sabato, agosto 09, 2014

La tempesta solare che non c'è

In una bella mattina di Agosto noto questo articolo, condiviso in lungo e in largo per Facebook: 



Quando iniziano ad arrivarmi messaggi di chiarimento su questa notizia, inizio ad informarmi. Controllo sul sito di Soho e del Solar Dynamics Observatory, ma non c'è stato nessun flare troppo potente negli ultimi giorni. Allora leggo semplicemente l'articolo, che esordisce con un "non si sa quando, ma è meglio tenersi preparati"... E capisco subito il giochetto. Un bel titolo allarmista, che buona parte dell'utenza condividerà ovunque senza nemmeno leggere l'articolo, che infatti dice semplicemente che nel caso ci fosse una potente tempesta geomagnetica, i dispositivi elettronici potrebbero restare irrimediabilmente danneggiati. 

In ogni caso, giorni dopo l'uscita dell'articolo, ancora si vedeva gente preoccupata per la fine del mondo (una all'anno non ce la facciamo mancare mai), quindi Repubblica ha pensato bene di aggiustare il tiro, pubblicando un altro articolo:

 Ah, ecco, mi pareva strano. Però le visite e le condivisioni se le sono prese tutte. Ma dopotutto a che serve scrivere in modo serio, quando con titoli catastrofisti si può avere tutta questa visibilità? Quasi quasi inizio a scrivere cazzate anche io.

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