto il livello di condensazione. In questo modo si formano quelle nubi a forma di onde: quando l'aria è sopra il livello di condensazione si forma una nube, altrimenti no, tutto questo a intervalli regolari tra i 5 e i 30km. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY4mL2F-hT6M1-FhbU3FYrBgSOMaHSHMRakWmKvbTeSR1GCvHMqgqWWxasJEAS9XNgPzLc-oaLAKgh82Yu1P_3bcWz0_qX9vadD6Ub1Z6p-hQQsip_uXdX5pJnq-xSOgY8m2h4FpcVvX3y/s1600/ariaoscillante.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="846" data-original-width="1600" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY4mL2F-hT6M1-FhbU3FYrBgSOMaHSHMRakWmKvbTeSR1GCvHMqgqWWxasJEAS9XNgPzLc-oaLAKgh82Yu1P_3bcWz0_qX9vadD6Ub1Z6p-hQQsip_uXdX5pJnq-xSOgY8m2h4FpcVvX3y/s320/ariaoscillante.png" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Insomma, non ci sono strani marchingegni militari dietro queste nuvole, ma soltanto un po' di fisica. Ciò non rende il fenomeno meno affascinante! </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-32262121790871952802018-09-20T16:29:00.000+02:002018-09-20T16:29:39.333+02:00All'inseguimento della Giacobini-Zinner<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sui giornali, nelle ultime settimane, si sente parlare di una fantomatica "cometa verde" che sta solcando i nostri cieli, visibile in un binocolo: nulla di più vero!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa cometa è la 21/p Giacobini-Zinner: 21/p sta per la ventunesima cometa periodica (la "p") scoperta dalla Halley in poi. Giacobini e Zinner sono invece i cognomi dei due scopritori: il primo la scoprì nel 1900, perdendone poi le tracce, mentre il secondo la ritrovò nel 1913. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9e/21P_Giacobini-Zinner_orbit.PNG/310px-21P_Giacobini-Zinner_orbit.PNG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img alt="Immagine correlata" border="0" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9e/21P_Giacobini-Zinner_orbit.PNG/310px-21P_Giacobini-Zinner_orbit.PNG" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il periodo orbitale di questa cometa è relativamente breve, poco più di sei anni e mezzo, con un'orbita che la porta tra una distanza minima simile alla distanza Terra-Sole e una distanza massima vicina all'orbita di Giove. Siccome il periodo orbitale di cui sopra è quasi la metà del periodo orbitale di Giove, segue che ogni due orbite circa i due corpi si trovano relativamente vicini tra di loro: la gravità del pianeta gigante, quindi, perturba notevolmente l'orbita, che di conseguenza è tutt'altro che stabile. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Avvicinandosi al Sole raramente diventa più luminosa della magnitudine 8, complice il fatto che il perielio non è poi così vicino e che il nucleo è di soli 2km di diametro. Questa magnitudine la rende troppo debole per essere visibile ad occhio nudo, ma abbastanza luminosa per essere vista, almeno come un batuffolino, in piccoli binocoli. L'avvicinamento di quest'anno è stato particolarmente favorevole: è arrivata ad una distanza minima di circa 60 milioni di Kilometri, più o meno la distanza che ci separava da Marte durante l'opposizione del 27 luglio, arrivando alla magnitudine 7. Casualmente, proprio nei giorni di massimo avvicinamento, mi trovavo all'osservatorio. Come resistere alla tentazione di immortalarla? Il primo scatto l'ho fatto con la mia reflex, utilizzando un semplice obiettivo da 50mm a f/2 e una posa di soli 4s: la cometa si vede! In alto a sinistra si vede anche M37, uno dei tre ammassi più luminosi della costellazione dell'Auriga.</span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEov3gBfXNqN0gsY4o4GNclsHbSqp0CGoTs8tJAJVJ5w2TJt_NbykBHrngzhvpTU3X9Yhjeq8itmbUq2RCHyfw33A_8UoYi1FUNPUkndlRo6jP70SmoncbV6-YCTRkD7rXsOz5CufHW8sU/s1600/GiacobiniZinnerReflex.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="976" data-original-width="1600" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEov3gBfXNqN0gsY4o4GNclsHbSqp0CGoTs8tJAJVJ5w2TJt_NbykBHrngzhvpTU3X9Yhjeq8itmbUq2RCHyfw33A_8UoYi1FUNPUkndlRo6jP70SmoncbV6-YCTRkD7rXsOz5CufHW8sU/s320/GiacobiniZinnerReflex.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />Facendo un lieve salto di qualità passiamo dall'obiettivo da 50mm al riflettore da 80cm. Sommando pose per circa un'ora, questo è il risultato:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBRkrsYE94MogClWuyZ4e7tGxFqKyTxHWy4-9SwSnt15eMvpFWYJXxBk-K4NFpyVN1fYI1g9B4dNRd4fz3FOzaCVmBDR584eLHOYMYB1xRprlE0LJGxUP-E08dray8JClx-ZVsX5DECQxq/s1600/GiacobiniZinner_Color2.tif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1204" data-original-width="1404" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBRkrsYE94MogClWuyZ4e7tGxFqKyTxHWy4-9SwSnt15eMvpFWYJXxBk-K4NFpyVN1fYI1g9B4dNRd4fz3FOzaCVmBDR584eLHOYMYB1xRprlE0LJGxUP-E08dray8JClx-ZVsX5DECQxq/s320/GiacobiniZinner_Color2.tif" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il colore non è quel verde intenso che si è visto in giro per il web, perché l'ho ripresa con una telecamera in bianco e nero, mentre il colore è stato ricavato dalle riprese fatte con la reflex collegata al rifrattore da 25cm, meno sensibile di una telecamera apposita. Ho scelto di non usare i filtri RGB, perché con il rapido movimento della cometa sarebbero uscite delle stelle che cambiavano colore di posa in posa, con un risultato finale decisamente brutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma a cosa è dovuto quel verde-azzurro di cui si parla tanto? La cometa è composta da molti materiali che alla luce del sole sublimano, liberando nello spazio dei gas come anidride carbonica, ammoniaca, metano. Tutte queste sostanze, colpite dalle radiazioni solari, si ionizzano emettendo luce, in particolare nelle frequenze del blu-verde. Una parte della coda, invece, è più di colore grigiastro: è composta infatti da piccoli frammenti di polvere che si staccano dalla cometa, disperdendosi nello spazio. E' proprio da questi frammenti che si formano le stelle cadenti!<br /><br />Per ottenere una visione più dettagliata dei dintorni del nucleo si può elaborare una sua foto applicando un filtro cosiddetto di "gradiente rotazionale": un nome complicato per una procedura molto semplice, che consiste nel duplicare la foto, ruotarla di un angolo (10-15°) e sottrarre le due immagini. In questo modo si evidenziano le caratteristiche radiali della cometa, come la coda o i getti di gas uscenti dal nucleo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGc0dzTjAETPAgVkf_4wvIJ5X6nOECg3LWjhLnY6qnKbn1mVICjkfQ4RU8ek_EfQoBwm0iAdpSEX09qA0ucrkdvgj9oQKtj4p9nAJgwB2ZjHSmU6wlNqS3NkYSfZMXA5jFB79W0DfdH86E/s1600/17ffec98-81cb-4946-85a7-f89223fb2cf2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="389" data-original-width="633" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGc0dzTjAETPAgVkf_4wvIJ5X6nOECg3LWjhLnY6qnKbn1mVICjkfQ4RU8ek_EfQoBwm0iAdpSEX09qA0ucrkdvgj9oQKtj4p9nAJgwB2ZjHSmU6wlNqS3NkYSfZMXA5jFB79W0DfdH86E/s400/17ffec98-81cb-4946-85a7-f89223fb2cf2.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In questa foto il sole si trova a sinistra: infatti da quel lato si trova una nube di gas, presumibilmente proveniente dal lato diurno della cometa, più soggetto alla radiazione solare. Dalla parte opposta si estende invece la lunga coda. Il campo inquadrato è molto piccolo, circa un terzo del diametro della luna piena. In realtà la coda si estende per quasi 6° di cielo, più o meno 40 volte la lunghezza che vedete in foto. Per finire, vi mostro anche una ripresa effettuata con il telescopio da 25cm, che mostra il rapido movimento in cielo della cometa nel corso di un'ora:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFi3phv1ydc7obM89BFpgAXonbeVjEufcbxWUd0HCj5Rw8SIhKnAJPb3ieLgC5SCo5wMREgVJqBYr3FbOJo9usIoxSn9OfrbEryyRAWqZBwWlvHEMQEMlyLwkUq4L-2gYROnO4gSGYmLSe/s1600/videocometagiusto.gif" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFi3phv1ydc7obM89BFpgAXonbeVjEufcbxWUd0HCj5Rw8SIhKnAJPb3ieLgC5SCo5wMREgVJqBYr3FbOJo9usIoxSn9OfrbEryyRAWqZBwWlvHEMQEMlyLwkUq4L-2gYROnO4gSGYmLSe/s320/videocometagiusto.gif" width="317" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche se è in graduale allontanamento, la cometa sarà ancora visibile con piccoli strumenti per diverse settimane: vi lascio il link a <a href="https://theskylive.com/21p-info" target="_blank">TheSkyLive</a>, dove potete trovare la sua posizione in diretta, e vi auguro buona caccia!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-36409883586038137362018-08-01T18:25:00.000+02:002018-08-01T18:25:23.919+02:00TESS, il cacciatore di esopianeti (e cosa c'entra l'osservatorio di Campo Catino)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIJD-dDDDBnoAJ8pnYmFYbF_t-Q1pFDRnNpfjvssvZb6GLDwlgTKXk9v7G82F8K4zOAxXg9br6TZ1Xm8RCCEAxJ075MHOfJpdbg_pUlYG3_8BuJuPPH0VCHCttHwlu7vn5u9xkZnxpS8FB/s1600/kepler-set-7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="700" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIJD-dDDDBnoAJ8pnYmFYbF_t-Q1pFDRnNpfjvssvZb6GLDwlgTKXk9v7G82F8K4zOAxXg9br6TZ1Xm8RCCEAxJ075MHOfJpdbg_pUlYG3_8BuJuPPH0VCHCttHwlu7vn5u9xkZnxpS8FB/s200/kepler-set-7.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il campo inquadrato da Kepler.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: center;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo l'enorme successo della missione Kepler, che ci ha permesso di scoprire che gli esopianeti sono veramente tanti, era necessaria una nuova missione di questo genere, ma che coprisse una zona di cielo più ampia. La zona scandagliata da Kepler, infatti, è di soli 107 gradi quadrati: basta un pugno chiuso a braccio teso per coprirla completamente. Tenendo puntato il suo strumento da 80cm per mesi e mesi in questa zona di cielo, aspettando pazientemente che un pianeta passasse oscurasse la sua stella, sono stati scoperti oltre quattromila esopianeti. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGl0y-boeLsnsCq5jED4xuFqgr__TvyQ3UO3DMeRSN630JJNLExXyTEaP6apGIRc9QBuOzAm7nEKqv3xmzBe7Uu0yRJI9n5f35KFDPc_68XdLRxMcMLHlSG5tuL1IuKbg6BY50aVunHrFw/s1600/science_005.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="485" data-original-width="660" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGl0y-boeLsnsCq5jED4xuFqgr__TvyQ3UO3DMeRSN630JJNLExXyTEaP6apGIRc9QBuOzAm7nEKqv3xmzBe7Uu0yRJI9n5f35KFDPc_68XdLRxMcMLHlSG5tuL1IuKbg6BY50aVunHrFw/s320/science_005.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Campo di vista di Kepler confrontato con quello di TESS</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quella zona di cielo, però, è troppo piccola e i pianeti scoperti spesso troppo lontani per essere studiati in altri modi. TESS, Transiting Exoplanets Survey Satellite, entra in gioco proprio qui: le sue osservazioni saranno incentrate su stelle di dimensioni simili a quelle del Sole, in un raggio di circa 200 anni luce. Utilizzerà, esattamente come Kelper, il metodo dei transiti, osservando il calo di luminosità dovuto a un pianeta che oscura parzialmente la sua stella madre. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">TESS è relativamente piccolo e leggero: meno di 400kg. E' dotato di quattro telecamere con obiettivi del tutto simili a teleobiettivi fotografici, con un diametro di 105mm e rapporto focale pari a 1.4. Questi quattro telescopi messi insieme inquadreranno una zona di cielo di circa 20°x90°, quasi 20 volte maggiore di quella di Kelper! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvWx8bxd-CmxJBOLUScb8kYJ1qVotoKPQJrbXcqiX6USAxdfj8JaYpbM1_z5MyJ5wwH7yorcVdZWWcLKGJ65ocOrpWjV5xsiNfwsFjnViG6LfF9oVmazYkt-Ne_wpquMgTsVjHXz9NEFSt/s1600/module-silver.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="327" data-original-width="575" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvWx8bxd-CmxJBOLUScb8kYJ1qVotoKPQJrbXcqiX6USAxdfj8JaYpbM1_z5MyJ5wwH7yorcVdZWWcLKGJ65ocOrpWjV5xsiNfwsFjnViG6LfF9oVmazYkt-Ne_wpquMgTsVjHXz9NEFSt/s320/module-silver.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">TESS in tutto il suo splendore</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'orbita scelta per queste osservazioni scientifiche è molto particolare: molto ellittica ed inclinata, si trova in risonanza 2:1 con la Luna. Ciò significa che per ogni orbita lunare TESS ne compie due, in modo che la luce della Luna non disturbi le osservazioni. Un fatto curioso è che per arrivare all'orbita designata la piccola sonda si è fatta dare una spinta gravitazionale dal nostro satellite, cosa che non succedeva da parecchio tempo!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyAsTJFG0Zeizdm0_aVjkpdZnD30ZDGfeFGRHjH-Kdth766xnkaPPqg2hi8v7JKZxEFvilFUHomi55Vv6S2DcNUjR75g8P3GfYUCDGCIPZzxGgk1XortBRaPkFXZpMMhALU8Glbz3k22mS/s1600/tess_orbit_Winnpresentation.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="891" data-original-width="1600" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyAsTJFG0Zeizdm0_aVjkpdZnD30ZDGfeFGRHjH-Kdth766xnkaPPqg2hi8v7JKZxEFvilFUHomi55Vv6S2DcNUjR75g8P3GfYUCDGCIPZzxGgk1XortBRaPkFXZpMMhALU8Glbz3k22mS/s400/tess_orbit_Winnpresentation.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La particolare orbita di TESS</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ogni settore verrà osservato per un totale di 27 giorni (escluse 5 ore ogni orbita di 13 giorni per il downlink dei dati), dopodiché TESS cambierà orientamento e passerà a quello successivo. Nel corso di due anni mapperà oltre l'80% della volta celeste, mandando a Terra, si presume, decine di migliaia di candidati. Come accennato prima, essendo i telescopi di piccolo diametro, la ricerca si concentrerà su stelle di dimensione solare o quasi, relativamente vicine al nostro Sistema Solare. Il filtro di cui sono dotati gli strumenti, infatti, è un passa-banda compreso tra il rosso e l'infrarosso, per massimizzare il segnale proveniente proprio dalle stelle piccole. Il fatto che le ottiche di TESS siano tutto sommato modeste fa sorgere un altro problema. Osservate questo campo stellare, il primo inviato a terra dal satellite:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsi2wtxRvpGmjuMC-EQWMKJO_bnEz8x9D_noyfszuHgrr8XvqINpMiAlJq-J2f2GOZZib2ftmpL4sE-E-7vf0gk7gEs6TPoFgNAJgtMlfiNx-SLPOmBSGccIw1hShZ25kTprKq-Bpc7WGS/s1600/nasa-tess-test-image-mit-2018_2.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1600" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsi2wtxRvpGmjuMC-EQWMKJO_bnEz8x9D_noyfszuHgrr8XvqINpMiAlJq-J2f2GOZZib2ftmpL4sE-E-7vf0gk7gEs6TPoFgNAJgtMlfiNx-SLPOmBSGccIw1hShZ25kTprKq-Bpc7WGS/s400/nasa-tess-test-image-mit-2018_2.jpeg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La prima immagine inviata da TESS, che inquadra un pezzo di Via Lattea</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In alcuni punti le stelle sono così vicine da essere quasi fuse e indistinguibili, a causa della ridotta risoluzione dello strumento! Registrare un calo di luce quindi non è sufficiente, bisogna andare più a fondo: servono osservazioni mirate che consentano di distinguere la stella che ospita effettivamente un pianeta dalle stelle vicine, ed escludere ogni contaminazione dovuta ad eventuali stelle variabili vicine. Per questo TESS è affiancato dal TFOP, Tess Followup Observing Project, nel quale rientra anche l'osservatorio di Campo Catino (e di conseguenza io!). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il TFOP è composto da 5 gruppi di che si occupano di diversi campi di ricerca:<br /></span></div>
<ul>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">SG1: ricerca di falsi positivi, per capire se l'evento osservato è dovuto a una stella variabile vicina</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">SG2: osservazioni spettroscopiche per caratterizzare meglio la stella che ospita un candidato</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">SG3: osservazioni ad alta risoluzione per capire se ci sono stelle molto vicine al target, oppure se quest'ultimo è un sistema multiplo</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">SG4: osservazioni spettroscopiche per studiare il pianeta con il metodo delle velocità radiali, sfruttando l'effetto doppler</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">SG5: osservazioni dallo spazio con telescopi come Hubble, Cheops e JWST (si spera)</span></li>
</ul>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il gruppo SG1 è quello in cui l'OACC è coinvolto, ci occupiamo quindi di assicurarci che l'evento osservato non sia causato da stelle variabili. Un primo, grande setaccio che serve a non passare ai team di ricerca successivi pianeti che in realtà non esistono: è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! </span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL8hgDb6b6nH-3qy3yy_tK62wA9zWTeO8TLcG_GGZu1-fnfw28WcnX7h-U4uxskAX2YdgyssFKwrygBZ0GbHq0bv9J8B4k83otiVeKYEuhz-WmMmbWXXnHTbntmQJKBf7d4odjhgGPVOUg/s1600/TIC21151564_2018_07_20_OACC_R_field_all.PNG" imageanchor="1" style="font-family: Verdana, sans-serif; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="317" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL8hgDb6b6nH-3qy3yy_tK62wA9zWTeO8TLcG_GGZu1-fnfw28WcnX7h-U4uxskAX2YdgyssFKwrygBZ0GbHq0bv9J8B4k83otiVeKYEuhz-WmMmbWXXnHTbntmQJKBf7d4odjhgGPVOUg/s320/TIC21151564_2018_07_20_OACC_R_field_all.PNG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una tipica immagine ripresa da Campo Catino</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo è un esempio di dati che raccogliamo: la stella verde indicata con T1 è il target individuato dal telescopio KELT, una survey a terra per la ricerca di pianeti, che è stata utilizzata dal team SG1 come "allenamento". Facendo una curva di luce della stella, confrontandola con le stelle segnate in rosso, si nota che questa non varia di luminosità. La stella vicina invece, la T2, cala del 5%! Questo è ciò che si dice NEB, o falso positivo. Questa stellina è una stella parecchio più grande del Sole, e un calo del 5% significa che davanti a questa è passato un oggetto almento 4-5 volte più grande di Giove, troppo per un pianeta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs7MDNOhWwELu_BiloC5y47weA2wdjgDZ2z5GOtOE5KgqYHSiMy1xctcO0PQmvUqlxk3_lnamcn_ZkK-18MhTpQYKCIlxUq82hzviSzGxhdfjjJqaQCZzstproN5hoYfYaEDYRzzz3Wrnd/s1600/TIC21151564_2018_07_20_OACC_R_lightcurve.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs7MDNOhWwELu_BiloC5y47weA2wdjgDZ2z5GOtOE5KgqYHSiMy1xctcO0PQmvUqlxk3_lnamcn_ZkK-18MhTpQYKCIlxUq82hzviSzGxhdfjjJqaQCZzstproN5hoYfYaEDYRzzz3Wrnd/s320/TIC21151564_2018_07_20_OACC_R_lightcurve.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Curva di luce delle stelle T1 e T2</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />Questo, ovviamente, era solo un test, quindi niente esopianeti per noi. Tess però ha da poco iniziato le osservazioni scientifiche: nel giro di pochi mesi saremo letteralmente sommersi da candidati esopianeti! L'obiettivo scientifico primario della missione sarà quello di identificare e misurare le masse di 50 pianeti di raggio inferiore a 4 volte quello terrestre. Ci riuscirà? Staremo a vedere!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-9645877542767835342018-07-24T13:00:00.000+02:002018-07-24T14:59:45.688+02:00Come funzionano le eclissi di Luna e perché quella del 27 luglio è particolare<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Avrete tutti sentito parlare dell'eclissi lunare che avverrà il 27 luglio 2018, spero! E ne avrete anche lette di tutti i colori, dalla "luna di sangue" alla "terra al buio per 103 minuti", dai soliti giornali che non perdono un'occasione per scrivere titoli accattivanti quanto scorretti scientificamente e moralmente. Questa non è la prima volta che spiego come funziona un'eclissi di luna: mi è sembrato però il caso di fare un ripassino per tutti i nuovi lettori di questo blog e della mia pagina facebook, magari approfondendo un po' l'interessante fisica che si nasconde dietro questo suggestivo fenomeno astronomico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un'eclissi di Luna ha un'origine prettamente geometrica: quando dal punto di vista della Luna la Terra copre completamente il Sole, avviene un'eclissi. In poche parole, la Luna si immerge nel cono d'ombra che la Terra proietta nello spazio, bloccando i raggi solari incidenti. Detto così sembra quasi che dovrebbe esserci un'eclissi di sole a ogni luna nuova e un'eclissi di Luna a ogni luna piena! Perché mai non succede? Se il piano orbitale della Luna fosse perfettamente parallelo all'eclittica, ovvero il piano dell'orbita terrestre, vedremmo eclissi tutti i mesi (e forse non sarebbero eventi così suggestivi). In realtà l'orbita lunare è inclinata di circa 5°, quanto basta per impedire le eclissi in periodi che non siano quelli favorevoli, ovvero quando la luna piena o la luna nuova avvengono lungo la linea dei nodi, come nella figura qui sotto:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif9hyPWbYY7lB1fynd8E2vhEhM1AjiZvyUJ8gczHK8ryRMY9ZBA-c-SG1qnlmCWingphtuyrC5CJj2IL50IaKwe3FOqkZYhe7j5NeWNexbzIJqGAX44KXVVhmc8RmU_cMkn8N8i_-Uda8Z/s1600/eclipse_nodes.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="631" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif9hyPWbYY7lB1fynd8E2vhEhM1AjiZvyUJ8gczHK8ryRMY9ZBA-c-SG1qnlmCWingphtuyrC5CJj2IL50IaKwe3FOqkZYhe7j5NeWNexbzIJqGAX44KXVVhmc8RmU_cMkn8N8i_-Uda8Z/s400/eclipse_nodes.gif" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da wyomingstargrazing.com</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tornando all'ombra terrestre, questa non è semplicemente un cilindro di buio che si estende nello spazio, perché il Sole non è puntiforme! L'ombra della Terra, infatti, si divide in tre zone principali:</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">1) La zona in cui il Sole è coperto completamente dalla Terra, detta Ombra</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">2) La zona in cui il Sole è coperto parzialmente dalla Terra, detta Penombra</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">3) La zona in cui il sole è coperto parzialmente dalla Terra perché questa è troppo lontana, e si chiama sempre Penombra</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nella figura qui sotto ho passato molto tempo del pomeriggio che dovrei passare a studiare fisica dell'atmosfera per rappresentare ciò che ho appena spiegato: spero renda bene l'idea.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjuPIMtazEY5K6i8lw2CnGtYz4o01xIPfH0EYQmBZsj9YT_g3b8L5zFYPG3roUufSJaQG4Dwh9CC5_-_SVF3FDIDfNH3UNpibjJtTCwZDNzT44hUajrihAtOMPuDpFag03Qk43fqqG98G3/s1600/eclissi_1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="921" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjuPIMtazEY5K6i8lw2CnGtYz4o01xIPfH0EYQmBZsj9YT_g3b8L5zFYPG3roUufSJaQG4Dwh9CC5_-_SVF3FDIDfNH3UNpibjJtTCwZDNzT44hUajrihAtOMPuDpFag03Qk43fqqG98G3/s400/eclissi_1.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La Luna, quando avviene un'eclissi totale, si immerge completamente nell'ombra. La luce solare, quindi, viene totalmente bloccata</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">... Oppure no? Se la Terra fosse un pianeta senza atmosfera sarebbe così, e noi non esisteremmo. Quindi durante le eclissi lunari non si vedrebbe la Luna, non solo perché non verrebbe colpita dalla luce, ma perché non ci sarebbe nessuno abbastanza vivo per vederla. Per fortuna però il nostro sottile guscio di azoto e ossigeno non solo ci permette di sopravvivere, ma anche di vedere la Luna quando non dovrebbe in teoria ricevere luce!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il segreto di tutto ciò sta nella rifrazione, lo stesso principio che fa funzionare i nostri cari telescopi rifrattori. Quando la luce passa da un mezzo di propagazione all'altro, ad esempio dal vuoto dello spazio all'atmosfera terrestre, subisce una deviazione. Inoltre, questa deviazione è diversa a seconda della lunghezza d'onda, ovvero il colore, della luce: più o meno quello che succede in un prisma in vetro. In particolare, le lunghezze d'onda del rosso vengono "piegate" verso l'interno del cono d'ombra, mentre quelle verso il blu vengono sparate fuori da quest'ultimo. Questa bellissima illustrazione presa da wikimedia commons rende bene l'idea di cosa stia succedendo: letteralmente una copertina dei Pink Floyd.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpwl3m2GI2YAWxR-KjM6rqUBEVXyV7QEskSuDYQFN6jaj3zr6ZWcPDyulZANBU5A1M1Xb2o_F7-Ycw39MksR0pWD48aqaJmI3lhQ5TgIWG1xOWxBho5XWhvOsgYWDZHieJ7OEnKp4Y_njJ/s1600/Lunar_eclipse_optics.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="897" data-original-width="1600" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpwl3m2GI2YAWxR-KjM6rqUBEVXyV7QEskSuDYQFN6jaj3zr6ZWcPDyulZANBU5A1M1Xb2o_F7-Ycw39MksR0pWD48aqaJmI3lhQ5TgIWG1xOWxBho5XWhvOsgYWDZHieJ7OEnKp4Y_njJ/s400/Lunar_eclipse_optics.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quando la Luna finisce nell'ombra terrestre, quindi, capita proprio nella zona in cui i raggi solari nel rosso vengono deviati e concentrati, donando al nostro satellite un magnifico colore rosso scuro. In pratica, è come se la luce di tutti i tramonti terrestri venisse spalmata sulla superficie selenica! Appena prima della totalità, invece, si osservano tonalità blu, perché questa luce viene proiettata nella penombra terrestre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj76ExmzojKVFmaB8Ci_xPRTHtKh72Bp27R3oVQeeRhvJ2N7Y5Ky21oi5y-3zrucJ8gekRd4gPpWKpMjXS3Qlg_Bw_kVf8lGQpM10YXdl2-fdBVst8YdUWd-LpYuWckGngw6CmleXnO7IAU/s1600/250px-Lunar_eclipse_chart_close-2018Jul27.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="234" data-original-width="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj76ExmzojKVFmaB8Ci_xPRTHtKh72Bp27R3oVQeeRhvJ2N7Y5Ky21oi5y-3zrucJ8gekRd4gPpWKpMjXS3Qlg_Bw_kVf8lGQpM10YXdl2-fdBVst8YdUWd-LpYuWckGngw6CmleXnO7IAU/s1600/250px-Lunar_eclipse_chart_close-2018Jul27.png" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma perché quest'eclisse viene definita la più lunga del secolo? E' la fortunata combinazione di due fattori: il primo è che sarà un'eclissi particolarmente "centrale", nel senso che la Luna attraverserà quasi il diametro dell'ombra terrestre, ovvero il percorso più lungo attraverso quest'ultima. Inoltre, dato che la Luna si troverà in apogeo, il punto più lontano dell'orbita, viaggerà un po' più lentamente della media, portando la lunghezza di quest'eclisse a ben 103 minuti!</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Su <a href="https://www.timeanddate.com/eclipse/in/@6538708?iso=20180727" target="_blank">questo sito</a> ho impostato una simulazione di come apparirà l'eclissi da Guarcino, perché do per scontato che vi farete trovare tutti quanti alla serata organizzata dall'osservatorio di Campo Catino!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqZBUV2nC5cHJRwFLbEsYCwdQhAP2sMb5bZ09hka_OsAa3JxXVxgBJswuLyV2hTdBQxu9QAL3zlF1l1YCQghnRfxTmNWBcdF7HoYT79xP8cMtPvYSDoQl27U2BxgduhXE_flzOPoK0echL/s1600/locandina2018.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqZBUV2nC5cHJRwFLbEsYCwdQhAP2sMb5bZ09hka_OsAa3JxXVxgBJswuLyV2hTdBQxu9QAL3zlF1l1YCQghnRfxTmNWBcdF7HoYT79xP8cMtPvYSDoQl27U2BxgduhXE_flzOPoK0echL/s400/locandina2018.PNG" width="281" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-44643809241053740342018-07-02T15:29:00.002+02:002018-07-02T17:00:45.936+02:00L'astrologo: un incontro ravvicinato<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Spesso durante le serate pubbliche di divulgazione capita di incontrare soggetti strani: uno di quelli che da più soddisfazione, però, è proprio lui, <i>l'astrologo.</i> </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj38T4AaBQTArTvO4yloJb8e6rQrVJZyGlpgTm7yr1apoJpWmhunFHOffRr1NwJxhEV90NGGTJKmC3mei1okDqj-6mNUKT_2CdWWxTW82bT0JZH3i1NXtR0LrTrewRakKyWoLupqK-rw3Kv/s1600/Oroscopo-Paolo-Fox-20161-744x445.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="744" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj38T4AaBQTArTvO4yloJb8e6rQrVJZyGlpgTm7yr1apoJpWmhunFHOffRr1NwJxhEV90NGGTJKmC3mei1okDqj-6mNUKT_2CdWWxTW82bT0JZH3i1NXtR0LrTrewRakKyWoLupqK-rw3Kv/s320/Oroscopo-Paolo-Fox-20161-744x445.jpg" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non proprio questo astrologo, ma la sostanza del discorso non cambia.</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />Ciò che segue è tratto da una storia vera ed è stato solo in piccola parte romanzato, per il semplice fatto che è molto difficile rendere su un testo scritto lo strettissimo accento ciociaro della persona in questione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Durante una serata osservativa nel mistico paese di San Donato in Val Comino, tra le solite persone che mettono le dita nell'oculare e che non distinguono le stelle dai pianeti, compare un signore di mezza età esordendo con:</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Buonasera, si vede qui Saturno?" </i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ovviamente gli rispondo sì, perché non eravamo di certo arrivati fin lì per mangiare un panino con la porchetta (anche se alle 21 di sabato sera sarebbe stata cosa gradita).</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ah, finalmente posso vederlo in faccia, mannaggia a lui, mi sta causando fin troppi problemi!"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Come dice?" </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">gli chiedo educatamente. In realtà, in qualche meandro del mio cervello, sapevo già dove sarebbe andato a parare.</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Lei sa cosa rappresenta Saturno nell'astrologia?" </i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nello stesso meandro di cervello di cui sopra ho sperato che fosse soltanto una delle persone che non conoscevano la differenza tra astronomia e astrologia, che purtroppo sono davvero <b>tante</b>, nascoste dove meno te lo aspetti. </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Sa, Saturno è quel pianeta che quando entra nel tuo segno causa solo problemi, distrugge tutto, fa macelli e cose del genere!"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Ah, non lo sapevo, purtroppo studio fisica e non sono pratico di questi argomenti"</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ma quindi si vede Saturno?" </i>chiede con insistenza.</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In quel momento il pianeta era coperto da un banco di nubi particolarmente fastidioso, che rendeva la vista nell'oculare tutt'altro che spettacolare. Glielo spiego, ma lui vuole provare a vedere lo stesso.</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Non si vede nulla!"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i>Il mio infinito autocontrollo mi ha impedito, per fortuna, di ripondergli con un sonoro " <i>graziealca'</i> ". Il signore, disposto ad aspettare fior di minuti pur di vedere Saturno, resta alla nostra postazione ad intrattenerci con i suoi magnifici discorsi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Porca miseria, sono anni che Saturno sta nel Sagittario e non se ne vuole andare, mi causa un sacco di problemi! Speriamo che se ne vada quest'anno."</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Già, speriamo che la meccanica orbitale funzioni anche l'anno prossimo!</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Signore, ma è conscio del fatto che in questo momento Saturno non si trova nel Sagittario, ma nel Serpentario?"</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La mia indole un po' stronza a quel punto si era risvegliata, pronta a distruggere ogni convinzione astrologica di quel signore. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ma cosa dice, Saturno si trova nel Sagittario! E cos'è adesso questo Serpentario?"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel caso non lo sapeste, le costellazioni dello zodiaco, ovvero le costellazioni che durante l'anno vengono attraversate dal Sole, sono ultimamente diventate tredici. E per ultimamente intendo qualche migliaio di anni, visto che la precessione degli equinozi ha fatto sì che l'eclittica passasse per questa costellazione chiamata Ofiuco, o Serpentario. Ovviamente questa non è mai stata considerata dagli astrologi di professione, che si sono sempre limitati alle dodici costellazioni "canoniche". Peccato, chissà quante prospettive si sarebbero aperte per Paolo Fox potendo inventarsi previsioni per un nuovo segno zodiacale!</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"E' da un po' di tempo che il Serpentario è una costellazione dello zodiaco."</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Caspita, e tutte quelle riviste, tutti quei calendari, tutte le effemeridi sono sbagliate?"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dal telescopio posto qualche metro più in là echeggia la voce di Ugo, ricercatore dell'osservatorio astronomico, che stavo aiutando in questa osservazione pubblica:</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>"Sono fatti solo per fare soldi!"</b></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il signore ha probabilmente iniziato a sentirsi colpito nel profondo, tanto da dover precisare la sua posizione in merito:</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Ma io la sento l'influenza negativa di Saturno, la percepisco! Sono anni che faccio previsioni, sono addirittura andato nei cimiteri a vedere le date di nascita delle persone che erano morte in modo strano per capire cosa fosse successo!"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quest'ultima affermazione mi ha lasciato una sensazione mista tra divertimento ed inquietudine. Altro che Sherlock Holmes, questo signore riesce a prevedere la morte di una persona che è già morta!</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Lei non la sente l'influenza negativa? Saturno non le ha mai causato problemi?"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"No signore, non ho mai avuto modo di parlare con lui, ma perché dovrebbe avere qualcosa contro di me? In fondo è solo una palla di gas a un miliardo e seicento milioni di kilometri da noi.</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Insomma, secondo lei i pianeti non ci influenzano?"</i></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i>"No."</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Io in ogni caso ci credo, la sento la sua influenza."</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"E vabbè, so' cose che capitano."</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho cercato di liquidarlo con questa frase, visto che era un quarto d'ora buono che si intratteneva con noi con questi discorsi diventati ormai un po' ripetitivi. Nonostante ciò ha cercato, nella sua infinita saggezza, di fare le previsioni del tempo:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Secondo me tra dieci minuti il cielo si libera, così finalmente posso vederlo. Ci vediamo dopo, allora!"</i></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Inutile dire che nel giro di pochi minuti, proseguendo nel suo prevedibile moto, Saturno è sparito sotto l'orizzonte, mentre il signore non è più tornato. </span></span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-85021770056372395472018-06-25T12:51:00.000+02:002018-06-25T12:51:00.029+02:00La tempestona di sabbia su Marte<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Marte, come sappiamo tutti, è un pianeta relativamente tranquillo ricoperto di sabbia e roccia. A parte delle lievi brezze di anidride carbonica, pochi fenomeni atmosferici riescono a raggiungere scale continentali o addirittura globali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYg4lLhCZaRsOd0OyUxTPJLJFKPd8U_DWIYDGR7l3KsII9otvQHZ-H87nsRqvySUDt7sJbo3z8lhd9C66nSqpi3zg47L7IFX7biVtBOvFzjE2yUGAvPf5T-Z2NX_2eU54-wb_gNXGXkmgw/s1600/7743.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1600" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYg4lLhCZaRsOd0OyUxTPJLJFKPd8U_DWIYDGR7l3KsII9otvQHZ-H87nsRqvySUDt7sJbo3z8lhd9C66nSqpi3zg47L7IFX7biVtBOvFzjE2yUGAvPf5T-Z2NX_2eU54-wb_gNXGXkmgw/s320/7743.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nell'immagine di destra si vede una tempesta di sabbia.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le tempeste di sabbia marziane sono tra questi fenomeni: con i cambiamenti stagionali si formano spesso delle tempeste di polvere nelle regioni pianeggianti del pianeta, e sono ben documentate da parecchi decenni, da quando la strumentazione terrestre e le sonde spaziali hanno permesso di riprendere il pianeta con costanza per poterne studiare i cicli atmosferici. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per qualche processo ancora non perfettamente compreso, alcune di queste tempeste di sabbia crescono a dismisura, arrivando a coprire l'intero pianeta. In genere, tempeste globali di tale entità avvengono una volta ogni decina d'anni. Sono state già osservate nel 2001 e nel 2007, e proprio quest'anno se n'è innescata una nuova! In questa Gif si vede come è cresciuta nel corso di poche settimane, interessando le zone esplorate dai rover Curiosity e Opportunity.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggcOzAxVPSY3eYVwqBYEJBtqvrK8chP6wmGKzKX77S1xqmfxFHV8wNilRfRuiquyfDdO2cyuaifVK4qwtk49tI3WekpxxX0ghUzMdXoBBK_yjjo3y6cX9GROCzDvddPcHbNIXGNsZtm6ec/s1600/zurek-1-pia22519-1200.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="1200" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggcOzAxVPSY3eYVwqBYEJBtqvrK8chP6wmGKzKX77S1xqmfxFHV8wNilRfRuiquyfDdO2cyuaifVK4qwtk49tI3WekpxxX0ghUzMdXoBBK_yjjo3y6cX9GROCzDvddPcHbNIXGNsZtm6ec/s400/zurek-1-pia22519-1200.gif" width="400" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma se ci trovassimo su Marte durante una di queste tempeste, quindi, cosa vedremmo e cosa ci succederebbe? Diciamo subito che la cinematografia ha dato un'immagine sbagliata della pericolosità delle tempeste marziane. In film come The Martian si vedono costruzioni e astronauti portati via dal vento, colpiti da sassi di diversi centimetri di diametro. In realtà, vista la bassissima pressione atmosferica su Marte (circa un centesimo della pressione atmosferica terrestre), un vento che soffia a centinaia di kilometri orari non riuscirebbe a smuovere oggetti più pesanti dei granelli di polvere. Nonostante ciò le tempeste di polvere restano comunque pericolose, soprattutto per motivi energetici, come spiegherò tra poco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il rover Curiosity ci ha inviato delle interessanti riprese di quanto sia calata la visibilità nel cratere Gale, che si trova tra l'altro in una regione marginale della tempesta che sta infuriando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiR41xLahUnKUzOlhtVBdf89V2fINu9f73mME7W2w1olZRh1rVcvBqkoPmIJZSZisqdI9wE2LEJjvibr3eOULPUeUeZ9kLFEWPT4n9Rynm5eJd7fxdaky2NbA9ExDvhd5cLwbhbqsorGIS/s1600/dd63d416-3df0-45f8-92fd-197c27b0c99d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="541" data-original-width="1600" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiR41xLahUnKUzOlhtVBdf89V2fINu9f73mME7W2w1olZRh1rVcvBqkoPmIJZSZisqdI9wE2LEJjvibr3eOULPUeUeZ9kLFEWPT4n9Rynm5eJd7fxdaky2NbA9ExDvhd5cLwbhbqsorGIS/s400/dd63d416-3df0-45f8-92fd-197c27b0c99d.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkGlFakmxPKs5njSGYcUd8PU-jHX3uXLlRkW1-xbuYUkP_8n-3_obWNaDe6bK7g6seEleie71sNB0fHjauoPjDepPLky0rRfnT7o7fKShVjCjA_orAZuZWi8r_FZz7jEjmS-z0nIyBH3a1/s1600/callas-1-pia22521_sky1b.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1500" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkGlFakmxPKs5njSGYcUd8PU-jHX3uXLlRkW1-xbuYUkP_8n-3_obWNaDe6bK7g6seEleie71sNB0fHjauoPjDepPLky0rRfnT7o7fKShVjCjA_orAZuZWi8r_FZz7jEjmS-z0nIyBH3a1/s400/callas-1-pia22521_sky1b.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Simulazione dell'oscuramento del Sole dovuto alla tempesta</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il rover Opportunity, purtroppo, è quello che sta rischiando di più: nonostante sia già sopravvissuto a delle tempeste di sabbia, la tempesta in atto ha oscurato quasi del tutto il Sole e le batterie del rover non riescono a caricarsi come si deve. Se la tempesta non cessa in fretta, i riscaldatori che tengono al caldo le batterie smetteranno di funzionare, e Opportunity si spegnerà, senza energia elettrica. L'unica nota "positiva" della situazione è che durante le tempeste di polvere la temperatura sul terreno aumenta di molto, basti pensare che dalle parti di Curiosity sono stati toccati i 3°C in pieno giorno, che sono molto sopra la media. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E da Terra cosa si vede, invece? Questo è un confronto tra due riprese fatte da me a distanza di pochi giorni: come si può notare, nonostante le zone di Marte inquadrate siano diverse, il contrasto con le zone scure del pianeta è calato tantissimo. E' proprio una fortuna che questa tempestona sia capitata proprio durante l'opposizione di Marte più favorevole dal 2004!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAafi4592_JvVg7qQJaJAdF5lKmVd9oqNP4zNj0QEbEztXAmXOdey7EAbXKeIjw4EUELRPS6ppICTb7BnhdftnTbOxMPeU2EvKP_Arb3JcnVDV_0RMG_oQ5gCJDgAFCZ-u9RsiFDTCm1wl/s1600/beforeafter.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="562" data-original-width="844" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAafi4592_JvVg7qQJaJAdF5lKmVd9oqNP4zNj0QEbEztXAmXOdey7EAbXKeIjw4EUELRPS6ppICTb7BnhdftnTbOxMPeU2EvKP_Arb3JcnVDV_0RMG_oQ5gCJDgAFCZ-u9RsiFDTCm1wl/s320/beforeafter.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nonostante la preoccupante situazione del piccolo rover, questa tempesta di polvere è un'occasione imperdibile per comprendere le dinamiche di questi fenomeni atmosferici. Attorno a Marte, infatti, sta orbitando una flotta di ben 6 sonde che studierà nel dettaglio l'evoluzione della tempesta, la composizione della polvere e le ripercussioni sui vari strati atmosferici. Sono misure cruciali per capire in quali pericoli incorreranno gli astronauti in missione sul pianeta rosso: la polvere è abbastanza sottile da infilarsi nelle tute? Il Sole è talmente oscurato da rendere inutili i pannelli fotovoltaici? Tutte questioni di cui si deve tener conto, se si vuole mettere piede fuori dal pianeta Terra, cosa che, si spera, avverrà nei prossimi decenni.</span></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-32423721198379412622018-04-28T11:01:00.000+02:002018-04-28T11:05:43.461+02:00Il magico mondo delle occultazioni asteroidali<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Gli asteroidi sono corpi celesti piccoli e rocciosi che orbitano un po' ovunque nel Sistema Solare, concentrandosi in particolare nella cosiddetta "fascia principale" tra Marte e Giove. In quanto piccoli e lontani è molto difficile carpire informazioni precise sulla loro forma e le loro dimensioni: ottenere un'immagine diretta con un telescopio infatti è quasi impossibile, a meno che non si colleghi un <a href="https://www.eso.org/public/teles-instr/paranal-observatory/vlt/vlt-instr/sphere/" target="_blank">super-interferometro</a> ad un telescopio da 8m di diametro nel deserto cileno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://cdn.eso.org/images/screen/potw1749a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="320" src="https://cdn.eso.org/images/screen/potw1749a.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Asteroidi fotografati dall'ESO (European Southern Observatory) con l'interferometro SPHERE</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non tutti però hanno un telescopio da 8m, quindi bisogna rimboccarsi le maniche ed essere un po' più creativi. Ci sono svariati metodi di studio degli asteroidi che passano tutti per la fotometria, un metodo semplice quanto potente: la fotometria infatti consiste nella misura accurata della luce proveniente da un oggetto celeste per osservare piccoli cambiamenti nella sua luminosità, ed è possibile eseguirla con piccoli strumenti e telecamere non troppo costose. Con questo metodo si può facilmente ricavare il periodo di rotazione di un asteroide: se la sua forma è irregolare la quantità di luce riflessa non sarà costante e quindi la sua luminosità varierà in maniera periodica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.physast.uga.edu/~jss/1010/ch12/13-06a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="300" src="https://www.physast.uga.edu/~jss/1010/ch12/13-06a.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Come potrebbe apparire la curva di luce di un asteroide irregolare rotante</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con un processo matematico chiamato "inversione della curva di luce" è possibile creare un modello tridimensionale approssimativo dell'asteroide. Prendiamo un asteroide completamente a caso della fascia principale degli asteroidi, (130) Elektra, di circa 200km di diametro. Invertendo la curva di luce, il modello ottenuto è questo: un bel tubero roccioso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0fB_XySrOHfMuJzXdgggPepifXjJBAnDGFRXSf6l4iKWxI7ECmkAl18UyYRFtk6sv40rC12mZh4qbTi1PAnzyx0AlNB3g5ROC9T4aeVokceDQ4lzBOIH3oOQuN7E4BehA6uXnGaV2fN1G/s1600/hanusetal-1611-03632_f8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="426" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0fB_XySrOHfMuJzXdgggPepifXjJBAnDGFRXSf6l4iKWxI7ECmkAl18UyYRFtk6sv40rC12mZh4qbTi1PAnzyx0AlNB3g5ROC9T4aeVokceDQ4lzBOIH3oOQuN7E4BehA6uXnGaV2fN1G/s320/hanusetal-1611-03632_f8.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Modello 3D di (130) Elektra</td></tr>
</tbody></table>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma come facciamo ad essere sicuri che questo modello sia giusto, non potendo ottenere immagini dirette? E' qui che entrano in gioco le occultazioni. Osservando da diversi punti della Terra la durata dell'occultazione, si può disegnare a tutti gli effetti una silhouette dell'asteroide, "scansionandolo" riga per riga, con una risoluzione che aumenta all'aumentare del numero di osservatori che registrano il transito. Veniamo al dunque: il 21 aprile mi trovavo all'osservatorio di Campo Catino, e casualmente sono venuto a sapere di questa occultazione. La ripresa non è stata difficile: il telescopio da 80cm ha permesso di riprendere a 5 fotogrammi al secondo, registrando il calo di luce della durata di una quindicina di secondi con grande precisione. </span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghpvh7i5EkD66howZ-RlXtW-4eGAeekzB7SvKfG4JnloJD_gdFkRxcjIlwfdsC55EaF4PPwfcYE0CO78LM7D39QAiMmGIFIZdrDfJ4X4o08w5h2dPR7pT4IDwDUGmo3muJlU2SDI9o43GS/s1600/833160fb-9895-4ad1-9eb9-a8cf2290d9da.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="769" data-original-width="1600" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghpvh7i5EkD66howZ-RlXtW-4eGAeekzB7SvKfG4JnloJD_gdFkRxcjIlwfdsC55EaF4PPwfcYE0CO78LM7D39QAiMmGIFIZdrDfJ4X4o08w5h2dPR7pT4IDwDUGmo3muJlU2SDI9o43GS/s400/833160fb-9895-4ad1-9eb9-a8cf2290d9da.jpg" width="400" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questa curva di luce esteticamente molto soddisfacente è stata costruita con la magia di Python da Francesco Maio, la persona che casualmente mi ha fatto sapere di questa occultazione. A partire dalle foto, invece, ho realizzato un breve filmato accelerato che mostra la scomparsa e la ricomparsa della stella (guardate bene la stella in alto al centro).</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dxoivuVg7KGGpbjiOcq3TUfRUAZcPbtFoueJ2DdVeo9gff9Sd4MyDQq2WQxVY4CDGNb2yAOkkpSFGg-cGqO8g' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un'osservazione di questo tipo presa singolarmente non fornisce molte informazioni: mettendo insieme una trentina di osservazioni (che in gergo si dicono "corde"), però, si ottiene la silhouette tanto attesa.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.euraster.net/results/2018/20180421-Elektra_cbf.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="613" data-original-width="800" height="245" src="https://www.euraster.net/results/2018/20180421-Elektra_cbf.gif" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Silhouette di (130) Elektra</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per realizzare una cosa del genere è importantissimo misurare in maniera molto precisa sia la durata del transito che l'orario in cui avviene, per questo si usa spesso l'orario fornito dal gps. Siccome sappiamo da alcune immagini dell'ESO che questo asteroide ha in realtà due piccole lune, la nostra speranza era di beccare il calo di luce secondario causato da una di queste: purtroppo non siamo stati così tanto fortunati. In compenso è successa una cosa divertente: grazie a queste osservazioni, ci siamo resi conto che il modello 3d dell'asteroide calcolato in precedenza era sbagliato, e neanche di poco! </span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.euraster.net/results/2018/20180421-Elektra_cbf+DAMIT1856.gif" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="800" height="244" src="https://www.euraster.net/results/2018/20180421-Elektra_cbf+DAMIT1856.gif" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La stessa immagine di prima ma con il modello 3d (sbagliato)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ciò non significa ovviamente che il metodo dell'inversione della curva di luce sia da buttare: in fisica e in generale nella scienza, capire quando una misura è sbagliata è forse più importante che farla giusta al primo tentativo. In fondo è grazie a queste osservazioni che algoritmi del genere vengono migliorati con il passare del tempo, capendo qual è la direzione giusta in cui muoversi! </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un grande "grazie" a tutte le persone che seguono questo blog: la pagina Facebook è prossima ai 1000 like e questo blog si sta avviando lentamente verso le 100.000 visualizzazioni. Niente male! A breve parlerò di un progetto molto interessante nel quale sono coinvolto insieme all'osservatorio astronomico che riguarda i pianeti extrasolari. Non faccio spoiler, e come si suol dire, stay tuned!</span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-20773664766790370792018-02-03T19:45:00.000+01:002019-07-22T17:43:23.970+02:00Luna, i migliori fotografi del mondo confermano: «le foto sono false». Cosa gli risponderei?<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da stamattina ho visto più volte in giro per facebook </span><a href="https://crepanelmuro.blogspot.it/2018/02/luna-i-migliori-fotografi-del-mondo.html?m=1" style="font-family: Verdana, sans-serif;" target="_blank">questo</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> articolo, che a grandi lettere dice</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Luna, i migliori fotografi del mondo confermano: <<le foto sono false>>."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Leggendo l'articolo si possono leggere i commenti di fotografi del calibro di Oliviero Toscani riguardo le foto della Luna scattate dagli astronauti, che a loro sembrano false. Perché? La solita storia: ombre, luci messe male e cose così.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Adesso non voglio ovviamente mettere in dubbio le capacità e l'esperienza di questi fotografi, che saranno sicuramente più esperti di me: voglio solo analizzare le loro affermazioni ed interpretarle (e spiegarle) da un punto di vista un po' più da aspirante fisico quale sono.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Parliamo delle frasi che dicono in un breve trailer di un documentario che si intitola "American Moon" che potete vedere su <a href="https://www.youtube.com/watch?time_continue=129&v=O6R-iS4iZtw" target="_blank">youtube</a>. Il documentario completo si autodefinisce imparziale, mettendo a confronto le prove a favore dell'allunaggio contro quelle a sfavore. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Partiamo dalla prima foto: questa nella quale si vede Buzz Aldrin che scende dal modulo Eagle durante la missione Apollo 11.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtfLecQjq-uzoPRwvhKNMHXsrBzeE8riuKYNBQMFIC5UnW10q8KGBCAj3SaO_FZnoE4WXIICXk-3nmhZjdgHkidjV-5unjcftigT_u6GHSCA_A74uS2p0Nv91eO3VrrkkeD6os9GHutCuB/s1600/Image-of-eagle-on-the-moon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="580" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtfLecQjq-uzoPRwvhKNMHXsrBzeE8riuKYNBQMFIC5UnW10q8KGBCAj3SaO_FZnoE4WXIICXk-3nmhZjdgHkidjV-5unjcftigT_u6GHSCA_A74uS2p0Nv91eO3VrrkkeD6os9GHutCuB/s320/Image-of-eagle-on-the-moon.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">I commenti di due fotografi dicono che la foto è falsa, perché la parte del LEM che dovrebbe essere nell'oscurità totale è in realtà illuminata da quello che sembra un secondo riflettore o un pannello riflettente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Aldo Fallai dice: </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"La luce viene dal dietro del modulo, l'astronauta o presunto tale è nel buio più totale e invece è illuminato: perché?"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mentre Oliviero Toscani afferma: <i>"Dichiaro che ci sono dei riflessi qui del metallo che vuol dire che c'era una sorgente di luce dalla parte di chi fotografa".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da fotografi esperti hanno giustamente ragione: c'è una sorgente di luce dietro al LEM che illumina la parte scura, e non è altro che la superficie lunare. Infatti non bisogna mai dimenticare che il terreno lunare ha un albedo medio di 0.12: per capirsi, ha un albedo paragonabile a quello del cemento. Ciò significa che in ogni caso riflette una quantità considerevole di luce solare, che è la stessa che arriva sulla Terra. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0j-15-t-fEZm0MCA5yhpdCLoMSpDRwiYt9-TQ2Fmoz-QjnpdDfaqRh98pCceOd6udIKyqoQriXItGbFOPgvD3DsTop37fGMlSXUGOljlhE3uiLb94D8nlGQqR69MB56HlU65e1iCcFfBL/s1600/Image-of-eagle-on-the-moon.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="459" data-original-width="580" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0j-15-t-fEZm0MCA5yhpdCLoMSpDRwiYt9-TQ2Fmoz-QjnpdDfaqRh98pCceOd6udIKyqoQriXItGbFOPgvD3DsTop37fGMlSXUGOljlhE3uiLb94D8nlGQqR69MB56HlU65e1iCcFfBL/s320/Image-of-eagle-on-the-moon.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Guardando la foto si può notare infatti che l'ombra proiettata dal LEM sulla superficie lunare è nera come la pece: questo perché a differenza del modulo lunare che si eleva di qualche metro sul livello del terreno non vengono illuminate dalla luce riflessa dalla regolite lunare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un'altra cosa di cui parlano, in particolare Toni Thorimbert, sono le ombre "storte".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Queste ombre che vanno di qua e questa che va di qua non ha senso, significa che il sole è a qualche metro di distanza!"</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiirkKuAut-qIR7Ax-UfrOfHC1SYlSxreLBTNkPbRQIU7Aa7FFSujk2_w8zpkOfdenKNvdHkrvFe2aQzyRfwBLocX31XoHZCt3im6VHYHEsoj3E-51oj__HS86zBbdT0gteVps1qK_JaWVb/s1600/balconeombre.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1066" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiirkKuAut-qIR7Ax-UfrOfHC1SYlSxreLBTNkPbRQIU7Aa7FFSujk2_w8zpkOfdenKNvdHkrvFe2aQzyRfwBLocX31XoHZCt3im6VHYHEsoj3E-51oj__HS86zBbdT0gteVps1qK_JaWVb/s320/balconeombre.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Su questa questione ho già scritto qualche tempo fa nel mio post "<a href="http://astronomiadabalcone.blogspot.it/2016/05/temo-che-sulla-luna-ci-siamo-andati-per.html" target="_blank">Temo che sulla Luna ci siamo andati davvero</a>". Lavorando con obiettivi ultragrandangolari (gli astronauti utilizzavano un 16mm su pellicola a pieno formato) è facile che si vedano ombre o cose storte a causa dell'enorme distorsione prospettica. Per esempio in questa foto, seguendo la stessa logica il sole doveva trovarsi dall'altra parte della strada.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con questo voglio solo dire che il discorso non sta in piedi. Se davvero vogliono provare che non siamo stati sulla Luna, i complottari dovranno tirar fuori qualche affermazione più forte, che non possa essere smontata in maniera così semplice e rapida. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Adesso vorrei sottoporre a chi sostiene che sulla Luna non siamo mai andati una prova che secondo me è ben poco confutabile. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">-- Attenzione, potrebbe contenere fisica --</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Guardatevi <a href="https://www.youtube.com/watch?v=KDp1tiUsZw8" target="_blank">questo</a> video: durante l'Apollo 15 David Scott ha fatto un semplice esperimento lasciando cadere contemporaneamente un martello e una piuma di falco, per mostrare che nel vuoto gli oggetti cadono alla stessa velocità anche se hanno masse diverse. Si vede bene che cadono contemporaneamente, cosa impossibile se ci fosse stata atmosfera: la piuma avrebbe volteggiato in aria per diversi secondi invece di colare a picco come ha fatto nel video. Sicuramente il filmato è stato girato nel vuoto: in questo caso però un complottista potrebbe controbattere dicendo che è stato girato in una gigantesca camera a vuoto come quelle usate per testare i satelliti. Cronometrando il tempo di caduta, questo è risultato di circa 1.25s: tenendo conto dell'accelerazione di gravità lunare che è pari a un sesto di quella terrestre, si deduce che sono stati lasciati cadere da circa un metro d'altezza, un valore ragionevole. Facendo due conti si può calcolare il tempo di caduta sotto l'effetto di un'accelerazione di gravità pari a quella Terrestre, che in tal caso sarebbe di soli 0.45s: meno della metà! Quindi per vedere gli oggetti cadere a velocità normale bisogna più che raddoppiare la velocità del video. Vediamo cosa succede a un video se lo acceleriamo di 2.5 volte:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/G5Sllu1aFsQ/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/G5Sllu1aFsQ?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Gli astronauti si muovono <i>un po' troppo velocemente </i>per indossare delle tute così pesanti e impacciate, non trovate? Quindi direi che per simulare la gravità lunare il video non è stato decisamente accelerato. Ma allora hanno attaccato dei fili agli astronauti e ai vari oggetti per farli cadere più lenti? No: in <a href="https://www.youtube.com/watch?v=5cKpzp358F4" target="_blank">altri video </a>si vede chiaramente la polvere sollevata dalle ruote del rover lunare che ricade troppo lentamente per trovarsi sulla Terra. In questo caso però non possono aver attaccato un filo ad ogni granello di polvere! Quindi, se il video non è stato rallentato per i motivi che ho già spiegato, significa che l'accelerazione di gravità non può essere quella terrestre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non penso di avere altro da dire sull'argomento: va bene chiedere ad esperti di fotografia dei pareri sulle foto scattate dalla Luna, ma nessuno si rende conto che uno studio fotografico è molto diverso dalla superficie di un altro corpo celeste.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>"Fake news? Sì, Certo. Ma è inutile sperare di convincere tutti: non c'è peggior sordo di quello che non vuole sentire"</i>, recita l'articolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A chi lo dici, amico...</span></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-50791624876253150942018-01-30T14:59:00.000+01:002018-01-30T14:59:33.544+01:00Sulle orme dell'Apollo 15<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Qualche sera fa sono stato all'osservatorio per dare una mano con un po' di manutenzione, come al solito. Il cielo però era davvero bello e la Luna splendeva sopra le montagne innevate: come resistere alla tentazione di fotografarla? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVKe30E-vdLVCxVuGkybdL36E4IQptCoYHYyC7XyQSLHMk735__qFMy4rxGFs1eR5rigyvNWySTCes2GBjvDBT7K3zDBSTnKdM7E2BQKvYgTR7QLFi4jCaDDDkmmhDxrqUDKTstkhTsgLg/s1600/alpes_better22_29_38_G4_AP1156_CONV.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1596" data-original-width="990" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVKe30E-vdLVCxVuGkybdL36E4IQptCoYHYyC7XyQSLHMk735__qFMy4rxGFs1eR5rigyvNWySTCes2GBjvDBT7K3zDBSTnKdM7E2BQKvYgTR7QLFi4jCaDDDkmmhDxrqUDKTstkhTsgLg/s320/alpes_better22_29_38_G4_AP1156_CONV.JPG" width="198" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Collegata rapidamente la telecamera al rifrattore da 25cm ho iniziato a riprendere come se non ci fosse stato un domani. Elaborando i quasi 70GB di video raccolti mi sono soffermato su una zona della Luna che mi piace particolarmente: il Mare Imbrum, o mare delle piogge, un antichissimo cratere che, riempitosi di magma fuoriuscito dalle profondità della Luna, ha formato una vasta pianura di roccia basaltica scura. Nella foto sulla destra se ne vede metà, delimitato ad Est (destra) da due lunghe catene montuose, le Alpi e gli Appennini lunari. Ma il particolare sul quale mi sono soffermato si trova poco a ovest di quello "stretto" che collega il Mare Imbrum con il Mare Serenitatis, che si vede in basso a destra. </span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ingrandendo l'immagine si nota una vallata percorsa da una rima, ovvero un antico tubo di lava crollato. Quella rima si chiama Hadley, ed è proprio quella che compare in questa foto scattata dagli astronauti dell'Apollo 15!</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizO1NrwawGjBWDhzhcjqTWY8GxTrCS-ufdqUcdgRpBFp0UrYx43yJR6jJEix3E6ePnOILDN-vGD5VbTEeN4kr8UVLx6lqdTttOR96NT7H_VlWG-3lOTbF_QUY-lE8unnHflNPdhYtOcKG-/s1600/800px-Apollo_15_Station_2_Rille%252C_Lunar_Rover%252C_Scott.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="804" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizO1NrwawGjBWDhzhcjqTWY8GxTrCS-ufdqUcdgRpBFp0UrYx43yJR6jJEix3E6ePnOILDN-vGD5VbTEeN4kr8UVLx6lqdTttOR96NT7H_VlWG-3lOTbF_QUY-lE8unnHflNPdhYtOcKG-/s200/800px-Apollo_15_Station_2_Rille%252C_Lunar_Rover%252C_Scott.jpg" width="197" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La rima Hadley fotografata dagli astronauti</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE9gT5211xuLMD8L1boe1darC3D4AiE5DBp8l3Gcicy2HlR1jOrY4xK5vh_Py0jw0goUaZPEmF_d3UsOsI9efND0I8UbUwyckGv-gum9-7EBFpXvTHkG3sMJy6mdVnM0WdkX419bRkjsRQ/s1600/hadley.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1022" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE9gT5211xuLMD8L1boe1darC3D4AiE5DBp8l3Gcicy2HlR1jOrY4xK5vh_Py0jw0goUaZPEmF_d3UsOsI9efND0I8UbUwyckGv-gum9-7EBFpXvTHkG3sMJy6mdVnM0WdkX419bRkjsRQ/s200/hadley.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La rima Hadley fotografata da Terra</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'Apollo 15 è stata la prima delle cosiddette "Missioni-J", ovvero le missioni lunari più focalizzate sugli aspetti scientifici: la permanenza sulla Luna durava molto di più e gli astronauti avevano a disposizione molti più strumenti scientifici. Apollo 15 fu anche la prima missione a portarsi dietro un Rover Lunare, permettendo così agli astronauti di esplorare in lungo e in largo attorno al punto di atterraggio, spingendosi ad oltre 10km di distanza dal LEM! In totale gli astronauti riportarono sulla Terra più di 70kg di campioni di rocce lunari, mentre lasciarono sul suolo selenico una serie di esperimenti come sismografi, esperimenti per lo studio del vento solare e un retroriflettore per il Lunar Laser Ranging Experiment, che permetteva di misurare la distanza Terra-Luna tramite un laser con una precisione di pochi centimetri: grazie a questo apparecchio sappiamo che la Luna si sta allontantando dalla Terra di circa 3cm ogni anno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per concludere, ho affiancato una foto del sito di atterraggio scattato dall'orbita a quella scattata da me: come vedete si riconoscono molte strutture geologiche! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIfmjYncT-RvavXDBogjoe6NBS6H_kQNo_2ULvYSZjfauRmwGdUk0yozB8s0cOu5YBTEgmt4zt2TUos60W3OfsgFv3GJSHVWnRvrw34FSw1-QtZO9kmc54TnTvrZMypyZ1HvB4R_61x0li/s1600/apollo15_landing_site.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="909" data-original-width="1454" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIfmjYncT-RvavXDBogjoe6NBS6H_kQNo_2ULvYSZjfauRmwGdUk0yozB8s0cOu5YBTEgmt4zt2TUos60W3OfsgFv3GJSHVWnRvrw34FSw1-QtZO9kmc54TnTvrZMypyZ1HvB4R_61x0li/s400/apollo15_landing_site.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo breve post non è stato scritto in risposta ai complottisti (anche perché sarebbe inutile) o per rispondere a chi mi chiede "Ma si vede la bandiera sulla Luna?" quando faccio le serate pubbliche, ma per farvi rendere conto di come quella piccola sfera che brilla nella notte sia in realtà un mondo fatto di pianure, montagne e valli, sul quale hanno camminato dodici persone, che può essere esplorato anche da Terra, stando comodamente sul proprio balcone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-77398831517791447382018-01-22T20:34:00.001+01:002024-01-09T00:57:59.409+01:00Cinquanta sfumature di idrogeno alfa<span face="verdana, sans-serif">Sono diversi mesi che questo blog prende polvere, non solo per gli esami (che non mancano mai) ma soprattutto per una brutta tendenza del meteo a peggiorare sempre nel weekend, specialmente se di luna nuova. </span><div><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif">In ogni caso, torniamo su argomenti più pertinenti con le stelle. Vi siete mai chiesti di che colore sono davvero le nebulose, e soprattutto come fanno a brillare di tutti i bei colori che si vedono in foto? E' una domanda che mi fanno spesso, generalmente molto vicina temporalmente alla domanda sulle <a href="http://astronomiadabalcone.blogspot.it/2017/09/la-nasa-e-cattiva-e-scatta-le-foto-in.html" target="_blank">foto in bianco e nero dei pianeti</a>. </span><br />
<br />
<span face=""verdana" , sans-serif">Un buon punto di partenza per capire un po' come funzionano i colori delle nebulose potrebbe essere questa foto fatta pochi giorni fa (la prima foto decente del 2018!) dall'Osservatorio di Campo Catino. Questa è una foto composita, che comprende i dati raccolti dalla mia reflex collegata al rifrattore da 25cm e le immagini in alta risoluzione del nucleo della nebulosa riprese al fuoco diretto del RC da 80cm con un'altra telecamera.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqqmd-kJsROpO0ni19C_yEw57Anj_Q9Ri9WJGPtyVsiAnugCEjsYN6PxH6lSuQwEKB7XREPj35av7iI1c9fP9qOBNe79_lKSI5xn-nHaX1wFfsnC8gq1h3UZND44rpxklPTg06wuLdW_n/s1600/orione_nucleo_drei.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1058" data-original-width="1600" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqqmd-kJsROpO0ni19C_yEw57Anj_Q9Ri9WJGPtyVsiAnugCEjsYN6PxH6lSuQwEKB7XREPj35av7iI1c9fP9qOBNe79_lKSI5xn-nHaX1wFfsnC8gq1h3UZND44rpxklPTg06wuLdW_n/s400/orione_nucleo_drei.png" width="400" /></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif">Da dove vengono tutti quei colori sgargianti? Va detto innanzitutto che le nebulose non brillano "da sole": serve sempre qualcosa che sia in grado di fornirgli energia, che sia una stella giovane e calda, una vecchia nana bianca o un buco nero. Le nebulose infatti si dividono in due grandi "famiglie": le nebulose a riflessione e le nebulose ad emissione. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif">Le nebulose a riflessione sono quelle più intuitive: il gas viene illuminato dalle stelle circostanti e riflette la luce verso di noi, permettendoci di osservarle. Un esempio di questo tipo di nebulosa è ad esempio la debole nube di gas che circonda le Pleiadi, che è di un bel colore azzurro proprio come le giovani stelle che la illuminano. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDuE3jWboGZkLU0N05oSUEulZUCTNeY9QHyIhVc1GPp2ap46JtPgdE-y3wSPZ4bU6CzyvcTPbXkAgwnfb5gryMfYjM3t4BnEOAJcT5jgwyr0twKVLkn1yAz3v_x372u1aFK9SBV-WR-GBD/s1600/Merope_Nebula_RGB.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="952" data-original-width="940" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDuE3jWboGZkLU0N05oSUEulZUCTNeY9QHyIhVc1GPp2ap46JtPgdE-y3wSPZ4bU6CzyvcTPbXkAgwnfb5gryMfYjM3t4BnEOAJcT5jgwyr0twKVLkn1yAz3v_x372u1aFK9SBV-WR-GBD/s320/Merope_Nebula_RGB.png" width="315" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La nebulosa intorno a Merope, nelle pleiadi, con il suo bel colore azzurro, ripresa da Campo Catino.</td></tr>
</tbody></table>
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face="verdana, sans-serif">Le nebulose a emissione invece funzionano in maniera diversa: quando un atomo di idrogeno, elio o qualunque cosa componga quelle nubi di gas viene colpito da un fotone particolarmente energetico, assorbe la sua energia. In questo modo l'atomo va in uno stato cosiddetto "eccitato", che però è molto instabile. Per tornare nel suo stato stabile quindi riemette subito l'energia assorbita sotto forma di luce, con una lunghezza d'onda (in pratica il colore) che è caratteristica di ogni atomo. Le nebulose ad emissione quindi non riflettono semplicemente la luce, ma brillano assorbendo e riemettendo la luce che ricevono dalle stelle. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif">Queste nebulose sono spesso accese da stelle giovani e calde che emettono molti raggi ultravioletti, che sono molto energetici. Un altro caso simile è quello delle nebulose planetarie, che sono invece illuminate dalle nane bianche che si trovano al loro interno. I colori che più vediamo nelle nebulose sono vari, e derivano dagli elementi più comuni che le compongono.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg17iPerTg7FexY2H60DxzETd8QLQgsUkGzJHKx_yNug34iOeLoucmdcwX1wKIwO4sN0mHyLEASVXk2eRhh8jARIbhXev6lrYx53fhgCtG_0ZTu5Pc2Kh8HmcaigmNOPtiDB2pVvk1cs9rd/s1600/orione_nucleo_2.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1144" data-original-width="1600" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg17iPerTg7FexY2H60DxzETd8QLQgsUkGzJHKx_yNug34iOeLoucmdcwX1wKIwO4sN0mHyLEASVXk2eRhh8jARIbhXev6lrYx53fhgCtG_0ZTu5Pc2Kh8HmcaigmNOPtiDB2pVvk1cs9rd/s400/orione_nucleo_2.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il nucleo di Orione, ingrandimento della foto di prima. Le stelle luminose al centro sono quelle che "accendono" la nebulosa.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<span face=""verdana" , sans-serif">L'idrogeno emette principalmente su due frequenze: i cosiddetti H-Alpha e H-Beta. La prima frequenza si trova nel rosso, e dona quella bella tonalità rossa-rosata alle nebulose. L'H-Beta invece si trova tra il verde e l'azzurro. </span><span face="verdana, sans-serif">Anche l'ossigeno è relativamente abbondante ed emette luce principalmente nell'Ossigeno-III, di colore verde-azzurro. U</span><span face="verdana, sans-serif">n altro colore comune è quello emesso dallo Zolfo-II, che come l'idrogeno è rosso.</span><br />
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face="verdana, sans-serif">Questa foto è secondo me molto istruttiva: fotografando una nebulosa (in questo caso M57) con un particolare strumento in grado di dividere nei vari colori la luce che proviene dallo spazio, ovvero uno spettroscopio, si ottiene un'immagine multipla dell'oggetto, una per ogni suo "colore":</span><br />
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFE8hImbt-ZuG8p968W_CpUgsyEZTxJhmquEyos3yf_opDauWqi00N0wfhKIGwo9LPQc1_d8DV53GBTWshPc26bxiWi-9sJClcaKbLoIDKeH-k3FzOP4X8E9m28-xAxnANM3hwPgFY5c8U/s1600/m57specArt.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="899" height="117" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFE8hImbt-ZuG8p968W_CpUgsyEZTxJhmquEyos3yf_opDauWqi00N0wfhKIGwo9LPQc1_d8DV53GBTWshPc26bxiWi-9sJClcaKbLoIDKeH-k3FzOP4X8E9m28-xAxnANM3hwPgFY5c8U/s400/m57specArt.jpg" width="400" /></a></div>
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face="verdana, sans-serif">Le immagini più luminose corrispondono alle lunghezze nelle quali la nebulosa emette più luce, e come potete vedere ci sono proprio le bande di emissione che vi ho nominato poco sopra!</span><br />
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face="verdana, sans-serif">Siccome le nebulose emettono sempre sulle stesse frequenze, semplicemente perché sono composte più o meno dagli stessi elementi, esistono in commercio dei filtri che permettono di isolare la luce proveniente da questi oggetti, tagliando almeno in parte quella che arriva dai lampioni. Sono degli strumenti molto utili specialmente per chi fa foto dalla città!</span><br />
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face="verdana, sans-serif">Sperando di aver risposto alle domande che forse vi siete posti sull'argomento, vi lascio con un'ultima curiosità: il principio che fa brillare le nebulose nell'universo è lo stesso che fa accendere le nostre lampade al neon. E' incredibile come una cosa così lontana in realtà si trovi così vicino a noi, non trovate? </span><br />
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></div>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-87317477175916216272017-12-01T13:00:00.000+01:002017-12-01T13:00:01.384+01:00Alba su Copernico e volo radente su Pitagora<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Vi ricordate di quel bel blog che parlava di disegno astronomico e osservazioni dal balcone di casa? Era proprio ben fatto, e il ragazzo che ci scriveva sopra era davvero simpatico!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ebbene sì, esisto ancora. Esonero dopo esonero, fronte freddo dopo fronte freddo, serata con seeing orribile dopo serata con seeing orribile, rieccomi qui. In effetti non è stato un periodo troppo produttivo dal punto di vista astronomico e i pochi articoli che avevo scritto sono rimasti nelle bozze, perché, sapete, ho la crisi dello scrittore.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E' passato un sacco di tempo dall'<a href="http://astronomiadabalcone.blogspot.it/2016/12/copernico.html" target="_blank">ultimo disegno lunare</a> qui pubblicato, e in effetti potreste storcere un po' il naso scoprendo che il mio ultimo "lavoro" ha come soggetto proprio lo stesso cratere della scorsa volta, Copernico. In effetti, il mio amore platonico per questa formazione lunare non si placa mai, quasi quanto quello che provo per i crateri quasi appena uscenti dalla notte lunare: è bellissimo pensare che se un astronauta si fosse trovato in quel luogo e in quel momento avrebbe visto la Terra brillare proprio sulla sua testa e il Sole sorgere dal ripido bordo del cratere, illuminando lentamente la pianura qualche kilometro più in basso dell'Oceanus Procellarum.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZWOdu7HAijjCj4CvyY3QPXOSgFlK2CArcVWcESZ1RQdG3S8Tq-tjMJHgz1cymGV4Q5h73SlK4BLd-cr8AanVLIPP2ZseuJAbvUFn0vwbkN_H7Kgm77ivnVn_QRfQY4eNZv8im_hVXBGN/s1600/copernicus_sketch.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1260" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZWOdu7HAijjCj4CvyY3QPXOSgFlK2CArcVWcESZ1RQdG3S8Tq-tjMJHgz1cymGV4Q5h73SlK4BLd-cr8AanVLIPP2ZseuJAbvUFn0vwbkN_H7Kgm77ivnVn_QRfQY4eNZv8im_hVXBGN/s320/copernicus_sketch.jpg" width="251" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per realizzare il disegno ho impiegato una mezz'ora abbondante a 222 ingrandimenti, con il mio fidato Celestron C8. L'ottimo seeing mi ha invogliato a tirar fuori la ASI 120 che mi è stata gentilmente prestata da un ricercatore dell'Osservatorio, un'ottima webcam astronomica per le riprese in alta risoluzione. Il risultato è stato questo:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB39AOYOHKRCmIRQW661AJ7MrS4L8BjnTOkDgej7nJ4sgjH5oAd3Unr9eKw8YSKbRX5xDZWnMhWcdDmAPL3NfD6e0OQM2-Yg_nvyoWy3MqmssV72uSPBnfjzEU2tzLH3B55RQ0FubfM4M9/s1600/copernicus2.1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="964" data-original-width="1400" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB39AOYOHKRCmIRQW661AJ7MrS4L8BjnTOkDgej7nJ4sgjH5oAd3Unr9eKw8YSKbRX5xDZWnMhWcdDmAPL3NfD6e0OQM2-Yg_nvyoWy3MqmssV72uSPBnfjzEU2tzLH3B55RQ0FubfM4M9/s400/copernicus2.1.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non male, tenendo conto della mia totale incompetenza nell'elaborazione di foto planetarie! Guardate quanti dettagli si vedono, e soprattutto quanto sono belle le delicate pieghe che percorrono le pianure circostanti, formazioni molto sfuggenti che possono vedersi soltanto con la luce radente. Sulla destra di Copernico, invece, c'è il cratere Eratostene, circondato da lunghe catene montuose.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un altro disegno che volevo pubblicare, a più di due mesi dalla sua realizzazione, è quello del cratere Pitagora: questo cratere si trova al limite del lato visibile della Luna, che quindi si può osservare soltanto pochi giorni prima della Luna piena, sul lembo nord-occidentale del terminatore. La cosa che mi piace particolarmente di questo cratere è che a causa della sua posizione, con la luce giusta, sembra di volarci sopra: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdryhL59EBSkyuCDxx9rYj9EumnG1CAS5qGxY9z-BUh46pJP2UB9UBh_EvjYDV9jft4xHwliSmcW_h7Rmu-bvCwP8tqwIhyESrp5oolOoues5uP-Z75DUaokFXHer07cwnPt2_223D2kix/s1600/pythagoras_sketch.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdryhL59EBSkyuCDxx9rYj9EumnG1CAS5qGxY9z-BUh46pJP2UB9UBh_EvjYDV9jft4xHwliSmcW_h7Rmu-bvCwP8tqwIhyESrp5oolOoues5uP-Z75DUaokFXHer07cwnPt2_223D2kix/s320/pythagoras_sketch.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La vista mi ha ricordato questa foto scattata dalla sonda Kaguya, della JAXA, scattata però dall'orbita lunare.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPyp7_3Ictk09lbYuQPgCWSOG3j5uTBy2qVcahuY3WjXEFBM0wRwGLvV7KnZgewI7aRdgb5jZwi65msj_yH2vSE8Jyzf5lOYJiyUKFsneHGx6rAsmtmPwF5OMplvfw6TqPev87KHL0dMzN/s1600/kaguya-pythagoras-crater.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPyp7_3Ictk09lbYuQPgCWSOG3j5uTBy2qVcahuY3WjXEFBM0wRwGLvV7KnZgewI7aRdgb5jZwi65msj_yH2vSE8Jyzf5lOYJiyUKFsneHGx6rAsmtmPwF5OMplvfw6TqPev87KHL0dMzN/s320/kaguya-pythagoras-crater.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le ombre lunghissime proiettate dal picco centrale si allungano per decine di kilometri fino a toccare il bordo di Pitagora: basti pensare che questo cratere, da parte a parte, è largo 120 kilometri!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sperando che Babbo Natale mi porti un Dicembre pieno di cieli sereni e di aria ferma, alla prossima osservazione!</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-18511871235994146092017-09-18T18:55:00.000+02:002017-09-18T18:55:28.118+02:00La NASA è cattiva e scatta le foto in bianco e nero<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Leggendo i deprimenti commenti sotto le notizie di scienza su Facebook o gustandomi i più scandalosi articoli complottari sul web mi sono imbattuto in un'obiezione piuttosto comune che, come sempre, sarebbe la prova che la NASA è malvagia e falsifica le foto, nascondendo ad esempio <a href="http://astronomiadabalcone.blogspot.it/2014/09/marte-non-e-rosso1.html" target="_blank">i veri colori di Marte</a>.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Proprio loro: le foto in bianco e nero, <i>nel 2017</i>. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Molti complottisti dicono che la NASA scatta di proposito delle foto in bianco e nero per non farci vedere, ad esempio, come Marte sia ricoperto di lussureggianti foreste. Sul serio, NASA? Fai complotti mondiali e ti fai sgamare così? Il mondo sta andando a rotoli! </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma partiamo dal principio: spesso sul web ci capita di vedere foto come quella qui sotto, di Saturno.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXSkuEkGnMrUT-g6RKYasZ6RMA7_Ko9TLjhr7mKteMHAqEL8y7pClP4NSoAwbimKHKfaNTNYcfdqcbrEHCuDykrmUfKJSzP_ipCFpXM5N2CWCjmByvhnpKUfhTfjLBbRYhVuVQKPaYZ0xb/s1600/rings_ian_regan.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1012" data-original-width="1010" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXSkuEkGnMrUT-g6RKYasZ6RMA7_Ko9TLjhr7mKteMHAqEL8y7pClP4NSoAwbimKHKfaNTNYcfdqcbrEHCuDykrmUfKJSzP_ipCFpXM5N2CWCjmByvhnpKUfhTfjLBbRYhVuVQKPaYZ0xb/s320/rings_ian_regan.png" width="319" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Crediti NASA - JPL/Caltech - Ian Regan</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Belle colorate e suggestive, come ci piacciono tanto. Ma se facciamo un giro sulle gallerie delle foto RAW (ovvero grezze) della missione Cassini ci troviamo davanti questo:</span><div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6wHMXc4Ok3jdpTqg3l1hXbNH2j26YLGaX8Lk6A0mmtmDpiFZnp7BPFKo-1vwcBxHeEteLge8Imp6XGWNksNvkiP2bKrX1YIzaXpt2n7dOFxW9IUM14F3OKOn21yNKmlngixg91Y5nhwPx/s1600/cassiniraw.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="598" data-original-width="668" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6wHMXc4Ok3jdpTqg3l1hXbNH2j26YLGaX8Lk6A0mmtmDpiFZnp7BPFKo-1vwcBxHeEteLge8Imp6XGWNksNvkiP2bKrX1YIzaXpt2n7dOFxW9IUM14F3OKOn21yNKmlngixg91Y5nhwPx/s320/cassiniraw.PNG" width="320" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le foto sono tutte in bianco e nero, e non c'è traccia dei bellissimi colori di Saturno. Stanno forse cercando di nasconderci qualcosa?</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>"Ma davvero, NASA? Non solo falsifichi i colori, ma te ne vanti pure mettendo online tutte le foto originali scattate in bianco e nero? "</i></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La questione è ovviamente meno misteriosa di quanto sembra e - spoiler - la NASA <b>non</b> nasconde i veri colori dei pianeti! Le foto sono effettivamente scattate in bianco e nero, ma c'è un motivo di fondo che sfugge ai complottisti: tutte le foto che scattiamo con qualunque apparecchio fotografico, sia esso una reflex o un cellulare, sono in origine immagini in bianco e nero! Questo perché un sensore digitale, che è praticamente un insieme di pezzettini di silicio che contano i fotoni che gli cadono addosso, non riconosce la lunghezza d'onda (quindi il colore) della luce che lo colpisce: semplicemente a ogni pixel viene assegnato un valore proporzionale al numero di fotoni raccolti che poi viene tradotto nella sua luminosità. Ma allora da quale stregoneria arrivano i colori?</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Partiamo da queste tre foto: sono ovviamente in bianco e nero.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMUZ7D21f73mZ4ECmkzhIXLuPvqGKQVBq__7vqObJuyW02rmQolB3FAn8zAZGYNJJzO1x7eSlghxAs4YbQ3YVk3hJuy2Ny5aRa8sofm5uQX0z6kC1lN2G9FCf_p1HaQVJ033Rcqo0Vat5E/s1600/RGB.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="802" data-original-width="1600" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMUZ7D21f73mZ4ECmkzhIXLuPvqGKQVBq__7vqObJuyW02rmQolB3FAn8zAZGYNJJzO1x7eSlghxAs4YbQ3YVk3hJuy2Ny5aRa8sofm5uQX0z6kC1lN2G9FCf_p1HaQVJ033Rcqo0Vat5E/s320/RGB.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se però coloriamo di rosso, blu e verde le tre foto e le sovrapponiamo in photoshop... </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Otteniamo l'immagine originale a colori!</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjziBTXj9te1fm7V74FKIFPaV-Wxe6f-Lctd2D9EGQEZywdL9G8P2UBlmlFYQ-o59hK0GyzzoAeft_89IY0ezvwXsZV5LJfFn7xKOELRLVN5ddE6iMqAg-CuSygb8HGqjTThnwbAlRyGLqx/s1600/rgb_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="802" data-original-width="1600" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjziBTXj9te1fm7V74FKIFPaV-Wxe6f-Lctd2D9EGQEZywdL9G8P2UBlmlFYQ-o59hK0GyzzoAeft_89IY0ezvwXsZV5LJfFn7xKOELRLVN5ddE6iMqAg-CuSygb8HGqjTThnwbAlRyGLqx/s320/rgb_2.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwzi_9SgQyHpWFLMBnSlYBfwwT3Gs6iu3Lsj1xLl606la3WchIMwdd38BG4N6HJmKHAX-yipfsEf4YZAIM9VQRh1RHJqNP0JcWVH8uPzuVM6I3mhxuh1LS9SpKE0-xc7AdElFcyIwm2l4-/s1600/colori%2521.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwzi_9SgQyHpWFLMBnSlYBfwwT3Gs6iu3Lsj1xLl606la3WchIMwdd38BG4N6HJmKHAX-yipfsEf4YZAIM9VQRh1RHJqNP0JcWVH8uPzuVM6I3mhxuh1LS9SpKE0-xc7AdElFcyIwm2l4-/s320/colori%2521.jpg" width="213" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa magia nera avviene perché davanti al sensore (che ricordo essere monocromatico) della fotocamera è presente una griglia di bayer: è una maschera composta da microscopici filtri colorati rispettivamente di rosso, blu e verde che sono posizionati davanti ai pixel in modo che questi possano catturare solamente fotoni di un colore specifico. </span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1c/Bayer_pattern_on_sensor_profile.svg/350px-Bayer_pattern_on_sensor_profile.svg.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="224" data-original-width="350" height="204" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1c/Bayer_pattern_on_sensor_profile.svg/350px-Bayer_pattern_on_sensor_profile.svg.png" width="320" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il risultato è un'immagine in bianco e nero della quale però sappiamo esattamente quali sono i pixel che hanno raccolto il rosso, quali hanno raccolto il verde e quali hanno raccolto il blu. Tramite un processo che si chiama "debayering" (che non è quello che ho fatto io con photoshop, ho semplicemente sovrapposto brutalmente le tre foto) si arriva quindi a un'immagine a colori naturali. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un effetto analogo si può ottenere scattando una foto con un sensore monocromatico al quale viene anteposto un filtro colorato. Scattando tre foto, una con filtro rosso, una con filtro blu e una con filtro verde e sovrapponendo i tre canali si ottengono le foto. Le sonde spaziali utilizzano proprio questa tecnica! Questa ad esempio è una foto di Saturno che ho elaborato per conto mio, prendendo i RAW da </span><a href="https://saturn.jpl.nasa.gov/galleries/raw-images?order=earth_date+desc&per_page=50&page=5" style="font-family: Verdana, sans-serif;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivHtMaJa0SDODSzf9q1Ou6Wx1iEWa-9m1b4Vg7HK5C5s_S4uS9j7JDtf3MVYQlWb4OSNgq9q-AEEM1cwCsyOblAlE02PX7Ttc29UzBKpPPPdYrVccQkxBcIukNdt7BRHEkaIw5-Hrsf2Do/s1600/saturnRGB.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="256" data-original-width="815" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivHtMaJa0SDODSzf9q1Ou6Wx1iEWa-9m1b4Vg7HK5C5s_S4uS9j7JDtf3MVYQlWb4OSNgq9q-AEEM1cwCsyOblAlE02PX7Ttc29UzBKpPPPdYrVccQkxBcIukNdt7BRHEkaIw5-Hrsf2Do/s320/saturnRGB.PNG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBR7Kb_2mNUcxcBTQFvT1wkCUFOsXFEVPLLYZ7vNh-Fv69KRoBjgyo8pDso0mMlZiU9jU53z3iCgt0RTywnpHo3cVZHwys7yS_eFYFfAKxivEH7zdfwP6iwKgo0VjhVhfdHxAg_DNhvx5i/s1600/saturno-14oct2004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBR7Kb_2mNUcxcBTQFvT1wkCUFOsXFEVPLLYZ7vNh-Fv69KRoBjgyo8pDso0mMlZiU9jU53z3iCgt0RTywnpHo3cVZHwys7yS_eFYFfAKxivEH7zdfwP6iwKgo0VjhVhfdHxAg_DNhvx5i/s320/saturno-14oct2004.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A questo punto potrebbe in effetti sorgere una domanda: perché non dotare le sonde spaziali di griglie di bayer in modo da non dover fare scatti separati? Ci sono un paio di motivi: per prima cosa la matrice di bayer impone di scattare in RGB, mentre con un sensore "nudo" si possono fare scatti anche con filtri diversi, che possono mettere in risalto dettagli differenti (guardate come si vede bene l'esagono di Saturno con un filtro metano II, ad esempio!)</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgda-QZobbCYcne8os_v249cdL8_Cyl7-yjLvgnifuHLXhlTUDfhSpsplInUO6B5jRHU39dwNUkahaOo52IVq2LatsOfipTcQZaA65fhkzeKXPEqXD3Z_3G5AGbmi2mY8SUdSoqKyLrQ_7_/s1600/W00110101.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="512" data-original-width="512" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgda-QZobbCYcne8os_v249cdL8_Cyl7-yjLvgnifuHLXhlTUDfhSpsplInUO6B5jRHU39dwNUkahaOo52IVq2LatsOfipTcQZaA65fhkzeKXPEqXD3Z_3G5AGbmi2mY8SUdSoqKyLrQ_7_/s320/W00110101.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In secondo luogo, usando la griglia di bayer si limita l'informazione che si può acquisire con una singola foto, perché i tre canali RGB non impiegano tutti i pixel che offre il sensore. Utilizzando un filtro esterno quindi si può massimizzare la risoluzione delle immagini, che non è poca cosa, visto che costruire un sensore ottimizzato per funzionare nello spazio è tutt'altro che facile o economico! </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quindi, se nella vita di tutti i giorni un sensore con matrice di bayer è molto utile </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">(in effetti sarebbe un po' scomodo avere sul cellulare una ruota portafiltri e dover scattare tre foto ogni volta che si vuole fotografare il proprio gatto), </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">nell'esplorazione spaziale rappresenta invece un grosso limite, anche perché Saturno è decisamente meno imprevedibile di un gatto poco fotogenico.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In conclusione spero di aver soddisfatto la vostra curiosità, nel caso vi foste mai chiesti perché le foto grezze sono state scattate in bianco e nero. Nel caso foste dei complottisti, invece, vi do un consiglio da amico: smettetela di usare questa cosa come argomentazione, che fate solo brutte figure! </span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-16970237151296737362017-09-01T21:07:00.000+02:002017-09-01T21:07:19.225+02:00Asteroidi potenzialmente pericolosi e Florence Nightingale<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ultimamente si è diffusa la notizia del passaggio ravvicinato dell'asteroide (3122) Florence, un bel macigno le cui dimensioni sono state stimate in circa 4,3 km che è passato a poco più di sette milioni di kilometri dalla Terra. Un passaggio perfettamente sicuro, dato che è passato a diciannove volte la distanza tra la Terra e la Luna. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come sappiamo la maggior parte degli asteroidi si trova nella fascia principale compresa tra Marte e Giove. Alcuni di questi però sono stati deviati dalla gravità di qualche pianeta, facendo sì che la loro orbita si avvicinasse all'orbita terrestre. Gli asteroidi con un'orbita di questo genere si chiamano, con non troppa fantasia, Near Earth Object. Questi sono divisi in diverse famiglie a seconda del tipo di orbita, che può intersecare o meno l'orbita terrestre.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEC3vwYZcvRocv7xt_JuqtmHBRY29-qyXKP3TKHqn-Kippi6m-X7DCS-7Cme-e-1uY9-7dNZ-idWo9k7svfg8Zbl-TXGO6W70-RYG8mFfrjubHGBU61pp0TGe4kjsOdG1b3omrevxH6yYm/s1600/nea-classification.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" data-original-height="582" data-original-width="614" height="378" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEC3vwYZcvRocv7xt_JuqtmHBRY29-qyXKP3TKHqn-Kippi6m-X7DCS-7Cme-e-1uY9-7dNZ-idWo9k7svfg8Zbl-TXGO6W70-RYG8mFfrjubHGBU61pp0TGe4kjsOdG1b3omrevxH6yYm/s400/nea-classification.PNG" width="400" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Classificazione dei NEO, dal Center for Near Earth Object Studies</span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una sottocategoria interessante è quella degli asteroidi potenzialmente pericolosi: sono asteroidi la cui orbita interseca l'orbita terrestre, che quindi potrebbero collidere con il nostro pianeta, e che hanno una dimensione sufficiente a provocare macelli sulla superficie terrestre. Per macelli intendo dalla distruzione di una città alla devastazione dell'intero pianeta. In particolare un asteroide si definisce potenzialmente pericoloso se ha una distanza minima con la Terra minore di 0.05 UA (circa 7,5 milioni di kilometri) e un diametro superiore a 140m.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'asteroide (3122) Florence (chiamato così in onore di Florence Nightingale, considerata la fondatrice della moderna assistenza infermieristica), con una distanza minima di poco più di 7 milioni di kilometri e un diametro di 4,3 km rientra pienamente in questa categoria, ed è il quarto asteroide potenzialmente pericoloso più grande.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma veniamo alle osservazioni: ieri sera con Ugo Tagliaferri ho ripreso questo asteroide dall'osservatorio di Campo Catino, mentre brillava di magnitudine 8,5. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il tempo non permetteva affatto bene: il cielo era coperto di spesse velature, e in effetti è stato davvero un miracolo riprenderlo in quelle condizioni. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh3nvKSLqPyW_Rf07OH9XxiMJL5tLnuVgJljmiiVKcW3sXu2Wk9unoMAp_TQpRSolIzzzCUfnjYx5-S_szoMp_Ll3REf0Ny3zDoHVeLnAQPQmRAKetGFt4WQNqOJlpPVAdX_K3MlL4y70Y/s1600/schifIMG_6342.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh3nvKSLqPyW_Rf07OH9XxiMJL5tLnuVgJljmiiVKcW3sXu2Wk9unoMAp_TQpRSolIzzzCUfnjYx5-S_szoMp_Ll3REf0Ny3zDoHVeLnAQPQmRAKetGFt4WQNqOJlpPVAdX_K3MlL4y70Y/s400/schifIMG_6342.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Questo cielo, per capirsi (per fortuna dopo è migliorato)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Abbiamo ripreso l'asteroide con un rifrattore da 25cm e una SBIG ST-1001E al suo fuoco diretto: visto il suo rapido movimento nel cielo non abbiamo potuto prolungare il tempo di posa oltre i 10 secondi. Dopo vari tentativi siamo riusciti a riprendere una sequenza di foto decentemente lunga senza che passassero delle nuvole davanti alla zona di cielo che ci serviva: questo è il risultato di 60 pose, in un intervallo di tempo di circa 15 minuti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsUpwEV-OxVuJDbvn7swyEOKwuLdGdwmHSbio2k5wXTMbDv7m2yyfhX8wiGJRJ4pp-nXVWaouoTEO1roEStqWXsEZw70pw4DsV5qiHkeYWlrstEQCPKy5W26JUlAL3DmH93xf-vbIhNiHq/s1600/florence1_strisciata.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1016" data-original-width="1017" height="319" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsUpwEV-OxVuJDbvn7swyEOKwuLdGdwmHSbio2k5wXTMbDv7m2yyfhX8wiGJRJ4pp-nXVWaouoTEO1roEStqWXsEZw70pw4DsV5qiHkeYWlrstEQCPKy5W26JUlAL3DmH93xf-vbIhNiHq/s320/florence1_strisciata.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3hiDtJMmiFdgY1-BtJs0qABzsCcrPVHDUSkNdNXiWU8dIdGZXPT_f60GHs8w4OCayjDwzG_7e4iQYXxFkq4lhZN8f8JoZOK6ARAE75XKn_gs5vKzzaGAmG11mWJqJveK_yfTPe2FcdS0Y/s1600/florence-60-max_denoise.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1003" data-original-width="1003" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3hiDtJMmiFdgY1-BtJs0qABzsCcrPVHDUSkNdNXiWU8dIdGZXPT_f60GHs8w4OCayjDwzG_7e4iQYXxFkq4lhZN8f8JoZOK6ARAE75XKn_gs5vKzzaGAmG11mWJqJveK_yfTPe2FcdS0Y/s320/florence-60-max_denoise.png" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questi sono due diversi allineamenti delle immagini: la prima è stata fatta allineando le foto sulle stelle fisse, la seconda allineando sull'asteroide. Personalmente mi piace molto di più la seconda, da l'impressione del movimento rapido del corpo celeste!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dulcis in fundo, dalle stesse 60 foto ho realizzato un'animazione GIF del movimento dell'asteroide.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFQ_zsgjugvmdl72E5Od2NcOXZaoneTxTLD66BU6T5GnjMLQlOQ6kSCkdzhbahuwnt5VaH8uCoZV8Kxf9Tbh3OYg38YbohywKvNkw84fJjHt7ouXDkqgVCcMscf3T-yEZOt-pkvXrjuWgG/s1600/florence-sequenza_2.00000189.Cursor_position_2.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1016" data-original-width="1017" height="319" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFQ_zsgjugvmdl72E5Od2NcOXZaoneTxTLD66BU6T5GnjMLQlOQ6kSCkdzhbahuwnt5VaH8uCoZV8Kxf9Tbh3OYg38YbohywKvNkw84fJjHt7ouXDkqgVCcMscf3T-yEZOt-pkvXrjuWgG/s320/florence-sequenza_2.00000189.Cursor_position_2.gif" width="320" /></span></a></div>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando il cielo si è liberato un po' ho provato a fotografarlo anche con la mia reflex e il fidato 50mm f/1.8: si vede! </span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju1OLR1NhL5MhLWhxc9x9mk1id0Ld3FISXfk9n9bECd1qGdHL4tjggy7LdWgoRMzq1LPEfjCxVd_gkQTi2J2jPy8a_1mEFCaIQQi9vlnuNPaBH1YEKP6Cvutym8blWqJX4Yit-JkkLrcxj/s1600/florence_reflex.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="787" data-original-width="787" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju1OLR1NhL5MhLWhxc9x9mk1id0Ld3FISXfk9n9bECd1qGdHL4tjggy7LdWgoRMzq1LPEfjCxVd_gkQTi2J2jPy8a_1mEFCaIQQi9vlnuNPaBH1YEKP6Cvutym8blWqJX4Yit-JkkLrcxj/s320/florence_reflex.png" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eravamo partiti con tanti buoni propositi, come studiare la variazione di luminosità dell'asteroide (curva di luce) per ottenere informazioni sulla sua forma e il suo periodo di rotazione, ma purtroppo le nuvole hanno sabotato pesantemente l'osservazione. In ogni caso non mi era mai capitato di seguire un NEO così nel dettaglio, quindi non posso che essere felice!</span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-27055283980027907792017-08-19T12:47:00.001+02:002017-08-19T12:47:07.062+02:00A caccia di meteore<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il 12 agosto è arrivato puntuale come un orologio il picco della pioggia meteorica delle perseidi. Nel corso delle mie peripezie tra osservatorio astronomico e altri luoghi mistici, infatti, ho tentato di immortalare qualche sfuggente perseide con la mia fidata reflex. E' così difficile fotografare delle meteore?</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La risposta è abbastanza brutta: sì e no. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Che cavolo significa "sì e no", Giovanni?</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Significa che ci sono tantissimi fattori in gioco, e uno di questi è, purtroppo o per fortuna... La fortuna!</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il metodo standard per fotografare le meteore consiste nell'impostare iso alti, tempi di esposizione di una decina di secondi, obiettivo aperto al massimo e abbandonare da qualche parte la reflex a scattare in automatico, per ore e ore. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Usare un grandangolo aumenta le probabilità di beccare qualche meteora, così come usare un obiettivo luminoso che permette di cogliere quelle più deboli. Io ho usato un 24mm f/2.8: non troppo largo, non troppo luminoso, ma ci si accontenta. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma fosse solo questo ciò che garantisce di catturare un gran numero di stelle cadenti!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un altro fattore importante è il giorno e l'ora: il momento migliore è ovviamente la notte del massimo (che arriva fino a 150 meteore orarie) dopo la mezzanotte, per i motivi che ho già spiegato in altri post nei quali ho parlato di perseidi. </span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'ultima cosa da considerare è la zona di cielo: le meteore possono apparire ovunque nella volta celeste, ma sembreranno tutte provenire dal radiante, in Perseo (da cui il nome perseidi). Non bisogna puntare la reflex allo zenith, perché le meteore saranno troppo veloci e lasceranno una scia debole, ma nemmeno troppo vicino all'orizzonte, perché lasceranno una scia molto breve. Conviene puntare a mezza altezza, sui 40°. Si può anche scegliere di puntare la Via Lattea e sperare che ne passi una proprio sui meravigliosi campi stellari del Sagittario!</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Come ho detto prima però una cosa che davvero serve è la fortuna: si può stare per tre ore a riprendere senza beccarne nemmeno una (esperienza personale) oppure scattare una foto a caso alla Via Lattea e vederla tagliata in due da una meteora (altra esperienza personale). In totale ho scattato circa 550 foto nelle serate del 12 e del 14 agosto: vediamo di fare un riassuntino. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il 12 agosto facevano 9 gradi e c'era un vento a 40km/h in quel di Campo Catino, a 1800m di quota. Un freddo cane, senza mezzi termini: ho lasciato la reflex a scattare 150 foto in direzione nord, catturando un po' di meteore interessanti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5AVo2T9PWCyzroBRYC39m-KQrhQ6RTvKIWGViKUVsObBKF6h52kvuD8ADDZFn6fIUMHBo0qmTqNnRc3qR9_LFv_kbkF4MIODzZ91VCr01TcGHq5T2FyCsb1NphIDH7awhVVh5O1G-7k7s/s1600/meteore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5AVo2T9PWCyzroBRYC39m-KQrhQ6RTvKIWGViKUVsObBKF6h52kvuD8ADDZFn6fIUMHBo0qmTqNnRc3qR9_LFv_kbkF4MIODzZ91VCr01TcGHq5T2FyCsb1NphIDH7awhVVh5O1G-7k7s/s400/meteore.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Si nota come una buona parte di queste provengono tutte dalla stessa direzione, ovvero dal radiante. Scattando una foto alla Via Lattea questo è stato l'inaspettato risultato:</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQUx_xBGel7zsG8WJ4BwtXXybzY3ydBR7P5LAA5zwe5hPsFViVkH2_OLC31ALWvflrSqEasIoO7fm62af8D2rlPWIekUZ4H67YzQhwTSDC7JGb_k0Grk6l9_qChfHmtfdlRVUBGkSx9jWZ/s1600/stellacadente.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQUx_xBGel7zsG8WJ4BwtXXybzY3ydBR7P5LAA5zwe5hPsFViVkH2_OLC31ALWvflrSqEasIoO7fm62af8D2rlPWIekUZ4H67YzQhwTSDC7JGb_k0Grk6l9_qChfHmtfdlRVUBGkSx9jWZ/s640/stellacadente.jpg" width="425" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Probabilmente i presenti ricorderanno per sempre il "SI' CAZZO!" che mi è uscito dal cuore appena ho visto la scia della meteora nella foto, qualche secondo dopo lo scatto.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un paio di sere dopo ero all'osservatorio per una visita di "routine", e mentre mi trovavo in cupola la reflex scattava in automatico qualche altro centinaio di foto. Il massimo dello sciame era passato da un paio di giorni, infatti di meteore ne ho catturate ben poche! Una di queste però è passata sulla Via Lattea, e per questa ragione merita tutto il mio rispetto.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUYF0oEkKVbWSBw6_zll54xfENJWV0-uBO9u8oBF3JssxuX8j-cY-b5POGwVZqmBc9UbR62N__qjI-8hyphenhyphenDcZqbBFswQV8PQCh5D55jqg44o_igvGbFKypAAg3FtlKZ67SS5vWRuchGq3v/s1600/vialatteameteora2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUYF0oEkKVbWSBw6_zll54xfENJWV0-uBO9u8oBF3JssxuX8j-cY-b5POGwVZqmBc9UbR62N__qjI-8hyphenhyphenDcZqbBFswQV8PQCh5D55jqg44o_igvGbFKypAAg3FtlKZ67SS5vWRuchGq3v/s640/vialatteameteora2.jpg" width="426" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per finire, ecco la collezione estate 2017 delle meteore più notevoli che ho fotografato in queste poche ore di ripresa. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1j1mDLFPbJdatgrlgjCykUPu2wY-3mjpast2vFsf1L5Yk58SpnmO4X__RjHSSsABXDH3X9i33rRmvDtTn4_Jz71ulk0cMme04joxJIP-dMR8KM8ke65eT5xvr3jJumUVGjhWANO7nIni3/s1600/alltheperseids.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1198" data-original-width="1600" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1j1mDLFPbJdatgrlgjCykUPu2wY-3mjpast2vFsf1L5Yk58SpnmO4X__RjHSSsABXDH3X9i33rRmvDtTn4_Jz71ulk0cMme04joxJIP-dMR8KM8ke65eT5xvr3jJumUVGjhWANO7nIni3/s400/alltheperseids.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con buona probabilità ci sarà la collezione autunno-inverno in occasione delle Geminidi, a metà dicembre! Sto pian piano imparando le tecniche e i piccoli accorgimenti da utilizzare per fotografare al meglio le piogge meteoriche: prima o poi scriverò una guida anche per chi mi sta leggendo e vuole cimentarsi in questo genere di foto.</span>
Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-79786880654375428252017-08-07T22:05:00.002+02:002024-01-09T01:00:03.526+01:00Eclissi parziale di Luna!<span face="Verdana,sans-serif">La sera del 7 agosto 2017 è avvenuta un'eclissi parziale di Luna: ormai dovreste sapere di che fenomeno si tratta, e forse vi ricorderete anche che qualche mese fa ce n'è stata <a href="http://astronomiadabalcone.blogspot.it/2017/02/lombra-della-terra-morde-la-luna.html" target="_blank">un'altra</a>, anche se molto meno appariscente. </span><br />
<br />
<span face="Verdana,sans-serif">L'eclissi di febbraio scorso era un'eclissi parziale di penombra, in pratica la Luna ha sfiorato l'ombra della Terra, senza entrarci dentro. Questa volta, invece, un pezzettino di Luna è piombato nell'oscurità del cono d'ombra terrestre diventando molto più scuro del solito.</span><br />
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span>
<span face="Verdana,sans-serif">Per osservarla mi sono posizionato come al solito sul balcone di casa, osservando verso est: infatti, al momento del sorgere della Luna, l'eclissi era nella sua fase massima. Appena finito di ingurgitare una pizza (sempre in balcone, mentre montavo tutta l'attrezzatura) ho notato il primo spicchio di Luna fare capolino fuori dai tetti degli edifici della città: puntato il telescopio, ecco il primo scatto. In effetti già si nota che una parte di Luna... manca!</span><br />
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipSubzC225SoFfaBSsNcSU5Vb37mSM13xu2ZpaPnnGV1KkBe8wNtOGjhDjS4ldXMJqYmWRUGNO4GYsYt472ZeYQg7PkLcQlDSGWwAjalaDpLsC_hC4jgA2jVQoNSNtNODJkQTmJur_nXvC/s1600/IMG_4941.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipSubzC225SoFfaBSsNcSU5Vb37mSM13xu2ZpaPnnGV1KkBe8wNtOGjhDjS4ldXMJqYmWRUGNO4GYsYt472ZeYQg7PkLcQlDSGWwAjalaDpLsC_hC4jgA2jVQoNSNtNODJkQTmJur_nXvC/s400/IMG_4941.jpg" width="400" /></a></div>
<span face="Verdana,sans-serif"><br /></span>
<span face="Verdana,sans-serif">Questo era l'aspetto del satellite quando si trovava un po' più alto sull'orizzonte.</span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGgtQ9J8C1yQHpGsRxiBFKetr6f5lD4cwbqSrZW628jwRhqPGUIFUE5y6Ggwv8jz41LEGypfpOSJsW2zQjHqhSk_J_pHEMwWKoD3rXr90GmzyFaU9wyCcGWelw86pIfpWig__Xvpa_3sH0/s1600/eclissi1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGgtQ9J8C1yQHpGsRxiBFKetr6f5lD4cwbqSrZW628jwRhqPGUIFUE5y6Ggwv8jz41LEGypfpOSJsW2zQjHqhSk_J_pHEMwWKoD3rXr90GmzyFaU9wyCcGWelw86pIfpWig__Xvpa_3sH0/s400/eclissi1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span face="Verdana,sans-serif">Aumentando un po' l'esposizione, sovraesponendo la parte in penombra, si nota che l'ombra ha un colore rossastro, facilmente visibile durante le eclissi totali, ma un po' meno evidente in quelle parziali. Questo fenomeno è causato dall'atmosfera terrestre che, allo stesso modo del Sole che diventa rosso al tramonto, tinge di questo suggestivo colore la superficie selenica.</span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdOLU-AfjdCBt9OdLiA6cNyi_JPdYOsHUY951FAwGKNovS9WV3N-9CT0wXHMF9tTYwtTMBAxe_TXYpijTkOFSFyFn0SnkujZ55pmUHJjke3pAS2lZNtT9ADtcvxCI7R65HqBFk8aWWwZvN/s1600/eclissi2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdOLU-AfjdCBt9OdLiA6cNyi_JPdYOsHUY951FAwGKNovS9WV3N-9CT0wXHMF9tTYwtTMBAxe_TXYpijTkOFSFyFn0SnkujZ55pmUHJjke3pAS2lZNtT9ADtcvxCI7R65HqBFk8aWWwZvN/s400/eclissi2.jpg" width="400" /></a></div>
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<span face="Verdana,sans-serif">La prossima eclissi lunare sarà il 27 luglio 2018, segnatevi la data e sperate che non sia nuvoloso! </span><br />
<span face="Verdana,sans-serif"> </span><div><span face="Verdana,sans-serif"></span>Nota dal Giovanni del futuro: il 27 luglio 2018 sarà sereno, ma le 1000 persone che hanno preso d'assalto l'osservatorio in occasione dell'eclissi non ti lasceranno un secondo libero per fare delle foto :)<br />
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<span face="Verdana,sans-serif"> </span><br />
<span face="Verdana,sans-serif"> </span></div>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3950477047187264378.post-26462851936442130282017-07-05T16:16:00.003+02:002017-07-05T16:16:37.491+02:00Ciao, Saturno!<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">E' passato quasi un mese dall'opposizione di Saturno, avvenuta il 15 Giugno. Il pianeta si è avvicinato fino a 1.35 miliardi di kilometri dalla Terra, brillando di magnitudine 0 nel mezzo della Via Lattea tra Scorpione e Sagittario, come in questa foto scattata qualche settimana dopo da Campo Catino:</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKG_t1rClMIm_QH3VKd5vjternKFOV-MGiyCr0UOnUrjKtOmJSXKDvX509nykUMRqPOGlISZT1_ZM7Id0wt6owIqHSHOTLjmREhknKtDlGUsrbCyPRc9wXduYIBXcHeVUSkV1GcNPrPIVS/s1600/teiera-saturno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKG_t1rClMIm_QH3VKd5vjternKFOV-MGiyCr0UOnUrjKtOmJSXKDvX509nykUMRqPOGlISZT1_ZM7Id0wt6owIqHSHOTLjmREhknKtDlGUsrbCyPRc9wXduYIBXcHeVUSkV1GcNPrPIVS/s400/teiera-saturno.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Saturno è la stella più luminosa in alto a destra</td></tr>
</tbody></table>
Il disegno che vi mostro è frutto di diverse ore di osservazione la sera della sua opposizione, tra il 15 e il 16 giugno. L'aria ferma mi ha fatto restare per parecchio tempo all'oculare a carpire i più piccoli dettagli del dischetto del pianeta, che anche a 222 ingrandimenti appare relativamente piccolo vista la sua enorme distanza. Nel caso vi foste mai chiesti come si vede esattamente Saturno nel mio telescopio, ecco la risposta: </span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif7vB_rb9yBHAbVyYOLOm34r94zUPleLtVP2_eMRj3aV3r5PPmvPG0o8-qTPtqsyYzcq0FPWLR6CkJJQqI8VBdoBYCghM_f6a36Zm0gU4FDtMO1AA7JEasswYW2QEujKhasRHI4Z1KjXxS/s1600/saturno15062017.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1298" data-original-width="1298" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif7vB_rb9yBHAbVyYOLOm34r94zUPleLtVP2_eMRj3aV3r5PPmvPG0o8-qTPtqsyYzcq0FPWLR6CkJJQqI8VBdoBYCghM_f6a36Zm0gU4FDtMO1AA7JEasswYW2QEujKhasRHI4Z1KjXxS/s320/saturno15062017.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il pianeta è ben visibile con il suo elegante sistema di anelli. Le stelline che si vedono vicino al pianeta (non le tre in alto nell'inquadratura, che sono stelle di campo) sono i suoi principali satelliti, che ho indicato in questo ingrandimento:</span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEDITbIyWEuZYIPcaE_3ByOkpROEzXXtR-AN5qaPw6ahvJJgJio29aVFBdrnaNkbbD5YNuIqDV1Mm6X6LeCDI2FnGSCNE6kPq-8GpeOOVkeeR0Uvj6an1hJd6FGpmAzJv244fWOfBaUuOg/s1600/saturno15062017-dettaglio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1298" data-original-width="1298" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEDITbIyWEuZYIPcaE_3ByOkpROEzXXtR-AN5qaPw6ahvJJgJio29aVFBdrnaNkbbD5YNuIqDV1Mm6X6LeCDI2FnGSCNE6kPq-8GpeOOVkeeR0Uvj6an1hJd6FGpmAzJv244fWOfBaUuOg/s320/saturno15062017-dettaglio.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ben quattro satelliti visibili: Titano, Rhea, Teti e Dione! In realtà sarebbero teoricamente osservabili altri due o tre satelliti, ma servirebbe un cielo più scuro.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Soffermandoci sul sistema di anelli si possono vedere un po' di dettagli davvero interessanti: la divisione di Cassini è al massimo della sua visibilità dato che quest'anno gli anelli sono alla loro massima apertura, visti dal nostro punto di vista. Per un tratto si intuisce che attraverso questo "buco" tra gli anelli stiamo vedendo l'emisfero nascosto del pianeta! Vedendo alcune foto scattate da terra, come <a href="http://www.damianpeach.com/sat17/s2017-03-18-1023_8dp.jpg" target="_blank">questa</a> bellissima immagine di Damian Peach, si vede chiaramente un colore azzurrognolo, tipico della composizione chimica dell'atmosfera che cambia tra una stagione e l'altra. Si nota facilmente la differenza di luminosità tra l'anello A, più esterno, e l'anello B, più interno, che è il più luminoso. Sul disco del pianeta</span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> è evidente una banda molto scura, quasi nera: è l'anello C, scuro ma comunque traslucido, che si interpone tra noi e l'atmosfera di Saturno! Lo stesso anello è visibile intorno alle anse, come una zona più sfumata.</span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Sul resto del disco si vedono diverse bande di diversa intensità di colore grigiastro, mentre il polo nord negli ultimi anni è diventato particolarmente scuro con l'avanzare della stagione estiva. Sapevate che lì si trova una gigantesca tempesta che per qualche strano magheggio di fluidodinamica ha una forma perfettamente esagonale? </span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCmFprglkP2BYUqTB6GULsjV_Nv9cUVA0MGlzynlB2ZeHZHrvlT8dyAPOYEiEg-GPko5pm1TFt3z_G-iegtlS5smd-_EwkJKmBsmkHbYtXmiYnq2Ynw05kMgpEb1t0sc7G0s1EJISYweXt/s1600/W00077250-234_coul_hi_web.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="871" data-original-width="1600" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCmFprglkP2BYUqTB6GULsjV_Nv9cUVA0MGlzynlB2ZeHZHrvlT8dyAPOYEiEg-GPko5pm1TFt3z_G-iegtlS5smd-_EwkJKmBsmkHbYtXmiYnq2Ynw05kMgpEb1t0sc7G0s1EJISYweXt/s400/W00077250-234_coul_hi_web.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Gli anelli di Saturno sono facilmente visibili con uno strumento da 50mm di diametro, quindi praticamente da qualunque telescopio. Un ottimo motivo per approfittare del cielo terso di questi mesi per dargli un'occhiata!</span><br />
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<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span>Giovanni Isopihttp://www.blogger.com/profile/13406840234220129029noreply@blogger.com0