giovedì, aprile 09, 2020

Alla scoperta dell'astrofotografia venusiana

In questo periodo singolare quanto difficile di quarantena non ho potuto far altro che riabbracciare l'astronomia balconara, per un paio di ragioni: in primo luogo, per ovvi motivi sanitari, non posso andare all'osservatorio astronomico. In secondo luogo, dopo anni passati a parassitare le telecamere dell'osservatorio, ho investito qualche soldo in una camera CMOS ASI 178 MM con annessi filtri colorati RGB, per inziare ad approfondire la fotografia planetaria ad alta risoluzione. Ovviamente in questi giorni ho avuto molto, molto tempo da dedicare a riprese ed elaborazione dei dati potendo quindi, tramite un po' di sano "trial and error", giungere a delle prime conclusioni riguardo il modo migliore (almeno a mio parere) di riprendere ed elaborare Venere.

Le nubi di Venere sono visibili nell'Ultravioletto vicino o nell'infrarosso, quindi per sperare di riprenderle è necessario un filtro che trasmetta queste zone dello spettro elettromagnetico. Un filtro passa-UV costa parecchio ed è un po' difficile procurarselo di questi tempi, quindi mi sono dovuto inventare qualcosa di diverso. Da un kit di filtri per l'osservazione visuale ho rimediato un filtro Wratten #47, che trasmette più o meno tra i 250 e i 450 nanometri, quindi a cavallo del vicino ultravioletto. Il problema di un filtro a vetro colorato come questo è che trasmette anche l'infrarosso. Per evitare di "sporcare" i dati in ultravioletto, quindi, l'ho affiancato ad un filtro IR-UV cut della baader che blocca l'infrarosso, pur lasciando passare la luce ultravioletta oltre i 300nm. 


Partiamo dal principio: il 15 marzo, felice come un bambino, apro la valigetta contenente la fiammante ASI 178. Catapulto il fidato C8 in balcone e inizio a riprendere. Facendo infatti un video nel canale Rosso e un video nel canale W47+IR-UV cut, fondendoli poi come canali in Photoshop, sono riuscito ad ottenere un discreto primo risultato, con forse qualche accenno di nuvolosità del pianeta. 



Il 28 febbraio tento un approccio leggermente diverso: provo a riprendere Venere con il Sole sopra l'orizzonte. Così facendo riprendo Venere ad un'altezza sull'orizzonte sensibilmente maggiore rispetto alle solite riprese al tramonto. L'unico problema è... Come puntarlo? Per fortuna viene in mio soccorso il GoTo della montatura Celestron SE: faccio l'allineamento Solar System sul Sole, puntandolo con il telescopio chiuso (non ho ancora acquistato un filtro solare per il C8), per poi fargli puntare automaticamente Venere. Con mia grande sorpresa, sapendo in che direzione guardare, Venere è visibile molto facilmente ad occhio nudo anche in pieno giorno! Riprendendo i due canali Rosso e W47+IR-UV cut come la sessione precedente ottengo un risultato nettamente migliore, con un po' di nuvolosità sparsa qua e là. 


Nel giro di una settimana cambia tutto: il numero di contagi da coronavirus aumentano esponenzialmente, chiudono tutte le università, e mi ritrovo intrappolato a casa a Frosinone. Siccome la cosa migliore che posso fare è restare a casa e proteggere la mia sanità mentale dedicandomi ad attività che mi rilassano, il 16 marzo tento una nuova ripresa, ma utilizzando una barlow 3X. Non avevo provato prima perché ingrandire troppo con un cattivo seeing non è mai una buona idea, ma riprendendo di giorno durante questo periodo di alta pressione sono riuscito ad ottenere immagini molto più stabili. Il risultato, finalmente, ha superato le mie aspettative. Anche le giornate del 18, 19 e 20 marzo sono state buone e sono riuscito ad accumulare molti dati di buona qualità. Ho elaborato e rielaborato tutti i video diverse volte, provando tecniche e programmi diversi.

Per ora il risultato migliore l'ho ottenuto selezionando i frames migliori con PIPP (Planetary Image Pre Processor), con successivo stacking e sharpening con il software Astrosurface. Astrosurface, un po' come Registax, permette di estrarre i dettagli dalle immagini utilizzando i Wavelets (forse un giorno vi spiegherò come funzionano, per ora fate finta che si tratti di magia). Un po' meno intuitivo da usare, ma sembra funzionare meglio! 

Queste sono le immagini nel solo canale W47. Il 18 marzo c'è stato il seeing peggiore, il 19 quello migliore, come si può notare dalla quantità di dettagli visibili. 



Fondendo opportunamente i canali in UV e R ho ottenuto un'immagine a colori "naturali" del pianeta. La fusione è R=R, G = 50% R + 50% W47, B = W47. Successivamente ho sovrapposto con filtro "luce soffusa" un'immagine in bianco e nero in filtro W47, elaborata in maniera più aggressiva per mostrare le nubi.



Davvero un bel risultato, considerato che si tratta di un 20cm. Ho visto immagini peggiori fatte con telescopi con il doppio del diametro! Ovviamente non è tutto merito mio, ma del seeing che è stato davvero molto favorevole. 

La mia più grande limitazione, per ora, è il diametro dello strumento. 20 cm sono sufficienti per ottenere dettagli interessanti, ma naturalmente non vedo l'ora di poter effettuare delle riprese da Campo Catino!













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