mercoledì, marzo 30, 2016

I razzi non vanno davvero nello spazio?

Gironzolando e bighellonando sul web sono incappato in un curioso sito di stampo chiaramente complottaro. Saltanto tutti gli articoli che riguardano complotti su argomenti economici e politici, che tutto sommato stonerebbero abbastanza in un blog che tratta interamente di astronomia, sono arrivato a quelli che mi interessavano.

Quello che ha subito attirato la mia attenzione titola così:

"I vettori spaziali sono semplici missili balistici?" 
 
L'articolo, piuttosto breve, inveisce contro la NASA (e con NASA si intende tutta la ricerca spaziale) che non manderebbe realmente i razzi nello spazio, ma li farebbe arrivare a circa 30-40km di quota per poi farli ricadere in mare "lontano da occhi indiscreti". Tutto questo parte dalle immagini televisive del lancio che mostrerebbero il razzo assumere una traiettoria orizzontale "molto prima di aver raggiunto una sedicente orbita, in ogni caso". La foto allegata, poi, è simile a questa: una lunga esposizione del lancio di un razzo.







L'immagine potrebbe far pensare che il razzo non arrivi realmente nello spazio!


Immaginiamo di voler lanciare un sasso: lanciandolo perfettamente sulla verticale, ci ricadrebbe in testa! Se invece lo lanciassimo con una traiettoria più inclinata, si muoverebbe anche in orizzontale e finirebbe un po' più lontano. Se lo lanciassimo con sufficiente velocità, questo orbiterebbe la Terra e dopo un po' di tempo ci ritroveremmo stesi a terra colpiti alla nuca dallo stesso. L'orbita infatti è una composizione tra la forza gravitazionale della Terra e la velocità orizzontale dell'oggetto orbitante. 



Per questo non basta andare verso l'alto per inserirsi automaticamente in un'orbita! Infatti i razzi eseguono una manovra di "gravity turn", inclinandosi gradualmente per acquisire sufficiente velocità orizzontale. Questa foto, scattata piuttosto lontano dal sito di lancio (non dello stesso razzo), mostra bene questa manovra: da questo punto di vista il razzo non ricade più a terra, ma prende una traiettoria parallela al terreno.




Il gravity turn porta il razzo su una traiettoria suborbitale, che arriva nello spazio, ma lo porterebbe a precipitare dopo poche ore. Nei pressi del punto più alto della parabola, l'apoasse, avviene una nuova spinta propulsiva che aumenta la velocità del razzo fino a quella necessaria a formare un'orbita. 

Il motivo per cui il razzo sembra ricadere a terra ad un certo punto, è una semplice questione di prospettiva, perché il razzo, seguendo la curvatura della Terra (ah, ma non era piatta?) proprio davanti a noi, tende inesorabilmente ad abbassarsi fino a sparire sotto l'orizzonte.

Per chi avesse voglia di capire meglio come funzionano le orbite e i lanci spaziali, consiglierei un videogioco, Kerbal Space Program, che nel suo aspetto a prima vista cartoonesco si rivela essere un simulatore spaziale molto realistico!

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