domenica, gennaio 08, 2017

Teste di cavallo, girandole, occhi neri

Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre sono stato all'osservatorio di Campo Catino, per l'ultima visita e l'ultima nottata osservativa del 2016.

Le notti invernali sono una pacchia: si può tranquillamente far salire in cupola i visitatori alle 17 e fargli fare la loro canonica ora di osservazione, per poi cominciare le vere e proprie attività dell'osservatorio prima di cena! 

Lo scopo della serata era un test approfondito del CCD astronomico dell'osservatorio, da poco tornato dalla manutenzione, pronto a sfornare stupende immagini al fuoco diretto del riflettore da 80cm! Purtroppo le condizioni atmosferiche non erano d'accordo con la sessione di astrofotografia: il seeing era davvero terribile, le stelle erano orribilmente deformate e dilatate, e qualunque dettaglio sugli oggetti che volevamo riprendere svaniva, sventrato dalle correnti d'aria in quota. A oltre 6 metri di focale, insomma, non si riusciva nemmeno a mettere a fuoco.

La prima cavia della serata è stata la nebulosa oscura Barnard 33, la celebre Testa di Cavallo, ma purtroppo il seeing rovinava tantissimo l'immagine. Sul rifrattore da 25cm dove era collegata la mia reflex la situazione non era molto migliore, ma almeno il risultato è apprezzabile!






"Apprezzabile" non significa di certo "ottimo risultato": la mia reflex non è per niente adatta a questo tipo di riprese, non essendo stata modificata!

Le nebulose a emissione come quella sulla quale si staglia la Testa di Cavallo emettono luce in una particolare frequenza, chiamata "idrogeno alfa", o h-alpha: questa luce rossa è caratteristica degli atomi di idrogeno eccitati dalla radiazione delle stelle vicine, ed è comune a tutte le nebulose che in fotografia appaiono rosse. Ma perché la mia povera Canon 1100D non è adatta a questa foto? I costruttori di reflex antepongono un particolare filtro davanti al sensore per evitare che la luce infrarossa impressioni i pixel, andando a modificare la foto. Questo filtro però taglia anche buona parte della frequenza h-alpha, riducendo di un sacco la resa su questo tipo di oggetti!

La modifica di cui parlavo prima consiste infatti nello smontare il suddetto filtro per aumentare la sensibilità su tutto lo spettro visibile (e anche un po' nell'infrarosso) , migliorando di molto la fotografia del profondo cielo.

Dopo aver tentato la ripresa di qualche altro oggetto, sempre con scarsi risultati a causa del seeing, ho smontato il CCD, mentre gli altri erano già andati a dormire. A quel punto, presi gli oculari, ho iniziato a osservare visualmente per conto mio. Non l'avessi mai fatto! Anche con l'ingrandimento minore possibile (107x con un oculare da 60mm) il seeing distorceva moltissimo le stelle, rendendo anche l'osservazione visuale davvero, davvero ardua. Ho comunque voluto portare a casa un paio di disegni, che però non rendono giustizia alle potenzialità del telescopio usato.

Partiamo quindi con M101, detta anche galassia Girandola, una stupenda galassia nell'Orsa Maggiore. La sua luce è distribuita su un'area piuttosto grande, per questo all'occhio umano è molto debole. Con un po' di pazienza ho osservato la struttura a spirale principale, punteggiata da diversi noduli più chiari, ovvero vaste regioni di intensa formazione stellare.



In alcuni schermi il disegno potrebbe non vedersi troppo bene: in tal caso non prendetemi per pazzo! Ho cercato di rendere al meglio l'aspetto evanescente della galassia, preservando comunque i dettagli che ho osservato.

Un'altra galassia che ero curioso di vedere era M64, altresì nota come galassia "occhio nero". Facilmente osservabile in un telescopio da 10cm, in un grande telescopio (ma neanche troppo) si capisce il motivo del nome: all'interno di un disco ellittico risiede la struttura a spirale, che è in parte coperta da una spessa coltre di polveri scure! Come se Galactus gli avesse tirato un pugno, insomma. Il seeing non mi ha permesso di scorgere troppi dettagli, sono piuttosto sicuro che ciò che ho visto quella sera sia alla portata di un telescopio da 20 o 30cm.


Dopo un po' ho ceduto al vento, al freddo (circa 2°, anche se non è la temperatura più bassa con la quale ho osservato) e sono andato a dormire, per poi seguire la mattina dopo le operazioni di montaggio della piccola cupola in cui risiederà il CAT, il telescopio automatico dell'osservatorio di Campo Catino. Potete leggere un articolo e vedere un time lapse del montaggio direttamente qui, sul sito dell'osservatorio.

Buon anno a tutti (anche se è già l'8 gennaio), sperando che sia astronomicamente molto produttivo!

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