Ricordate la sonda Rosetta, che da agosto orbita attorno alla cometa 67/p Churyumov-Gerasimenko? Se la risposta è no, allora leggetevi prima questo post.
Tre mesi dopo l'entrata in orbita attorno alla cometa è arrivato forse il momento più emozionante di tutta la missione: l'atterraggio. La sonda Rosetta ha portato con sé durante il viaggio nello spazio un lander, Philae, grande più o meno come una lavatrice. Eccolo qui. Carino, no?
Il piccolo robot contiene nove strumenti scientifici, tra cui una trivella tutta italiana che perforerà e analizzerà la composizione del suolo.
Oppure, citando il TG4, "farà un buco" nel sasso polveroso per il quale l'ESA ha speso milioni di euro. In questi giorni è circolato su internet un servizio del TG4 a dir poco scandaloso (che potete rivedere qui), che anziché elogiare il traguardo scientifico e tecnologico al quale ha partecipato anche il nostro paese, invece lo attacca definendolo uno spreco di soldi. Non mi dilungo oltre, il momento angolare dei miei genitali è aumentato fin troppo.
Ma parliamo più approfonditamente dell'atterraggio. Con la bassissima gravità della cometa, che con alcuni calcoli ho stimato nell'ordine del decimillesimo di g, il lander non ha avuto bisogno di retrorazzi per poggiarsi sulla superficie, è stato praticamente lasciato cadere in caduta libera. Quindi immaginate le difficoltà! La discesa di Philae è stata come un tiro al bersaglio per centrare una zona di pochi metri di diametro, da una distanza di 22km su una cometa che ruota su se stessa. Pazzesco!
Queste sono le immagini di Rosetta poco dopo il distacco.
Queste sono le immagini di Rosetta poco dopo il distacco.
Sette ore dopo c'è il touchdown: i sensori di Philae segnalano il contatto con il terreno, ma c'è un problema. Il piccolo propulsore che doveva spingerlo contro la superficie non funziona, e gli arpioni che dovevano fissarlo alla cometa non si attivano. Il lander rimbalza, e al secondo contatto manca il bersaglio di quasi un kilometro. Rimbalza di nuovo, ma stavolta per un tempo più breve, e si posa, a quanto pare, dalle parti del sito B, un'altra zona di atterraggio tra quelle candidate. Gli scienziati dell'ESA ironizzano dicendo che sono atterrati non una, ma ben tre volte! Ma purtroppo la situazione non è delle migliori. Philae è atterrato, ma si trova in un cratere, in ombra.
Al momento la situazione è piuttosto delicata. Gli scienziati non sanno se tentare l'ancoraggio con gli arpioni, perché se andassero a vuoto spingerebbero Philae nello spazio. Nonostante questi problemi sono comunque arrivate le prime immagini della superficie di questo mondo alieno, ed è stata eseguita una prima perforazione della superficie. L'unico interrogativo è l'energia elettrica, infatti si sta valutando se far entrare il lander in ibernazione, per poi riaccenderlo quando ci sarà più luce.
Che altro dire, incrociamo le dita e... Forza Philae!
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