venerdì, ottobre 21, 2016

Perché la missione ExoMars non è fallita

Avete rotto le scatole con la storia di Schiaparelli.

No, seriamente, le avete davvero rotte!

Ma lasciando alle spalle questo piccolo sfogo personale, cerchiamo di capire cosa sia successo allo sfortunato lander europeo.

Exomars è la prima missione ESA diretta verso Marte dopo Mars Express (2003), ed è stata lanciata a marzo 2016 dal cosmodromo di Bajkonur, in russia, con un razzo Proton. E' formata da due diverse sonde: il Trace Gas Orbiter, la sonda principale, e l'EDM, Entry Demonstator Module, rinominato Schiaparelli. L'orbiter trasporta quattro strumenti scientifici per lo studio dell'atmosfera, in particolare la ricerca di gas metano e altri composti organici, oltre che l'acquisizione di immagini ad alta risoluzione della superficie.

TGO, a sinistra, e Schiaparelli, a destra, subito dopo il distacco dalla sonda madre.
Dopo sette mesi di viaggio la sonda è arrivata a destinazione. Il 16 ottobre, tre giorni prima dell'entrata in orbita, Schiaparelli si è staccato da TGO per proseguire lungo la traiettoria che lo avrebbe portato verso la superficie marziana. Il 19 ottobre, mentre l'orbiter eseguiva le manovre per l'inserzione in orbita, il piccolo Schiaparelli si è tuffato nell'atmosfera, come previsto.

La telemetria di Schiaparelli era stata captata dalle antenne a terra, indicando che lo scudo termico aveva retto e che il paracadute aveva funzionato a dovere. TGO però, che doveva fungere da relay, non ha trasmesso tutta la telemetria del lander, con cui sono state perse le comunicazioni circa 50 secondi prima dell'atterraggio. Altri tentativi di comunicare con la sonda MRO della Nasa non sono serviti a nulla. Ci è voluta una notte per elaborare i dati e capire cosa fosse successo: ieri mattina, 20 ottobre, ad una conferenza ESA è stata annunciata la perdita di Schiaparelli. Ma cosa è successo esattamente?

Questa infografica riassume ciò che è successo (Francesco Maio, Missione Scienza)

L'entrata nell'atmosfera è andata come previsto: lo scudo termico ha funzionato, il paracadute pure. Ad un certo punto, durante la discesa, il lander si sarebbe dovuto liberare della calotta protettiva, accendendo i propulsori per rallentare la discesa: a quanto pare un errore del software ha provocato qualche anomalia nel distacco e ha fatto accendere i motori per soli tre secondi, abbandonando il piccolo lander ad una caduta libera di quasi due kilometri che l'ha portato inevitabilmente alla distruzione. 

E' andata più o meno così


Apriti cielo.

Molti quotidiani online urlano allo scandalo, al flop, al disastro.



Dopo un'attenta indagine statistica, ho visto che genere di commenti sono comparsi sui social network: la metà era di gente che si scagliava contro la ricerca spaziale, un'altra grossa fetta ironizzava sul nome del lander, mentre altri ci buttavano in mezzo Renzi, che ci sta sempre bene.

Ovviamente chi sono io per spiegargli che Schiaparelli fu un illustre astronomo italiano dell'800, famoso per le osservazioni di Marte e la scoperta dei "canali"? Molti giornali tra l'altro hanno scritto male il nome, scrivendo Schiapparelli. Aberrante.

Insomma, il tipico malcontento generale causato da qualsivoglia missione spaziale è stato trasformato in un putiferio dal fallimento dell'atterraggio.

Ma ExoMars è davvero da considerarsi fallita?

Sì, Schiaparelli ha fatto una finaccia, ma a tutti è sfuggito il vero scopo del lander, che è contenuto nel nome stesso: EDM, Entry Demonstrator Module. Modulo dimostratore! Schiaparelli era un test per le tecnologie che porteranno il rover ExoMars 2020 su Marte. La parte più importante della missione era capire se l'hardware della sonda era in grado di arrivare su Marte, sopravvivendo prima al calore dell'entrata nell'atmosfera, rallentando poi con un paracadute e dei retrorazzi. Tutto ha funzionato bene: l'errore è stato causato presumibilmente dal software di bordo.

All'ESA hanno considerato la missione riuscita proprio perché questi dati sono arrivati sani e salvi a terra, quindi buona parte dell'obiettivo primario di Schiaparelli è stato portato comunque a termine. Gli errori che hanno causato questa perdita saranno studiati e corretti, per far sì che la missione del 2020 vada alla perfezione.

Tutti si sono scordati però di un piccolo dettaglio: e il Trace Gas Orbiter?

In questa bufera mediatica nessuno ha fatto caso al buon vecchio TGO, che si è immesso in orbita senza battere ciglio, pronto a fare un sacco di scienza. Era quella la parte più importante, non far atterrare Schiaparelli. Ovviamente però fa più figo sparare a zero su una cosa che è andata storta, quando altre dieci sono andate alla perfezione. 

Un'ultima cosa sui costi della missione: ExoMars 2016 è costata in tutto 1,3 miliardi di euro, di cui 270 milioni stanziati dall'Italia. Quante strade ci si potevano sistemare? Quanti pozzi in africa ci si potevano costruire? Sicuramente tanti. Ma è davvero la ricerca spaziale il problema che affligge il mondo, quando si spendono 50 milioni di euro per un calciatore di serie A, quando si spendono miliardi al mese per portare avanti una guerra? Secondo me no.

Spero di aver chiarito un po' le idee a chi aveva qualche dubbio: è così che funziona la ricerca spaziale, si impara dai propri errori, ce ne sono stati e ce ne saranno ancora tanti, ma è il prezzo da pagare per arrivare alle stelle.






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